Dopo il caos creato dalla decisione tedesca di imporre il test Covid obbligatorio con esito negativo, redatto in inglese o in tedesco, realizzato entro le 48 ore dall’ingresso nel paese per tutte le persone provenienti dal Tirolo austriaco che si è ripercossa a catena all’ingresso in Tirolo dai valichi del Brennero, Resia e Prato alla Drava, con lunghi incolonnamenti di Tir in uscita dall’Italia, la situazione appare decisamente migliorata.
«Abbiamo molto apprezzato la reattività del Governo Draghi che ha immediatamente disposto l’apertura dei “Drive Through” organizzati dalla sanità miliare per permettere ai trasportatori in transito al Brennero di poter effettuare il test Covid obbligatorio – afferma il responsabile della commissione autotrasporto di Confetra, la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, Mauro Nicosia -. Tuttavia ci troviamo in una condizione nella quale la competitività del nostro sistema produttivo è ancora una volta messa in seria difficoltà da scelte che impongono soluzioni strutturali. La scelta del Governo austriaco di impedire il transito ai trasportatori che non hanno effettuato il Covid Test entro le 48 ore precedenti rischia, come nelle scorse ore, di mettere in ginocchio il sistema dei trasporti italiano».
Il problema dei test Covid obbligatorio è solo uno degli aspetti che rallentano l’export delle merci italiane. Per Confetra c’è anche «l’aumento indiscriminato dei costi di attraversamento dei trafori del Frejus e del Monte Bianco (che hanno raggiunto la stratosferica cifra di 470 euro a passaggio per un Tir, ndr) che rischiano di compromettere la capacità esportativa del nostro Paese – sottolinea Nicosia -. Occorre quindi affrontare la questione dell’attraversamento dell’arco alpino, ritornare ai principi che hanno ispirato i “corridoi verdi Ue” per permettere il libero transito delle merci italiane verso i paesi del centro e nord Europa garantirne quindi il libero accesso in quei mercati verso i quali si sviluppa gran parte dell’export nazionale».
Intanto, l’autoporto della Sadobre a Vipiteno ha reso noto i risultati del test Covid effettuati sugli autisti di camion: solo tre casi positivi su 1.800 camionisti testati. L’assessore altoatesino alla sanità, Thomas Widmann, si lascia andare ad un commento soddisfatto: «veramente eccezionale, è stato un capolavoro allestire in così breve tempo tutta la corsia di test. Complimenti a tutti i coinvolti».
Patrick Franzoni, direttore del progetto “Test rapidi in Alto Adige” ha ringraziato tutti per la flessibilità dimostrata: «è stato un vero e proprio un sforzo organizzativo, nell’ambito del quale vorrei soffermarmi in particolare a ringraziare il direttore medico dell’ospedale di Vipiteno, Michael Engl. per la reattività e la rapidità d’intervento. Ma anche la Croce Bianca, le forze dell’ordine, l’esercito e la protezione civile per essere intervenuti prontamente e aver tentato tutti insieme di eseguire al più presto tutti i test necessari».
Anche l’assessore provinciale alla protezione civile, Arnold Schuler, ha indicato l’accaduto come «un esempio della solidarità e dell’aiuto reciproco che caratterizzano la popolazione altoatesina».
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