Appello del presidente della Sezione Metalmeccanica Unindustria Pordenone Gianfranco Bisaro: “il sistema Italia ha minato il vantaggio competitivo all’estero”
La metalmeccanica è il cuore pulsante del tessuto economico produttivo della provincia. È stata a onor del vero la ragione che ne ha determinato il nuovo assetto istituzionale nel 1968. Facile comprenderne la strategicità. Il 4 febbraio il Comitato direttivo della Sezione Metalmeccanica di Unindustria, convocato dal presidente, Gianfranco Bisaro, troverà nella propria agenda di lavoro una serie di priorità oramai costanti dettate da una crisi sciagurata.
Nel Pordenonese (dato Infocamere), i numeri del settore sono i più importanti: 457 imprese individuali, 392 società di persone e 577 di capitale per un totale di 1.432 imprese e 1.802 localizzazioni. L’incidenza della metalmeccanica nel manifatturiero è del 44,7% in provincia, del 42,9% in regione e del 37,9% in Italia. I dati dell’ultimo trimestre 2012 sulle variazioni tendenziali rivelano un costante peggioramento in coincidenza con la caduta della domanda estera, fattore comune ad altri segmenti. Il calo di produzione è stato del -4,4%, la cosiddetta componente estera ha registrato la seconda riduzione consecutiva pari a -1,7%.
Secondo Bisaro, interprete di un’analisi tanto pragmatica quanto impietosa, “la crisi industriale non dipende esclusivamente da quella economico finanziaria del 2008 ma ha radici molto più profonde e retroattive nel tempo. Costo dell’energia – dice – peso della burocrazia, scarso investimento statale in infrastrutture e costo del sistema Italia nel suo insieme, hanno minato il vantaggio competitivo con i nostri diretti concorrenti Europei e mondiali. L’imprenditore è disorientato e amareggiato! La Sezione vuole essere il centro di coesione per far rispolverare l’orgoglio imprenditoriale e supportare l’imprenditore nel suo percorso di miglioramento della gestione manageriale dell’impresa”
Negli ultimi vent’anni, prosegue Bisaro, “la crescita industriale italiana è stata lenta con valori sempre a una cifra o a frazione di essa. La scarsa propensione ad investire in ricerca e sviluppo da parte dell’imprenditore, troppo attento nella ricerca di strumenti d’intervento statale ci danno l’indicazione di quanto l’imprenditore abbia perso credibilità nella propria impresa, nelle proprie capacità creative, innovative e manageriali. Tutto ciò fa scattare il sospetto che alcuni miei colleghi stiano progressivamente perdendo l’orgoglio e l’interesse di fare impresa, sostituendoli con piena rassegnazione. L’auto motivazione si disperde e l’imprenditore scivola nell’individuare i propri limiti nel sistema Italia o nei salotti ristretti di gestori internazionali”. A parere di Bisaro è forse mancata al sistema la capacità di trasformare l’imprenditore in manager, perché “fare impresa vuol dire investire sul progetto imprenditoriale individuato o creato e ritenuto vincente. Partendo da qui e solo da qui l’imprenditore individua uomini funzionali al business, li motiva, li organizza e li guida nel raggiungere obiettivi condivisi e ben dettagliati. Segna chiaramente la meta e la strada da percorrere. Sono i momenti di difficoltà che fanno riscoprire che lo stare insieme è importante, per confrontarsi, per stimolare idee, per collaborare in business comuni, per affrontare le sfide internazionali. In questo mio primo anno di presidenza della sezione – continua Bisaro – ho visto il nostro socio non solo riscoprire la grande professionalità della struttura Unindustria ma voler essere sempre più partecipe, con la propria esperienza, nell’apportare valore aggiunto all’associazione, agli altri soci e al territorio perché insieme si vince!”
Il primo direttivo 2013 della Sezione Metalmeccanici è uscito dalla sede di Pordenone per approdare al centro direzionale del Consorzio Ponterosso di S. Vito al Tagliamento, ospite del presidente Gino Gregoris. Per conoscersi meglio e condividere. È il primo dei cinque direttivi itineranti, allargati alla base associativa, che “abbiamo deciso di svolgere nel 2013 – ha aggiunto Bisaro – e ogni anno a venire, per far conoscere in maniera più approfondita agli Associati le realtà industriali della provincia in primis, del Triveneto e delle nazioni limitrofe. Realtà che, nonostante la crisi, concorrono ancora a mantenere il sistema Italia al secondo posto della manifattura d’Europa, secondi solo alla Germania”.