“Evasori d’Italia”, l’ultimo libro di Giuseppe Bortolussi

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libro Bortolussi Evasori ditalia 1Edito da Sperling & Kupfer, il segretario della Cgia esamina da vicino i potenziali rimedi per combattere l’evasione fiscale

Da qualche settimana è nelle librerie l’ultimo lavoro editoriale di Giuseppe Bortolussi “Evasori d’Italia” (Sperling & Kupfer, 224 pagine). Nel libro il segretario della Cgia di Mestre si propone di capire se il contrasto di interessi rappresenti la medicina per combattere l’evasione o, invece, costituisca uno strumento invocato da molti come miracoloso, ma in realtà poco efficace, così come dimostrano i risultati ottenuti nei Paesi che l’hanno applicato: Cipro Nord, Bolivia, Grecia e Turchia. Anche le esperienze italiane delle detrazioni Irpef del 36% sulle ristrutturazioni edilizie e quelle del 55% sull’installazione d’impianti che garantiscono la riqualificazione energetica, non hanno dato luogo a nessun risultato economico. Anzi, le casse dello Stato perdono ogni anno 2,4 miliardi di euro.

Alla fine della lettura si scopre che per sconfiggere veramente l’evasione fiscale Bortolussi suggerisce sia più opportuno concentrare l’attenzione e l’azione di contrasto non tanto su scontrini e ricevute fiscali, ma su ciò che non si vede “da fuori” e su chi si avvale di strumenti finanziari sofisticati, giochi di bilancio e “scatole cinesi” per aggirare il fisco. A supporto di questa tesi, è importante riportare quanto dichiarato dall’ex comandante generale della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo, nell’audizione alla VI Commissione finanze nel febbraio 2012. Grazie ad una brillante operazione degli uomini delle Fiamme gialle è stata sequestrata una sola fattura falsa che ammontava a circa 1 miliardo e 200 milioni di imponibile e oltre 230 milioni di Iva: la contabilizzazione di questa fattura ha permesso alla grande impresa che l’ha utilizzata di risparmiare oltre 500 milioni di euro tra Ires (Imposta sul Reddito delle Società con personalità giuridica) e Iva. Riferendosi solo all’Iva evasa, ha affermato l’ex generale, è come se “per due mesi, nessun bar rilasciasse lo scontrino fiscale per tutti i 70 milioni di cappuccini o espressi consumati quotidianamente dagli italiani”.

Una lettura interessante, come sempre accompagnata da numerosi ed interessanti dati raccolti dall’Ufficio studio dell’associazione artigiana mestrina.