Confcommercio: consumi in calo a Natale

Sangalli «il 2021 parte in salita». Quadro negativo anche per l’indicatore di Confimprese EY.

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commercio a gennaio

Crollano le delle spese delle famiglie italiane, che anche a Natale non si avvicinano ai livelli pre-Covid: l’indicatore Confcommercio registra consumi in calo a dicembre registra di ben l’11,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, sintesi di riduzioni del 41,3% per i servizi, i più colpiti dalle misure restrittive, e dello 0,6% per i beni. 

Nel complesso del 2020 l’indicatore segna un calo del 14,7%, con una riduzione del 30,3% per i servizi e del 7,9% per i beni. Fanno eccezione a questo andamento solo le spese per l’alimentazione domestica (+2,1%) e per le comunicazioni (+8,7%).

Il crollo dei consumi si riflette sull’andamento del Pil nazionale: Confcommercio stima per gennaio un calo dello 0,8% su base mensile, dato che porta a una flessione del 10,7% rispetto allo stesso mese del 2020. La contrazione è influenzata dalla riduzione del 3% registrata nel quarto trimestre del 2020 su base mensile e del 7,5% su anno, per una chiusura annua a -9%. 

«Il 2021 inizia più in salita del previsto – osserva il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – per via dell’emergenza Covid-19 in pieno svolgimento, dati sui consumi in calo e Pil nazionale in forte riduzione. Difficile immaginare il rimbalzo previsto dal Governo nei prossimi mesi. Una situazione gravissima che rischia di peggiorare con la crisi politica in atto. Le imprese che sono allo stremo – secondo Sangalli – hanno bisogno di tre certezze: indennizzi immediati e commisurati alle perdite subite, regole chiare sulla riapertura delle loro attività, un progetto condiviso sull’utilizzo efficace del “New Generation UE”». 

Un quadro complesso, confermato anche dall’analisi diffusa da Confimprese EY. Ancora fortemente negativo sul fronte dei consumi il mese di dicembre che registra un calo del -46,6%, sia pure in ripresa rispetto a novembre (-67,1%). L’anno 2020 si chiude a -38,9% rispetto al 2019 con la ristorazione in maggiore sofferenza a -46,8%, seguita dall’abbigliamento a -38,3% e altro non alimentare a -26,9%. 

Centri commerciali e outlet crollano per effetto del protrarsi delle restrizioni che li obbligano alla chiusura nei fine settimana, con simmetrico aumento di traffico e assembramenti nei centri città. Effetto negativo che si ripercuote sul dato complessivo di dicembre, fermo a -54,7% e -41,1% su base annua. Anche le previsioni per i prossimi mesi al momento appaiono a tinte fosche.

Preoccupato per la stretta dei consumi il Codacons: «nemmeno il Natale ha salvato i consumi e durante le feste le famiglie hanno tirato la cinghia, riducendo la spesa per regali, alimentari, addobbi, ecc. – commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Alla base del crollo dei consumi di dicembre l’emergenza Covid che da un lato ha impoverito una larga fetta di popolazione, dall’altro ha imposto limiti e divieti che hanno avuto effetti diretti sugli acquisti». Il Codacons calcola che ogni famiglia nel 2020 ha speso circa 4.615 euro in meno, con uno scenario 2021 tutt’altro che positivo.

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