Frontex, arrivi di immigrati clandestini dai Balcani in crescita nel 2020

La regione Friuli Venezia Giulia stanzia 150.000 euro per ripulire i boschi della “rotta balcanica” trasformati in discariche dal passaggio dei clandestini.

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riammissioni in slovenia immigrati clandestini

Secondo i dati forniti da Frontex, nel 2020 il numero degli arrivi di immigrati clandestini dai Balcani occidentali «è aumentato di oltre tre quarti, raggiungendo circa 27.000 unità».

A preoccupare Frontex è «il numero di arrivi illegali nel Mediterraneo centrale che è quasi triplicato fino a superare i 35.600, rendendola la rotta migratoria più attiva in Europa. Nonostante il forte aumento delle partenze dalla Tunisia, i migranti irregolari rilevati su questa rotta erano partiti dalla Libia». 

Le isole Canarie, territorio spagnolo posto dinanzi alle coste del Marocco in Africa, hanno registrato un numero record di arrivi di clandestini sulle sue coste nel 2020, principalmente a causa di un aumento significativo negli ultimi quattro mesi dell’anno. In totale, sulla rotta migratoria dell’Africa occidentale sono stati rilevati oltre 22.600 attraversamenti illegali delle frontiere, otto volte il conteggio dell’anno precedente: il numero più alto da quando Frontex ha iniziato a raccogliere dati nel 2009.

L’aumento del numero dei passaggi degli immigrati clandestini dai Balcani ha trasformato i boschi del confine tra Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia in una discarica a cielo aperto, tanto da rendere necessaria un’azione di bonifica ambientale straordinaria. 

L’assessore regionale alla sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha stanziato 150.000 euro per ripulire: «è intollerabile che aree di pregio naturalistico come la riserva della Val Rosandra si trasformino in discariche di vestiti e di rifiuti abbandonati dagli irregolari in transito. Noi come Regione ci facciamo carico della pulizia dei boschi, ma ora Roma batta un colpo».

Lo stanziamento della regione è stato assegnato ai comuni di Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sgonico e Trieste per effettuare la pulizia dei boschi. «Chi attraversa clandestinamente la frontiera – ha ricordato Robertiabbandona poi gli abiti per cancellare ogni traccia del passaggio attraverso la Slovenia per evitare la riammissione: così intere aree diventano discariche a cielo aperto».

«Oggi ci facciamo carico di quest’onere – ha aggiunto Roberti -, ma pretendiamo che da Roma arrivi un segno di vita e ci si accorga che il Friuli Venezia Giulia non può addossarsi, oltre ai costi sociali e sanitari, anche quelli ecologici della rotta balcanica. Pretendiamo che il nostro territorio venga salvaguardato sotto tutti gli aspetti e che finalmente ci sia un risveglio davanti al problema dell’immigrazione irregolare. È legittimo – ha concluso Roberti – che il Governo abbia, sul tema dell’accoglienza, visioni diverse dall’amministrazione regionale, ma di quelle visioni non può essere il Friuli Venezia Giulia a pagare il dazio».

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