Per il Friuli Venezia Giulia due leve europee sono fondamentali per assicurare risorse finanziarie all’economia della regione: il Por-Fesr 2021-2027 e il programma Interreg Italia-Slovenia. Il primo vale circa 290 milioni di euro spendibili nel periodo di validità del programma, mentre per il secondo non c’è ancora nulla di definito, anche se il la regione è stata confermata dall’Europa come Autorità di gestione, grazie alla buona prova gestionale del programma che si è appena chiuso.
Per l’assessore regionale Barbara Zilli «dalle prime informazioni ricevute dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, ai fini della quantificazione di massima delle risorse Fesr che saranno messe a disposizione del futuro programma regionale, si è previsto un incremento del 26% delle risorse rispetto al periodo di programmazione 2014-2020, ipotizzando pertanto un importo di riferimento complessivo di 290 milioni di euro, rispetto ai 230 milioni della programmazione precedente»
Il processo di partenariato e percorso partecipativo ha improntato il Por-Fesr su due indirizzi principali: da un lato, l’innovazione e la competitività del sistema produttivo; dall’altro, la valorizzazione delle risorse territoriali in funzione dell’avvio di nuovi processi di sviluppo locale. Nel primo obiettivo rientrano azioni di ricerca, innovazione e sviluppo di nuove tecnologie per accrescere la capacità propria del tessuto economico di creare valore e di competere sui mercati globali, anche in un’ottica di internazionalizzazione delle imprese. Del secondo obiettivo fanno parte soprattutto le azioni che incidono sull’attrattività e sui fenomeni di spopolamento, impoverimento e marginalizzazione dei territori, con particolare riguardo alla montagna e alle zone collinari.
«Il Por-Fesr diventa ancor più oggi una leva strategica di rilancio dell’economia regionale e dovremo essere in grado di giungere ad una sua adozione ufficiale entro il 2021 per attivare subito risorse importanti ed evitare di incorrere nel meccanismo europeo che congela i fondi comunitari non utilizzati entro due anni dall’avvio del programma» ha sottolineato Zilli.
Lo scenario di riferimento da cui prende le mosse la bozza del Por-Fesr 2021-2027 tiene conto di alcuni effetti della pandemia sull’economia regionale: nel solo periodo marzo-maggio 2020 la chiusura delle attività ha interessato in termini di valore aggiunto il 30% dell’economia regionale; nel bimestre marzo-aprile 2020, oltre la metà delle imprese del NordEst ha registrato perdite di fatturato superiori al 50%.
Quanto al programma Interreg Italia-Slovenia «siamo molto soddisfatti del bilancio del settennato appena concluso e ci apprestiamo ad iniziare il prossimo mantenendo il ruolo di Autorità di gestione del programma – afferma Zilli -. Si tratta di un prestigioso riconoscimento, anche dinanzi alle legittime ambizioni della Slovenia a subentrare nel ruolo, che l’Unione Europea ci ha riconosciuto per la qualità della gestione efficiente delle risorse. Anche nel prossimo settennato vogliamo continuare sulla stessa linea».
Il mantenimento della guida del programma «consente di proseguire alcune iniziative appena abbozzate e a spingere su temi di comune rilevanza tra le due realtà territoriali coinvolte, a partire dalla recentissima nomina di Gorizia-Nova Gorica come Capitale europea della cultura 2025 – dice Zilli -. Tra le nuove iniziative, punto a rafforzare la collaborazione virtuosa tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia per supportare le aree periferiche del territorio, rafforzandone l’attrattività anche grazie alla disponibilità dei servizi di base, a partire dalla banda larga che è fondamentale per avvicinare le persone e le aziende al mondo. Allo stesso modo vanno valorizzati i piccoli centri che in questo periodo stanno vivendo una nuova attrattività, con molti che abbandonano le grandi città per la periferia, ritenuta più sicura. Vogliamo lanciare un fondo per chi acquista e ristruttura case nelle località montane, oltre a rilanciare in ottica di sostenibilità ambientale, agricola e turistica del Carso».
Quanto ai fondi del programma Interreg Italia-Slovenia «non c’è ancora alcuna chiarezza sulle risorse che avremo a disposizione, oltre al fatto che non si è ancora deciso se il programma avrà autonomia finanziaria e programmatica – puntualizza Zilli -, o se saremo meri soggetti attuatori di decisioni prese a Roma o a Bruxelles. Se prevarrà quest’ultimo scenario, il rischio è di sprecare soldi in attività non condivise con il territorio».
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