Infrastrutture venete, appello di Assindustria Venetocentro: fate presto

Carron, «strada regionale 308, Valsugana e collegamento alla Pedemontana, fate presto. A rischio la ripartenza del Veneto centrale». Problemi anche per il potenziamento della Valsugana nel tratto trentino.

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infrastrutture venete
Paola Carron vicepresidente Assindustria Venetocentro con delega infrastrutture e territorio.

Dopo il punto fatto ieri a ViViItalia Tv dalla vicepresidente e assessore alle infrastrutture della regione Veneto, Elisa De Berti, arriva ora l’appello del vicepresidente di Assindustria Venetocentro con delega al territorio e alle infrastrutture venete, Paola Carron, che richiama la necessità di aprire al più presto i cantieri, non solo per l’Alta Velocità ferroviaria. 

Accanto alle grandi opere c’è la necessità di sbloccare le altre, cosiddette minori, essenziali alle connessioni interne e internazionali di un territorio tra i più dinamici in Italia ma dipendente da collegamenti veloci. 

«Il completamento dopo Castelfranco e il potenziamento della SR 308 in direzione Padova Est, l’adeguamento della SP 47 Valsugana connessa alla variante di Bassano e il loro innesto veloce nella Superstrada Pedemontana Veneta (raddoppio Bretella di Loria) sono opere fondamentali e interconnesse per tenere collegati ai corridoi verso il Centro e il Nord Europa i territori di tre province ad alta densità produttiva (Padova, Treviso, Vicenza), che realizzano il 65% delle esportazioni del Veneto e l’intero surplus commerciale di 18,3 miliardi di euro – elenca Carron tra le infrastrutture venete indispensabili -. Ma anche per massimizzare la rilevanza strategica e i benefici economici e ambientali di una grande opera lungamente attesa come la Pedemontana Veneta, in termini sia di collegamenti veloci e capillari con le aree interne sia di decongestione dei flussi di traffico, quindi di mobilità più sostenibile e qualità ambientale urbana». 

«In queste settimane decisive per le scelte sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – dichiara Carron – lanciamo a nome di migliaia di imprese un grande appello alla responsabilità sul futuro del nostro territorio. Chiediamo alla politica locale e agli amministratori di dare alla proposta del territorio alla regione Veneto e al governo quello spirito unitario che fino ad oggi ha fatto fatica ad emergere e da cui deriva solo un aggravarsi del ritardo e dei costi logistici che frenano le imprese. Una proposta forte, unitaria e in tempi molto stretti, che rilanci e allarghi all’asse Padova-Bassano quella del 2019 fra tre province e venti comuni sulla 308, tolga alibi alla Regione e al governo e attivi ogni via per vedere inseriti nel PNRR il completamento o la realizzazione di queste opere essenziali per la ripresa di tutto il Veneto centrale e la previsione di adeguati investimenti».

Per il vicepresidente di Assindustria Venetocentro «una proposta unitaria e condivisa del territorio potrà trasmettere il senso di urgenza, accrescere le possibilità di una risposta positiva e organica nel Recovery Plan. Sappiamo che non sarà semplice, perché il Recovery è concentrato sulle direttrici e le grandi opere strategiche, e anche rispetto ai tempi previsti dall’Ue per la progettazione e l’esecuzione dei lavori, che potrebbero costringere la Regione o il governo ad una scelta selettiva. Ma a prescindere dalle risorse del Recovery, resta l’inderogabile priorità di dare a questo territorio almeno un innesto veloce ed efficiente nella Pedemontana, che innervi in modo capillare le aree interne, per dare sollievo a una rete stradale da anni satura, inadeguata a sostenere il potenziale di sviluppo e anche l’aumento di traffico futuro con l’entrata in servizio della SPV (da 45.000 auto al giorno da Castelfranco a Padova a 80.000) e causa negli ultimi anni di mancati investimenti o di trasferimenti di attività. E di procedere nell’immediato delle infrastrutture venete alla riqualificazione urgente della 47 Valsugana». 

Già una Valsugana che è nel mirino anche nel tratto trentino, dove la giunta provinciale per il raddoppio della statale tra Castelnuovo e Grigno dove è ancora a solo due corsie di marcia ha pensato bene (o, meglio, male) di non prevedere il raddoppio dell’attuale tracciato, ma di costruire una nuova strada a due sole corsie di marcia in fregio al corso del fiume Brenta, in una zona ambientalmente delicata, lasciando l’attuale tracciato al solo traffico locale. Criticata sia dagli ambientalisti che da chi transita lungo l’arteria tutti i giorni, che evidenzia ancora una volta in più la scarsa lungimiranza del governo provinciale di centro destra a dotare il territorio delle infrastrutture che servono.

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