Il mondo dell’edilizia interessato alla riqualificazione energetica e strutturale degli edifici grazie al “superbonus 110%” è in allarme per via della speculazione in corso sui prezzi dei materiali edili, con aumenti del 25-30% su diverse materie prime, dal legno al ferro, dagli isolanti ai prodotti di costruzione necessari in cantiere. Aumenti che stanno causando la perdita di diverse commesse da parte delle imprese edili del Friuli Venezia Giulia e non solo, mettendo a rischio l’effetto “traino” del “superbonus 110%”.
A lanciare l’allarme è il presidente degli Edili di Confartigianato Friuli Venezia Giulia, Alessandro Zadro, assieme al presidente di Ance Padova, Alessandro Gerotto.
«Assistiamo a rincari mai visti in oltre trent’anni di impresa e, dal nostro osservatorio, ingiustificati» afferma Zadro, preoccupato dal fatto che questo fenomeno rischi di mettere in seria discussione l’andamento positivo innescato dal “superbonus 110%” per il comparto edile.
«Molti interventi che le aziende edili artigiane dovrebbero aprire in queste settimane sono il risultato di accordi conclusi 5-6 mesi fa – spiega Zadro – con preventivi fatti sulla base di tutt’altri costi delle materie prime, ma l’impennata dei prezzi delle ultime settimane è tale da non poter essere in alcun modo ricompresa in quegli accordi, che devono essere rivisti. Ma la committenza non ci sta e si ritira».
Un’avvisaglia di una modifica del listino prezzi dei materiali edili si era avuta nelle settimane scorse dall’analisi condotta da Confartigianato nazionale, che ha rilevato a inizio 2021 un costo dei metalli «mai così alto da cinque anni a questa parte». Le percentuali di incremento, tuttavia, non raggiungevano quelle che stanno riscontrando in queste settimane le imprese artigiane friulane, evidenzia Confartigianato. A fronte di ciò, conclude Zadro, «le imprese artigiane considerano urgente che il governo Draghi dia garanzia sul prolungamento dell’opportunità del superbonus 110% almeno fino a tutto il 2023, come per altro previsto dalla prima bozza del Recovery Plan».
Per Gerotto «il mercato è completamente impazzito, costi e approvvigionamenti sono in balia di una speculazione completamente fuori controllo: basti pensare che solo questa settimana i prezzi di prodotti base, necessari in un qualsiasi cantiere, sono aumentati fino al 40%. Tutto questo, è evidente, a causa del malcostume di alcuni che stanno cercando di approfittarsene, da un lato, del trend positivo innescato nel settore dal superbonus per l’edilizia, e dall’altro delle difficoltà economiche generali causate dal Covid-19 nell’ultimo anno».
«Va detto con grande chiarezza – sottolinea Gerotto -, è a rischio ogni cantiere interessato dal superbonus 110%: i rincari spropositati a cui stiamo assistendo stanno andando ad inficiare le cifre dei preventivi pattuiti nei mesi scorsi, rimettendo in discussione le commesse stesse, con i clienti che, come ci segnalano le aziende, sempre di più si stanno ritirando dagli impegni presi o causando bruschi stop con conseguenti ritardi nel termine dei lavori. E tutto questo, è giusto ricordarlo, in una situazione in cui la scadenza del superbonus 110% è ancora fissata al 30 giugno 2022».
Anche da Ance Padova l’appello al governo Draghi «a prorogare quanto prima il termine del superbonus 110% al 2023: il settore va aiutato, ed il rilancio di tutta l’economia del nostro territorio va stimolato, non ostacolato».
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