Veneto, l’agricoltura ha tenuto, nonostante la siccità

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Conferenza stampa annata agraria. da sinistra Censori Manzato e Pizzolato 1
Conferenza stampa annata agraria. da sinistra Censori Manzato e Pizzolato 1Diffuse dall’assessore regionale Manzato i dati relativi all’annata agricola 2012: “necessario razionalizzare il settore primario”

Nel 2012 l’agricoltura veneta ha sostanzialmente tenuto, secondo i dati di Veneto Agricoltura diffusi a Legnaro (Padova), considerato che lo scorso anno l’andamento meteorologico anomalo, caratterizzato da temperature alte ed un prolungato periodo di siccità che ha penalizzato il comparto agricolo, in particolare mais e soia.

Confortato da dati che confermano i punti di forza dell’ agricoltura e dell’agroalimentare veneto, l’assessore regionale all’agricoltura, Franco Manzato ha ribadito la necessità di razionalizzare le risorse pubbliche e supportare con efficienza il tessuto economico del settore primario in grado di creare reddito e lavoro. Manzato ha indicato la linea: dimensioni aziendali adeguate, sostegno a ricerca ed innovazione, rafforzamento dell’ufficio regionale in Europa, lotta alla contraffazione, in vista della nuova Politica agricola comunitaria e il nuovo Programma di sviluppo rurale.

Il fatturato complessivo del settore, grazie ai prezzi in crescita, si è attestato su un livello leggermente superiore rispetto al 2011 (5,27 miliardi di euro, +0.5%). Sulla produzione delle coltivazioni agricole domina però, mediamente, il segno negativo, proprio a causa dell’andamento meteorologico sfavorevole. Cresce lievemente il valore della produzione (+0.5%), diminuisce il numero delle imprese agricole (-2,1%, soprattutto ditte individuali, mentre aumentano società di persone e di capitali); continua l’incremento del numero di occupati (+11%, più donne e dipendenti) dell’export di prodotti agroalimentari (+9%) e si riduce il deficit della bilancia commerciale (-32%). La contrazione delle aziende ha interessato tutte le province ad esclusione di quella di Belluno: Padova (-3,1%) e Venezia (-2,9%) dimostrano perdite superiori alla media regionale. Verona, con 17.100 imprese agricole attive (-2,1%) si conferma la prima provincia in Veneto (23,5% delle aziende), seguita da Treviso (15.430, -1,2%) con il 21,2% e Padova (14.940 aziende), dove si localizza il 20,5% delle imprese agricole regionali.

Le produzioni sono aumentate per i cereali autunno-vernini (frumento tenero +26%, frumento duro +11% e orzo +6%) e in diminuzione per quelli primaverili-estivi (mais -35%, riso -10%). Il mais si conferma prima coltura in Veneto con 270.000 ettari (+10%), in rialzo anche la superficie a frumento tenero (+4%), mentre calano gli ettari coltivati a frumento duro (-5%), orzo (-9%) e riso (-15%). Sul fronte delle colture industriali, c’è stata una ripresa degli ettari per barbabietola da zucchero (+39%, della produzione +23%), ma per il meteo cala la resa (-12%). Anche la soia ha sofferto la siccità estiva (-43%), calo dovuto anche alla contrazione della superficie (-11%); bene i prezzi di mercato, piuttosto elevati soprattutto in corrispondenza della nuova campagna di commercializzazione. Male per tabacco (-37% conseguenza di una notevole diminuzione della superficie -46%), girasole (-13%) e colza (-16%). Buona, invece, la tenuta per patate e ortaggi che confermano le superfici aumentando leggermente il valore della produzione (+1,2%). I mercati per queste colture sono stati altalenanti: il prezzo medio annuo ha subito un calo per radicchio (-8%) e patata (-15%); rialzi invece per lattuga (+18%) e fragola (+24%).
In “rosso” le colture frutticole: melo -5%, pero -12%, pesco -13%. Tuttavia, la minore offerta e la buona qualità del prodotto hanno consentito di spuntare prezzi vantaggiosi. La vitivinicoltura ha subito una contrazione produttiva significativa sia in termini di produzione di uva (-7%) che di vino (-13%) a causa dell’andamento meteorologico anomalo. La contrazione dell’offerta ha sostenuto però i listini, determinando per il terzo anno consecutivo l’aumento dei prezzi delle uve (mediamente +10%) e un’ottima tenuta di quelli dei vini. Risultati alterni, ma complessivamente positivi per la zootecnia. Il prezzo del latte, la cui produzione si è da qualche anno stabilizzata intorno a 11 milioni di quintali, ha subito una contrazione di circa il 5% dopo la ripresa dell’anno precedente. Bene le vendite di carne bovina e suina (rispettivamente +10% e +5%), stabili le quotazioni degli avicoli e in notevole aumento il prezzo delle uova. Il forte incremento di prezzo di mais e soia nella seconda parte dell’ anno ha ridotto significativamente il margine di redditività degli allevamenti. Riguardo alla pesca, c’è stato un calo dei quantitativi raccolti nei primi 6 mesi del 2012 da quella marittima a livello regionale (-3%), mentre il prezzo medio di vendita del pescato è sceso di circa il 9%. Note positive invece dalla produzione di molluschi bivalvi, tornata a livelli di normalità dopo la crisi che ha attanagliato il settore dal 2008 al 2011.