La pandemia da Covid-19, secondo l’indagine Nomisma/Crif, ha messo le ali agli acquisti online degli italiani: nel 2020, il 37% dei degli acquirenti di cibo digitali ha aumentato la spesa destinata ai prodotti alimentari sui canali online e il 24% degli italiani ha aumentato quella per i beni non alimentari. Sono i risultati emersi dall’Osservatorio “The World after Lockdown” contenuto nell’indagine Nomisma/Crif, che ormai da oltre sette mesi analizza in maniera continuativa l’impatto della pandemia Covid-19 sulle vite dei cittadini, grazie al coinvolgimento di un panel omnibus di 1.000 italiani (18-65 anni).
I numeri chiave del fenomeno e-commerce
La nuova attitudine digitale ha influenzato le abitudini di acquisto dei consumatori dando una forte accelerata all’andamento dell’e-commerce: complessivamente, considerando tutti i beni di largo consumo, l’abbigliamento, l’elettronica e tutti gli altri beni semi-durevoli (elettrodomestici grandi e piccoli, elettronica di consumo, giocattoli, casalinghi, mobili e arredo, brico, etc…), il 70% degli italiani tra 18 e i 65 anni ha effettuato almeno un acquisto online nell’ultimo anno.
Considerando i soli prodotti del “Largo Consumo Confezionato” (alimentari, bevande, prodotti per la cura della casa e l’igiene della persona, pet care, …) acquistati su tutti i canali digitali, gli acquirenti online sono oggi oltre 19 milioni.
Il carrello digitale dell’alimentare
Spinti dall’accelerazione digitale indotta dalle “esigenze da confinamento”, gli italiani non rinunciano alla spesa digitale. Anche dopo l’allentamento delle misure restrittive, l’indagine Nomisma/Crif evidenzia come il 37% degli acquirenti di cibo online ha infatti registrato un aumento del ricorso al canale digitale per gli acquisti di prodotti alimentari e bevande rispetto al 2019. È inoltre significativa la crescita potenziale associata ai consumatori che oggi sono ancora legati al solo canale fisico (il 29% si dice interessato a sperimentare il carrello digitale in futuro)
Ma cosa c’è nel carrello digitale? Per il 67% prodotti alimentari e bevande (incidenza a valore su totale carrello online) e per il 33% di beni non alimentari. In particolare, il peso del comparto cura persona e cura casa sul totale delle vendite nell’online è rispettivamente del 17% e del 9%, mentre l’incidenza della cura degli animali domestici è pari al 7%.
La spesa alimentare digitale
Se è vero che la maggior parte della spesa alimentare avviene sui siti delle insegne della grande distribuzione (canale utilizzato dal 73% di chi compra alimenti sui canali virtuali), in molti – spinti dalla difficoltà nel trovare spazi di consegna disponibili o della mancata copertura del servizio nella propria città – sperimentano anche altri canali online come i siti/app di vendita online specializzati in cibo & bevande, testati almeno una volta dal 13% di chi ha fatto la spesa via digitale.
Una volta effettuato l’ordine online, secondo l’indagine Nomisma/Crif la maggior parte degli utilizzatori sceglie la consegna dell’acquisto direttamente a domicilio (modalità preferita dal 78%), il 16% propende per il ritiro presso il punto vendita. La multicanalità da confinamento ha fatto esplodere anche l’utilizzo dei punti di deposito/prelievo allestiti dai corrieri, tanto che oggi è il 6% dei acquirenti digitali non alimentari a scegliere di farsi recapitare la spesa fatta online presso gli armadietti self-service più vicini, così da sfruttare per il ritiro il momento più comodo della giornata.
I pro e i contro della spesa alimentare online
Quali sono le motivazioni della spesa alimentare online? Innanzitutto, la possibilità di acquistare 24 ore su 24 (primo fattore di scelta del canale indicato dal 27% di chi acquista cibo tramite Internet); il 18% preferisce il canale virtuale per evitare code e scegliere con più calma i prodotti da mettere nel carrello e il 17% non vuole rinunciare alla comodità di non doversi spostare da casa.
Sul fronte opposto, chi preferisce acquistare prodotti alimentari nei negozi fisici, ne fa soprattutto una questione di esperienza: la maggior parte non ha intenzione di rinunciare al piacere di fare la spesa dal vivo (primo fattore indicato dal 37% di chi non fa la spesa online) e di poter vedere/toccare i prodotti prima di metterli nel carrello (21%). A seguire, il 19% preferisce i negozi fisici per motivi economici: per il 10%, infatti, i costi di spedizione sono troppo alti e il 9% trova che i prezzi dei prodotti sul web non siano sempre convenienti.
E-commerce oltre la Gdo: elettronica, abbigliamento, arredamento, …
La pandemia ha fatto impennare anche le vendite online degli altri prodotti non alimentari (elettronica, abbigliamento, arredo, …) consolidando una tendenza già in atto: 1 italiano su 4 ha aumentato (di oltre il +5% rispetto al 2019) la spesa per prodotti non alimentari sui canali digitali.
Quali sono i prodotti acquistati online acquistati dal maggior numero di italiani nel 2020? Per l’indagine Nomisma/Crif Informatica ed elettronica (il 48% degli italiani ha acquistato sul web prodotti appartenenti a questa categoria), seguiti da abbigliamento e calzature (30%), farmaci da banco/parafarmaci o integratori (24%) e arredo/accessori per la casa (20%).
In generale, i primi canali online di riferimento per l’acquisto dei beni non alimentari sono piattaforme come Amazon o Ebay (preferiti dal 69%), seguiti dai negozi online specializzati in una categoria di prodotti preferiti dall’11% e dalle vetrine digitali di negozi/catene fisici indicati dal 10%.
Alle diverse categorie di prodotto, si associano differenti preferenze nei canali utilizzati per l’acquisto. Tra chi acquista online abbigliamento e calzature, il 45% preferisce i negozi virtuali plurimarca, mentre il 23% acquista direttamente on line dal sito/app del marchio preferito.
Per arredamento e articoli per la casa, invece, la maggioranza utilizza piattaforme e-commerce come Amazon o Ebay (il 68%), mentre il 32% acquista on line direttamente dall’azienda.
Per i prodotti di elettronica e tecnologia le piattaforme generaliste la fanno da padrone (la quota degli utenti che acquistano tramite tale modalità raggiunge il 78%), seguiti dalle vetrine digitali di negozi fisici mono o plurimarca (23%) e dagli specializzati al 16%.
Infine, per farmaci da banco/parafarmaci/integratori i primi canali digital di riferimento sono le farmacie online (preferite dal 48%, contro il 41% di altri siti).
Gli acquisti digitali piacciono agli italiani
L’uso del canale online per gli acquisti è destinato a salire ancora, soprattutto perché questa nuova modalità piace agli italiani, che la stanno integrando nelle loro abitudini di consumo, dando vita a un approccio ibrido che va nella direzione della multicanalità.
Il grado di apprezzamento per i servizi online del non alimentare è in generale molto elevato, con diverse sfumature in base ai siti utilizzati. In particolare, l’83% degli utenti si ritiene soddisfatto del servizio offerto dalle piattaforme generaliste: i clienti di questo canale premiano l’ampiezza degli assortimenti e la condizione/integrità dei prodotti (la quota di chi apprezza questi aspetti sale rispettivamente all’87% e all’84%).
Tra chi acquista non alimentare tramite negozi plurimarca specializzati nella vendita online di una particolare categoria di prodotto, il grado di apprezzamento è del 75%, mentre la % di utenti soddisfatti degli shop online monomarca è pari al 64%. In quest’ultimo caso, l’aspetto che i consumatori gradiscono di più è la chiarezza e la comprensibilità del sito (68%).
Il ruolo del digital nella consegna degli alimentari
Coprifuoco per bar e ristoranti: le ultime restrizioni emanate dal governo italiano per contrastare il diffondersi della pandemia rappresentano un possibile impulso alle consegne di alimentari a domicilio e all’asporto – unici servizi consentiti dopo le 18 in alcune città – consolidando un andamento già affermato negli ultimi mesi e contribuendo alla crescita degli ordini effettuati tramite piattaforme online e siti dei ristoranti.
Nel 2020 il giro d’affari della consegna degli alimentari in Italia ha raggiunto i 706 milioni di euro con un incremento del +19% rispetto al 2019 e una crescita del ruolo del digitale: circa il 25% dell’intero settore del cibo a domicilio è trainato dagli ordini online contro il 18% del 2019.
L’indagine Nomisma/Crif “The World After Lockdown” ha rilevato che nel 2020 7 italiani su 10 hanno ordinato piatti pronti da ristoranti/pizzerie/altri locali per l’asporto o con consegna a domicilio. Il 28% degli italiani ha ordinato tramite piattaforme di consegne e il 12% ha usato direttamente il sito/app del pubblico esercizio o ha prenotato tramite social, whatsapp, telefono.
Nel 2020 le consegne di cibo hanno quasi quintuplicato le vendite rispetto al 2016 e il numero degli utilizzatori è destinata ad aumentare: è dell’82% la quota di italiani che prevede di utilizzare i servizi di consegna del cibo e di asporto nel 2021. Un ultimo dato che testimonia la tendenza al rialzo del “nuovo fuori casa” è quello che vede il 46% dei consumatori sfruttare ancor di più i canali digital per ordinare o prenotare cibo: il 36% prevede di farlo tramite siti/app di consegne e il 19% tramite i canali online di ristoranti/pizzerie/bar.
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