Finozzi: “cinquant’anni fa una primogenitura di Treviso e della sua inventrice, Ada Campeol”
In meno di mezzo secolo, il trevigiano tiramisù ha giustamente una platea mondiale che il 17 gennaio dedica una giornata quello che in pochi decenni è divenuto il dolce a cucchiaio più famoso del pianeta, facile da preparare, eccellente, nutriente come era nelle intenzioni di chi gli ha dato i natali: Ada Campeol, proprietaria del ristorante “Alle Beccherie”, nel cuore di Treviso, coadiuvata dall’allora giovanissimo cuoco Roberto “Loli” Linguanotto.
Lo ricorda l’assessore al turismo del Veneto, Marino Finozzi alla vigilia della “Giornata Mondiale del Tiramisù”, per “fissare una verità storica certa”, per richiamare come “tutte le grandi pietanze sono figlie dell’inventiva e del territorio” e per ricordare che con Tiramisù e Prosecco, la Marca Trevigiana, e anche attraverso questa il Veneto, è di fatto uno dei massimi punti di riferimento dell’enogastronomia mondiale.
La signora Ada creò il “Tiramesù”, poi italianizzato in tiramisù, quando stava allattando il figlio, come “energetico”, componendo in un “unicum” perfetto ed equilibrato ingredienti sostanziosi già consumati per dare forza, come lo “sbatudin” (l’uovo sbattuto), i savoiardi con il caffè, il mascarpone. E’ nato così, questo dolce tanto facile da preparare quanto entusiasmante, divenuto in brevissimo tempo il più conosciuto e ricercato del mondo nel suo genere. Il Web, secondo una ricerca di Assolatte, evidenzia come i cinesi siano tra i maggiori estimatori del Tiramisù, dolce che è citato nei siti internet in cinese oltre 14 milioni di volte.
“La giornata mondiale del Tiramisù è un’occasione per riaffermare una verità storica – ha ribadito Finozzi – e direi culturale, perché è grazie alle tante invenzioni più sagge che segrete, dove il primo ingrediente è la passione e il secondo è il buon gusto, che l’enogastronomia veneta si è fatta strada tra le migliori dei cinque continenti e collabora al successo turistico del Veneto, con i suoi 63 milioni di pernottamenti, dei quali circa il 62% generati da ospiti stranieri, che “tiene” in un settore che ha conosciuto nel 2012 un crollo di presenze in quasi tutto il resto d’Italia”.