Andiamo a prenderci questo Mes!

Sarebbero 37 miliardi di euro a condizioni molto favorevoli che una parte della politica non vuole assolutamente utilizzare. Di Mauro Marino, nato a Peschiera del Garda, esperto di economia.

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Oramai che siamo quasi alla fine di questo 2020 possiamo affermare senza ombra di dubbio che quest’anno, dal punto di vista economico, è stato per il mondo e ovviamente anche per l’Italia il peggior anno dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. 

Guardando le statistiche infatti, all’attualità, nel mondo abbiamo oltre 63.000.000 di contagiati e quasi 1.600.000 di decessi. In Italia la situazione dal punto di vista sanitario è altrettanto drammatica con oltre 1.600.000 contagi da Covid-19 e circa 56.000 decessi. Se invece andiamo a guardare i dati economici, tralasciando gli altri Paesi di cui non conosciamo esattamente la situazione possiamo affermare che nell’anno che va a concludersi ci saranno almeno 700.000 posti di lavoro persi. Ma ovviamente questo dato risente del blocco dei licenziamenti che il Governo ha attuato dapprima fino al 31 dicembre 2020 e successivamente fino al 31 marzo 2021. È del tutto evidente che quando terminerà questa protezione in pochissimo tempo i posti di lavoro persi raddoppieranno e faremo i conti con almeno 1.500.000 posti di lavoro in meno, in Italia, in poco più di un anno.

Il PIL quest’anno, nonostante le ottimistiche affermazioni del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si assesterà almeno in un meno 11%. Il debito pubblico, infine, aumenterà vertiginosamente fino ad arrivare al 160% sul PIL.

Gli unici rilevatori economici abbastanza positivi sono lo spread, Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi che, grazie anche alla BCE Banca Centrale Europea che compra titoli di Stato italiani, si è stabilizzato intorno ai 120 punti base. E la Borsa che dopo il tracollo dei mesi di marzo e aprile, ora anche grazie alle buone notizie sui prossimi vaccini anti Covid-19 delle grandi multinazionali, sta recuperando molto e che ci fa prevedere che alla fine dell’anno ci sarà una perdita di non più del 20% rispetto ad inizio anno. Possiamo tranquillamente affermare che in piena Pandemia questo è un dato assolutamente positivo.

L’Europa stavolta, a differenza di altre occasioni, non ha potuto far finta di niente e ha messo sul tappeto alcune misure per affrontare questa terribile crisi economica.

La prima è stata il SURE. Ha stanziato quasi 100 miliardi di euro tramite il SURE (una forma di cassa integrazione europea). All’Italia sono stati concessi circa 27 miliardi sotto forma di prestiti ad interessi agevolati, di cui 10 miliardi già erogati.

Poi abbiamo il Next Generation Eu. Che è la fetta più consistente di aiuti. Un piano straordinario di aiuti economici in maggior parte dei prestiti e per una parte minoritaria a fondo perduto. Anche qui all’Italia era stata assegnata la fetta più grossa. 127 miliardi di euro di prestiti e circa 82 miliardi a fondo perduto per un totale di circa 209 miliardi. Proprio in questi giorni alcuni Paesi come l’Ungheria, Polonia e Slovenia stanno contestando queste cifre. La decisione finale pertanto sarà rinviata di qualche mese e i primi fondi non saranno disponibili prima della metà dell’anno 2021. 

Ed infine abbiamo il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, detto anche Fondo Salva Stati è un’organizzazione internazionale nata come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro. Il sostegno, però, è sottoposto ad una stretta condizionalità. Si tratta di uno strumento a disposizione dell’Unione Economica e monetaria e gli Stati per ottenerlo devono adottare le misure necessarie alla stabilità economica avendo come punto fermo il principio della responsabilità delle finanze pubbliche.

Non è uno strumento nuovo. Esiste infatti dall’anno 2011 ed è già stato utilizzato dalla Grecia, Irlanda, Portogallo, Malta, Cipro che ne hanno usufruito quando erano in una situazione particolarmente difficile e onestamente bisogna dire che soprattutto per la Grecia e Malta restituire il prestito ha costretto i cittadini di quegli Stati a fare dei sacrifici enormi.

Chiariamolo subito. Questo non è un contributo dato a fondo perduto, è un prestito a tutti gli effetti, ma a condizioni economiche molto vantaggiose. Stiamo parlando dello 0,08% annuo. E oltretutto l’importo è anche cospicuo, circa 37 miliardi di euro. La condizione è che il richiedente cioè lo Stato si impegna a usare i fondi per la crisi pandemica per sostenere il finanziamento delle spese sanitarie, di cura e prevenzione, dirette o indirette dovute al Covid-19. Questa sarebbe una enorme possibilità da parte dell’Italia per rifondare completamente la sanità pubblica.

Ora è indubbio che tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni hanno impoverito il capitolo di spesa sanitario. Da una parte, per motivi politici hanno aumentato moltissimo (soprattutto in certe regioni) gli organismi privati; dall’altra, per diminuire i costi hanno ridotto le strutture. Per esempio, nei piccoli centri gli ospedali e i Pronto soccorso sono stati chiusi e sono stati accorpati in mega centri situati nelle grandi città.

Con questi danari si potrebbe concepire la sanità pubblica in modo diverso. Implementando la presenza sul territorio e con strutture ospedaliere non ossessionate dai bilanci. Un paese civile deve anche avere un sistema sanitario moderno, efficiente, e con personale professionalmente preparato. Un paese che dia a tutti i cittadini sicurezza e garanzia. Che si applichi cioè una riforma di ampio respiro per far sì che quella che era stata definita “una delle migliori sanità pubbliche d’Europa” ritorni tale.  

https://mauromarinoeconomiaepensioni.com/

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