Il gruppo Athesia condanna a morte il giornale “Trentino”

Dopo 75 anni, sabato 16 gennaio ultimo numero in edicola. Continuerà come testata digitale. Gli effetti di monopolio editoriale che in Trentino Alto Adige controlla tutti i giornali a stampa e la principale radio.

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giornale trentino

Il giornale Trentino chiude: qualcuno se lo aspettava già qualche anno fa, quando il gruppo Athesia, la realtà editoriale leader nell’informazione in lingua tedesca, iniziò la sua azione di espansione anche sull’informazione di lingua italiana, dapprima lanciando dei quindicinali gratuiti di alterna fortuna per poi acquistare le testate a stampa storiche come Alto Adige, Adige e Trentino, oltre alla principale radio della regione, Radio Dolomiti, in pancia alla proprietà dell’Adige.

Sono passati pochi esercizi che l’esito del monopolio editoriale ha portato al suo primo esito: la chiusura del giornale Trentino a causa di vendite sempre più ridotte (non è che all’Adige e all’Alto Adige vadano poi tanto meglio).

In un lungo comunicato la SieSocietà Iniziative Editoriali che possiede materialmente le testateTrentino” e “Alto Adige” argomenta la chiusura a causa dell’andamento delle vendite crollate a seguito della pandemia da Covid-19, informando che la testata sopravvivrà nella sua forma di portale digitale.

Così, dopo 75 anni di pubblicazione, sabato 16 gennaio cessa la pubblicazione del giornale Trentino, con le maestranze giornalistiche che andranno in cassa integrazione, mentre il personale amministrativo nulla cambierà rispetto alla situazione già in essere.

Immediata la reazione da parte del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige che esprime in una nota «sconcerto e manifesta la propria solidarietà ai colleghi del quotidiano Trentino del quale la proprietà, rappresentata dalla Società Iniziative Editoriali ha annunciato, improvvisamente, la chiusura». Secondo il Consiglio dell’Ordine si tratta di «una decisione che indebolisce il panorama dell’informazione regionale e che priva i lettori di una testata storica da sempre distintasi per completezza ed indipendenza». 

Lacrime di coccodrillo anche dalla politica che parla di impoverimento dell’offerta informativa meravigliandosi della decisione repentina del gruppo Athesia guidato da Michl Ebner. Ma la politica dovrebbe semmai riflettere sulle proprie lacune, sul fatto che non è mai intervenuta per evitare la concentrazione in capo ad un unico gruppo editoriale di tutte le principali testate giornalistiche (i limiti dell’antitrust editoriale vale solo a livello nazionale, non regionale: un pesante limite della legge Gasparri che andrebbe corretto) e, soprattutto, a non supportare il panorama editoriale locale, in fortissima difficoltà per il drastico calo della pubblicità e delle campagne informative da parte degli enti pubblici.

Sarebbe utile che, nell’ambito delle azioni di intervento a favore dell’economia locale danneggiata dalla pandemia, ci fosse uno stanziamento anche a favore dell’editoria, che può essere diretto come mero indennizzo che come commesse per assicurare la diffusione della comunicazione istituzionale, trasformando l’erogazione in un investimento volto a fare riprendere il settore, ad privilegiando le testate minori, quelle prive di agenzie di raccolta della pubblicità che assicurano la ricchezza e la pluralità dell’informazione, oggi troppo monocorde.

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