La stagione invernale tra vacanze e congiuntura negativa. Le aspettative delle località del NordEst
Puntuale arriva l’analisi sulle aspettative della stagione invernale 2012-’13 che sembra iniziare, almeno sotto l’aspetto meteorologico, con buone prospettive, anche se l’attuale condizione congiunturale non promette affatto bene. Secondo l’indagine di Trademark Italia nonostante gli “ingannevoli” segnali positivi diffusi da decine di amministrazioni locali e la leggenda dei due milioni di italiani in più in vacanza, il quadro generale del turismo italiano non è certo ottimistico. La festività dell’Immacolata (8 dicembre) non ha prodotto i risultati attesi. Gli operatori della montagna interpellati (714) in periodo di festività, come spesso accade, tendono ad assumere l’ottimismo natalizio e portano gli operatori a sperare più che prevedere. In realtà si è di fronte a una stagione invernale che al meglio farà i numeri dell’anno passato.
Per la stagione invernale appena iniziata ci si attende una leggera flessione complessiva (-1,3%), meno settimane bianche, prezzi alberghieri quasi stabili (-1,4%). Aumenti superiori all’inflazione del costo skipass (tra il +3,5% e il +4,2%). La spesa media pro-capite dei turisti sarà in crescita, sui 130-140 euro al giorno tutto compreso (+4% circa rispetto allo scorso anno).
“Un’altra stagione di resistenza”: così definiscono l’inverno 2012-2013 gli operatori della montagna che aggiungono “siamo preparati a un altro anno di crisi e a fronteggiare un’altalena di arrivi e presenze che renderà difficile mantenere la marginalità del 2012”. I turisti italiani che tradizionalmente frequentano la montagna (oltre 5 milioni di persone) sono alle prese con nuove tasse, incertezza istituzionale, instabilità politica, disoccupazione e precariato. In tanti non hanno ancora deciso, ma potrebbero decidere all’ultimo minuto sia di partire sia di rinunciare alla storica settimana di vacanza in montagna. Il 35% degli amanti della neve ridurrà la durata del proprio soggiorno, un 19-20% cambierà piste e destinazione, qualcuno passerà dalle Alpi all’Appennino, tanti rientreranno a casa subito dopo la sciata e si trasformeranno in escursionisti pendolari.
Una stagione invernale disomogenea e nebulosa che conferma l’offerta di acquaticità (Spa e benessere in albergo) come discriminante di successo. L’Alto Adige sotto questo aspetto è quanto di meglio turisticamente si possa offrire anche nel 2012-2013.
Le tendenze in atto sono molteplici. Nel dettaglio:
concentrazione dei flussi turistici italiani nei 30 giorni di alta stagione (Natale/Capodanno/Epifania e febbraio/Carnevale). I turisti amano la montagna quando costa di più (perchè il momento delle vacanze scolastiche coincide con i prezzi più elevati);
crescente infedeltà alla destinazione delle generazioni X e Y; lealtà e fedeltà di veterans e baby boomers. Il dinamismo generazionale costringe all’azione anche le località che ieri erano in prima fila per notorietà fama e frequentazione.
ulteriore aumento dell’utilizzo del web da parte della domanda, spesso determinato dagli stessi operatori che, sbagliando, i propri clienti sul web per semplificare le procedure;
il raffreddamento dei rapporti personali causati dall’automazione e dai negoziati senza voce (incoerenti con lo spirito della montagna). L’emergere di una domanda più giovane che usa il web non solo per informarsi ma per fare comparazioni (spesso micidiali) e booking diretto, non aiuta l’ospitalità tradizionale e sposta la competizione su prezzi e gratuità;
contrazione della permanenza media. Il ritorno delle settimane bianche che qualche comprensorio riteneva possibile, si allontana. I pacchetti settimanali sono preferiti dai turisti organizzati dell’Est Europa;
cresce la domanda di SPA e centri benessere (8 turisti su 10 preferiscono gli alberghi con SPA e centro benessere). L’offerta di wellness si è parzialmente fermata: costa troppo costruire, equipaggiare e gestire Spa e centri benessere;
la pratica di nuove discipline anche “estreme” nonostante gli incidenti aumenta ancora; il trend va verso le pratiche sportive “skipass free”;
dilagano offerte speciali (hotel+skipass): per la prima volta nella storia di questo Osservatorio vengono offerte anche per l’alta stagione.
Per la stagione invernale 2012-2013 si assisterà a una “crescita del giro d’affari” perché la concentrazione dei turisti in alta stagione ha questo effetto. I ricavi passeranno a 10,8 miliardi, in ripresa rispetto allo scorso anno grazie soprattutto all’aumento delle tariffe degli skipass. I turisti spenderanno di più per guide e scuole sci, per noleggio attrezzatura e pubblici esercizi (bar, ristoranti, rifugi).
I numeri del “Pianeta Neve”
Stagione invernale |
Giro d’affari complessivo |
2007-2008 |
12,9 mld. di euro |
2008-2009 |
11,4 mld. di euro |
2009-2010 |
11,2 mld. di euro |
2010-2011 |
10,9 mld. di euro |
2011-2012 |
10,7 mld. di euro |
2012-2013 |
10,8 mld. di euro (stima) |
Elaborazione Trademark Italia su dati Astra Ricerche, FISI, Pool Sci Italia e Ac Nielsen
L’Osservatorio della Montagna ha misurato il “sentiment” degli operatori che appare meno negativo dello scorso anno:
l’8,9% prevede infatti una crescita del movimento (un dato in forte aumento rispetto al 3,5% della scorsa stagione);
il 59,6% degli operatori del Panel immagina che la stagione invernale confermi la performance della passata stagione (lo scorso anno questa quota era pari al 56,3%);
il 31,5% prevede invece una diminuzione del movimento, un calo dei ricavi e una flessione della marginalità rispetto all’inverno scorso;
4 operatori turistici su 10 si attendono una flessione del numero di turisti italiani;
più o meno la stessa quota percentuale (41%) si attende una crescita dei flussi stranieri, in particolare dall’Est Europa;
gli operatori sono preoccupati per i numeri di Natale e del mese di gennaio: il 36,1% degli interpellati si attende un Natale in flessione e un gennaio semi deserto a causa della contrazione dei consumi e del pessimismo che sta colpendo gli italiani (mercato dominante durante le festività);
Capodanno stabile per il 77,5% operatori: quest’anno più dell’anno passato dovrebbe incidere positivamente l’innevamento di tutte le località, sia alpine che appenniniche.
Nell’inverno 2012-2013 consolideranno la leadership le destinazioni che oltre alle piste innevate possono offrire intrattenimento, ristorazione e opportunità commerciali di qualità. E soprattutto le strutture ricettive dotate di aree wellness, SPA, piscine riscaldate e servizi per i bambini.
Al top si confermano le località dell’Alto Adige (Corvara, Selva di Val Gardena, Ortisei), Cortina, Courmayeur e Madonna di Campiglio. Buone performance sono previste grazie soprattutto ai flussi escursionistici per le località della Montagna Appenninica, in particolare quelle dell’Emilia Romagna (Corno alle Scale e Cimone soprattutto) ma anche per il comprensorio di Roccaraso-Rivisondoli.
TRENTINO
Tra gli operatori trentini si sta facendo largo l’ottimismo. Anche se il ponte dell’Immacolata è stato deludente (flussi turistici al di sotto delle previsioni come testimoniano anche i dati dell’Autobrennero), la stagione invernale 2012-2013 preoccupa meno dello scorso anno. Le abbondanti nevicate hanno dato ulteriore fiducia agli operatori turistici e in effetti le richieste e le prenotazioni per le festività di fine anno sono ovunque migliori di quelle dello scorso anno (quando non c’era neve a ridosso del Natale). Si rileva la classica ansia di bassa stagione per gennaio, mentre per febbraio solo 3 operatori su 10 temono una leggera flessione del movimento turistico italiano. Previsto un aumento del movimento estero, sia dall’Est Europa che da Germania e Scandinavia.
La Valle di Fassa (Canazei e Moena su tutte) e Madonna di Campiglio (dove il 18 dicembre torna la Coppa del Mondo di sci alpino sulla mitica 3-Tre) confermano la leadership di popolarità sia sul mercato italiano che su quello internazionale. Gennaio sarà salvato dai turisti russi e polacchi; qualche preoccupazione per febbraio con l’occhio su fine settimana e last minute, nessuna previsione per il mese di marzo.
Discrete previsioni per la Valle Fiemme, dove quest’anno oltre alla tradizionale Marcialonga, si svolgeranno dal 20 febbraio al 3 marzo i Campionati mondiali di sci nordico che garantiranno un paio di settimane da “tutto esaurito”. Alti e bassi in Valle di Sole (bene Natale e Capodanno, maggiori incertezze per il post Epifania); incertezza per la bassa stagione a San Martino di Castrozza dove gli italiani determinano l’esito stagionale; pareri contrastanti, tendenti all’incertezza e al pessimismo nel comprensorio della Paganella (Andalo- Molveno-Fai) e dell’Altopiano di Folgaria-Lavarone e Luserna (comprensorio rinomato per la competitività delle offerte rivolte in particolare ai turisti italiani).
ALTO ADIGE
Continua a sorprendere la performance dell’Alto Adige – Sud Tyrol. Sarà l’elevata quota di turismo internazionale e il fascino che gli alto-atesini sono riusciti a costruire sul mercato italiano a fare in modo che, anche quest’anno, le località dell’Alto Adige si godano una stagione turistica tranquilla e positiva. Dopo il discreto andamento della stagione estiva, gli operatori altoatesini del Panel prevedono una stagione invernale priva di incertezze e sofferenze. D’altra parte, Corvara, Selva di Val Gardena, Ortisei e il comprensorio di Plan de Corones (Brunico e San Vigilio Marebbe) da molti anni si distinguono per l’architettura alpina, l’arredo, l’atmosfera straordinariamente precisa e la qualità delle dotazioni ricettive, commerciali ed enogastronomiche. La qualità superiore di questa offerta è sancita, in provincia di Bolzano anche per il 2013, da 18 ristoranti “stellati” della Guida Michelin e 3 chef sudtirolesi che possono esporre addirittura 2 stelle). La precisione del servizio, il maniacale standard di pulizia, la coerenza di ogni equipaggiamento con la tradizione tirolese , ha reso l’Alto Adige un territorio “estero” una tappa in un’altra nazione, un luogo che fa dimenticare le disavventure e il pressapochismo del recente trascorso italiano. Il 69% degli operatori dell’Alto Adige è sereno, prevede di realizzare i numeri dell’inverno passato e fare anche un po’ meglio: come minimo l’andamento dello scorso anno con il 25% dei rispondenti che prevede una stagione complessivamente di crescita. L’ottimismo e il dinamismo degli interpellati valgono per tutte le località oggetto di indagine e per tutti i periodi stagionali analizzati. Il 34% degli operatori si attende un miglioramento del movimento turistico (soprattutto straniero e di lingua tedesca in particolare) per il periodo a ridosso del Natale (22-26 dicembre).
La leadership dell’Alto Adige si rafforza accentuando la cura dei dettagli, forzando le leve della tipicità, mostrando delle eccellenze ristorative più dovute ad ambiente, atmosfera e servizio che alle preparazioni e alle materie prime. Non è un successo determinato da pubblicità e promozione perché di sconti il Sudtirol ne fa pochi e non è una leadership industriale (leggi ospitalità). E’ una leadership antropologica, mitteleuropea, una conquista delle persone che lì vivono, lavorano, dettagliano e presidiano. In quel modello non c’è nulla che si possa copiare e/o emulare. Per gli italiani quel modello di vacanza è al momento imbattibile: solo le Alpi Svizzere riescono (in qualche destinazione elitaria) a superare a colpi di lusso e di comfort internazionale questa leadership che dura da oltre 20 anni. Infine va sottolineato che il successo dell’Alto Adige non dipende dagli investimenti in promozione e comunicazione: gli investimenti in pubblicità e promozione sono inferiori a quelli del Veneto, del Trentino, della Val d’Aosta, dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Eppure riesce ad attrarre ingenti quote di turismo internazionale (europeo) dalla Germania, dall’Austria, dalla Svizzera e dai Paesi dell’Est. La lingua e l’antropologia mitteleuropea valgono più di cento spot televisivi.
VENETO
Le risposte degli operatori veneti del Panel alle domande fanno presagire un andamento stagionale peggiore di quello dell’inverno 2011-’12. Gli addetti ai lavori sono “scarichi”. Non basta la neve di dicembre a generare dinamismo e prospettive positive. Gli operatori veneti ribaltano tutte le variabili che consideriamo positive in “effetti reali scarsi e insufficienti”. Vorrebbero recuperare le perdite dello scorso inverno, temono la recessione che pesa sull’Italia, principale serbatoio di turisti invernali. Gli operatori della montagna veneta lamentano lo scarso dinamismo e il disinteresse degli enti regionali per quello che accade nell’area dolomitica. Dicono che la colpa dell’invecchiamento delle strutture è dovuta alla mancanza di incentivi per la riqualificazione. In pratica 8 operatori su 10 del Panel dell’Osservatorio della Montagna si dicono consapevoli del mancato aggiornamento della ricettività turistica alberghiera e sanno di non potere vincere la concorrenza delle vicina località trentine e altoatesine, dove ben 3 alberghi su 4 sono dotati di SPA e centri benessere.
Cortina, leader di notorietà, shopping, cultura, incontri, ha inaugurato in anticipo la stagione sciistica il 22 novembre, ma si presenta al via della stagione invernale senza innovazioni tali da mettere in ombra i competitors altoatesini e faticherà a migliorare la propria performance.
Le recentissime nevicate hanno iniettato ottimismo nelle vene degli operatori, smorzato però da un ponte dell’Immacolata sottotono. Cortina prevede un Natale “critico” parzialmente salvato dagli illustri proprietari di ville e appartamenti e dai cinquantamila “turisti traslocanti” che trascorreranno le festività tra appartamenti turistici in affitto, seconde case e ospitalità di amici e parenti. Pochi dubbi che questo esercito garantirà un eccellente andamento delle festività fino all’Epifania e infatti (in retroscena) l’Osservatorio registra un leggero ma visibile aumento generale dei prezzi.
Segnali positivi per il grande comprensorio ampezzano e per Cortina giungono dal web, dalle OTA e dai tour in arrivo dall’Est Europa. La domanda russa è la più ambita e desiderata, ma insieme a polacchi e cechi non compensano la flessione della clientela italiana anche nelle altre località del Cadore e nelle stazioni sciistiche del comprensorio del Civetta.
FRIULI VENEZIA GIULIA
L’attività promozionale e la competitività dei prezzi (anche se si registra il secondo aumento consecutivo dello skipass tarvisiano: +12,9% rispetto alla scorsa stagione) sembrano in grado di garantire agli operatori turistici friulani un inverno in linea con l’anno scorso. Gli operatori pensano di potere contare sulle positive performance per le festività di fine anno e nutrono qualche incertezza per i mesi di gennaio e febbraio. Quando gli albergatori sperano nel last minute nei pacchetti e nelle offerte promozionali di solito la stagione finisce in flessione. In effetti, a metà dicembre, la montagna friulana ha poche prenotazioni per Natale, gennaio e febbraio … molte e di qualità per Capodanno). A Tarvisio, Piancavallo, Sella Nevea e Ravascletto l’entusiasmo imprenditoriale non c’è. La montagna friulana ha bisogno di nuovi investimenti, di pensiero strategico, di nuova offerta ricettiva e di entertainment almeno di prima serata. Le piste, gli impianti e un esercito di maestri di sci non bastano più. L’Alto Adige insegna.