Il “Superbonus 110%” per l’efficientamento energetico e gli interventi antisismici delle abitazioni sta generando grandi aspettative e interesse tra i cittadini e le imprese ma, secondo quanto emerge da una indagine realizzata dalla CNA presso oltre 2.000 imprese associate della filiera dell’edilizia, emergono criticità e complessità sulle procedure per utilizzare la misura.
Quasi l’80% del campione ritiene che il “Superbonus 110%” potrà dare nuovo impulso al settore delle costruzioni, mentre il 40% prevede la creazione di nuovi posti di lavoro. Le grandi aspettative delle imprese sono il riflesso dell’interesse dei cittadini. Il 64,2% del campione dichiara di aver registrato un interesse molto alto da parte di potenziali clienti e il 64% afferma che l’attesa per l’operatività della misura ha provocato un deciso rallentamento dei lavori negli ultimi mesi.
Tuttavia, il 54,4% delle imprese rileva che meno del 10% delle richieste di informazioni si sono trasformate in preventivi per lavori e soltanto il 9,6% delle imprese ha già avviato interventi agevolabili con il “Superbonus 110%”.
Sulle tipologie di interventi, il cappotto termico è quello che incontra il maggior interesse, praticamente una richiesta su tre. A seguire impianti di riscaldamento/condizionatori con il 21,6% e con l’11,7% l’installazione di impianti fotovoltaici. Molto basso invece l’interesse per interventi antisismici (solo l’1,6% delle richieste di informazioni).
Al momento l’interesse è concentrato soprattutto sulle abitazioni singole con il 79,2%, mentre i condomini riguardano il 20%. Dall’indagine condotta da CNA emerge che molti contatti di potenziali clienti con le imprese si interrompono prima del preventivo a causa di impedimenti tecnici. Nel 45% il committente scopre che non tutti gli interventi che intende realizzare possono godere della misura, nel 13% dei casi i lavori non partono a causa di difformità catastali.
La procedura per l’erogazione del “Superbonus 110%” presenta un elevato livello di complessità tanto che le imprese si stanno organizzando per avviare collaborazioni con altri soggetti, in primo luogo studi professionali ma anche con altre imprese del settore. La complessità non riguarda tanto gli aspetti tecnici quanto la normativa che regola il “Superbonus 110%”. L’84,9% degli intervistati dichiara che dovrà avvalersi di intermediari per le fasi di pianificazione amministrativa e finanziaria. Le difficoltà interpretative riguardano sia gli adempimenti richiesti e sia la fase cruciale di cessione del credito d’imposta. Per il 76,1% degli intervistati l’impianto normativo non è chiaro e soltanto il 24,4% del campione si dice disponibile a praticare lo sconto in fattura, percentuale che si abbassa al 14,3% nel caso di imprese senza dipendenti mentre sale al 46,2% per quelle con oltre 10 dipendenti.
«L’indagine conferma il grande interesse per il “Superbonus 110%” che può rappresentare un potente volano per innescare un virtuoso percorso di stimolo per la crescita economica e per riqualificare le nostre città – afferma Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA -. Apprezziamo la volontà del Governo di rendere la misura pluriennale e ci aspettiamo che tale orientamento si concretizzi nella prossima legge di Bilancio. Auspichiamo un attento monitoraggio per favorire semplicità e rapidità delle procedure».
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