Emilia Romagna: nel 2020 erogate 420 milioni di ore Cig e persi 40.000 posti di lavoro

L’indagine della Cgil evidenzia il record storico degli ammortizzatori in regione.

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La crisi da Covid-19 si è fatta pesantemente sentire sull’economia dell’Emilia Romagna: secondo l’indagine condotta dalla Cgil, nel 2020 sono state consumate 420 milioni di ore di Cig, cassa integrazione per una cifra superiore al periodo 2014-2019 e anche al triennio della grande crisi 2009-2011. Non solo: la crisi da Covid-19 ha colpito duramente anche i posti di lavoro, falcidiando 40.000 posizioni in regione. 

Nel dettaglio, sono state 295 milioni le ore di Cig ordinaria, straordinaria e in deroga cui si aggiungono 123 milioni di ore di assegni dei Fondi di solidarietà, per un totale di circa 420 milioni di ore autorizzate. Il ricorso alla cassa integrazione è stato di 174.414.770 ore per gli operai e di 120.293.367 ore per gli impiegati. 

«Sono dati impressionanti. – commenta la Cgil Emilia Romagna -. Il bilancio del 2020 è quello di un anno drammatico. Se non si è trasformato in una vera e propria catastrofe sociale generalizzata è solamente perché le organizzazioni sindacali hanno richiesto con forza ed ottenuto dal Governo la copertura della Cig, il blocco dei licenziamenti, le indennità per gli esclusi. Nonostante questo, tantissimi sono i lavoratori rimasti esclusi da ogni sostegno, a partire dai più precari. Parliamo di mezzo milione di persone in Italia, oltre 40.000 in Emilia Romagna, che hanno perso il lavoro».

A giudizio della Cgil Emlia Romagna, alla luce di quanto accaduto nel 2020, «il Governo ora, per evitare che il 2021 sia l’anno di crisi delle imprese e dei licenziamenti, deve assumere decisioni forti per tamponare l’emergenza: proroga generalizzata degli ammortizzatori sociali crisi da Covid-19 e proroga del blocco dei licenziamenti fino alla fine dell’emergenza sanitaria, riforma dei contratti di solidarietà difensiva, riduzione dell’orario di lavoro anche attraverso la formazione del Fondo Nuove Competenze, proroga di Naspi e Dis-Coll rivedendo il decalage, attivando contemporaneamente una strategia di rilancio complessivo del Paese: riforma degli ammortizzatori sociali in senso universalistico dando risposte a tutti i settori e le forme di lavoro anche autonome e parasubordinate, riforma del mercato del lavoro».

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