Osservatorio consumi Confimprese-Ey: a ottobre gelata generale

Severo calo dei consumi con un -24,7%, in peggioramento rispetto al -13,5% di settembre. Il progressivo annuo 2020 vs 2019 si attesta così a -33,5%. 

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Federazione Moda Italia-Confcommercio Osservatorio consumi Confimprese-Ey

Peggiora e tanto, secondo l’Osservatorio consumi Confimprese-EY, l’andamento dei consumi nel mese di ottobre con una flessione, ampiamente prevista, del –24,7% in forte calo rispetto ai dati che abbiamo letto ad agosto e settembre. Il dato del progressivo anno si attesta al -33,5%, che sale al -41% se si considerano gli 8 mesi marzo-ottobre. La situazione è in decisivo peggioramento per effetto delle restrizioni adottate in ottobre con le chiusure dei centri commerciali nei fine settimana. 

Queste le principali evidenze registrate dall’Osservatorio consumi Confimprese-EY, su cui pesa il pessimismo dovuto al susseguirsi delle restrizioni territoriali, che blocca i consumi ed è indice di una situazione economica difficile.

Sul mese di ottobre perde terreno la ristorazione (-27,2%) con 11 punti rispetto a settembre, anche se il settore che ha perso maggiormente è l’abbigliamento con -26,5% (-12,9 punti in settembre), mentre altro non alimentare è 15 punti percentuali migliore (-12,2%).

Tra i canali, continua la discesa inarrestabile del settore viaggi con -64,6%, che porta a -60,3% il progressivo anno e -71,1% negli 8 mesi marzo-ottobre. Continua, dunque, la desertificazione di aeroporti e stazioni per effetto della mancanza del turismo straniero e dell’indotto nel commercio, nei bar e ristoranti, che si riflettono di conseguenza sull’intera filiera. 

Secondo l’Osservatorio consumi Confimprese-Ey le aree NordEst e Sud riportano dati migliori rispetto alle aree NordOvest e Centro. In particolare, negative Lazio, Sardegna, Liguria e Toscana, anche se la maglia nera va alla Campania con -31,5%.

Un’analoga situazione si riflette anche nell’analisi delle Pta (Primary trade area). Le “high street” (-31,3%) mantengono l’andamento peggiore già registrato nei mesi precedenti, testimonianza delle mutate attitudini di consumo dei consumatori, che privilegiano la vita di quartiere anche a causa della scarsa mobilità. Tuttavia, si registra un notevole calo anche nei centri commerciali -26.5%, negli outlet -16,3%, mentre i negozi che resistono di più si trovano nelle altre località -20,8%.

«Il mese di ottobre gela la lenta ripresa dei consumi – commenta Mario Maiocchi, direttore Centro Studi Confimprese –. L’introduzione di misure restrittive nelle grandi superfici di alcune regioni e nella ristorazione, insieme a un clima di preoccupazione per il rinvigorire dei contagi e alla confusione generata nei consumatori da un susseguirsi di regole e limitazioni in continuo cambiamento e sovrapposizione nazionale, regionale e comunale, hanno contribuito a questa brusca inversione di trend. Il timore è che si possa prospettare ancora per i prossimi mesi un’alternanza di periodi simili al primo confinamento (-77,9%) e al post confinamento (-21,4%) con le pesanti conseguenze che si possono immaginare sulla tenuta del settore».

«Le vendite dei settori dettaglio non alimentare e ristorazione – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY – hanno dimostrato di essere fortemente legate alle misure di limitazione dell’apertura dei punti vendita, mentre il consumatore ha dimostrato che, ove possibile, vuole ritornare a spendere e ad avere una vita sociale. Per il mese di novembre prevediamo cali differenziati a seconda del tempismo delle regioni nell’adottare le misure restrittive alle varie attività commerciali. Per fare un esempio, già ad ottobre si registrano 20 punti di differenza nella ristorazione tra il canale peggiore, “high street” -39%, e il migliore, outlet -19%».

Inoltre, da una ricerca rapida del Centro studi Confimprese emerge che nelle prime due settimane di novembre le politiche restrittive impattano fortemente sulle performance del comparto dettaglio, ristorazione e non alimentare. Si accentuano le criticità del settore ristorazione con un andamento fortemente negativo nelle vendite e una flessione media del -46,7% rispetto al periodo corrispondente del 2019. L’abbigliamento e accessori vede contrarsi le vendite del -48%, il non alimentare limita i danni con un calo delle vendite pari al -19,3%. Male anche le rilevazioni nei centri commerciali, che evidenziano un calo degli ingressi rispettivamente del 51% nella prima settimana di novembre con ulteriore aggravamento al 60% nella seconda, cosa che fa presagire un fine mese ancora più negativo.

Le aree geografiche flettono tutte intorno al -34%, tranne il Sud che chiude a -29,8%. A sorpresa la peggiore regione è la Campania con -31,5%, che supera Lazio -30,5%, Sardegna -28%, Liguria -27,8%, Toscana -27,6%, Lombardia -26,7%, Piemonte -24,2%, Emilia Romagna -21,3%, Veneto e Friuli Venezia Giulia -22,2%. Allenta la morsa il Sud, dove la Sicilia lascia sul terreno -20,5%, mentre Puglia -13,7% e Calabria -7,8% chiudono il mese meno in sofferenza. 

A livello provinciale, in Veneto Venezia e Padova sono rispettivamente a -31,1% e -30,8%, Treviso -20,1%, Verona -15,6%, Vicenza -9,9%. Le province emiliane chiudono ottobre come segue: Modena -24,9%, Rimini -22,7%, Forlì-Cesena -23,1%, Reggio Emilia -21,7%, Bologna -20,2%, Parma -18,2%. In leggero recupero la provincia di Trento a -14,5%. 

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