Per il ballottaggio del 4 ottobre per l’elezione del sindaco di Rovereto, il governatore del Veneto Luca Zaia, fresco trionfatore della terza rielezione con il 77% dei consensi, è intervenuto a sostegno del candidato della coalizione di centro destra, Andrea Zambelli. Un evento che sostanzialmente chiude la campagna elettorale con l’arrivo dei personaggi di spicco nazionale, specie ora che Zaia, grazie al suo fortissimo consenso personale, insidia da vicino la popolarità del leader della Lega, Matteo Salvini.
In apertura del comizio, dopo l’introduzione del segretario locale della Lega, Viliam Angeli, la capogruppo provinciale del Carroccio, Mara Dalzocchio ha scaldato subito il numeroso pubblico intervenuto, nonostante la mattinata lavorativa: «siamo dalla parte dei cittadini, dei Trentini e dei Roveretani, ma ci sono ancora sacche di potere che remano contro. Il centrosinistra diceva che se la Lega avesse vinto in Trentino, la Provincia si sarebbe venetizzata. Semmai è vero il contrario, visto che il Veneto invidia la nostra Autonomia. Noi vogliamo che il Veneto diventi autonomista, è Roma che mette i bastoni tra le ruote». E in riferimento al candidato sindaco Zambelli, Dalzocchio ha detto «ama Rovereto e vuole che diventi la seconda città del Trentino per importanza».
Subito dopo gli interventi del segretario provinciale della Lega, Mirko Bisesti, e del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, è toccato a Zambelli intervenire dando immediatamente il senso della sua candidatura: «la gente è qua perché ha voglia di cambiare. Abbiate fiducia: io ci credo, noi ci crediamo, la città vuole voltare pagina, il primo turno non rappresenta il sentimento della città. L’alleanza del sindaco uscente Francesco Valduga è eterogenea e si teneva insieme solo in vista di una vittoria al primo turno. Si stanno già sfaldando, stanno già litigando sulle poltrone da spartire. Non ragionano sulle urgenze della città, ma sulle proprie esigenze: il potere è importante ma non va occupato come fanno loro. Piuttosto va esercitato e per farlo serve una coalizione coesa che sappia cosa vuole fare. Io non ho promesso posti – puntualizza Zambelli -, ma sudore, fatica, difficoltà e ostacoli che supereremo se la Città sarà con noi».
In chiusura l’intervento atteso di Luca Zaia che augura tutto il successo a Zambelli al ballottaggio del 4 ottobre. «Avete tutti visto il risultato del Veneto. È la dimostrazione che i Veneti hanno fatto una scelta di campo, votando una persona prima ancora che i partiti. La stessa cosa deve succedere qui a Rovereto per il ballottaggio del 4 ottobre. Le persone devono sapere quali idee caratterizzano i due candidati, poi sceglieranno: noi abbiamo un progetto per Rovereto e lo abbiamo anche senza la casacca del partito. I gesuiti dicono che è meglio evangelizzare gli infedeli che rassicurare i fedeli, nel senso che dobbiamo convincere chi non ci ha votato al primo turno, senza trascurare chi invece ci ha già votato».
Zaia ha ricordato i compiti di un sindaco di centro destra a Rovereto: «se Roma dovesse chiamare per chiedere ospitalità per ospitare dei rifugiati, il nostro sindaco dovrebbe dire “No”; se qualcuno dovesse pensare che panchine e spazi pubblici possano essere occupati da perdigiorno, il nostro sindaco dovrebbe rispondere che romperà le scatole proprio a questi, invece che concentrarsi a fare le multe ai commercianti o con gli Autovelox. Zambelli ha un progetto, io non sono venuto qui a colonizzare il Trentino ma a imparare, perché ogni volta che vengo qui dico “Magari le avessimo in Veneto queste cose”».
Inevitabile il passaggio sull’Autonomia: «il Trentino ha dimostrato di non aver sperperato con l’Autonomia, ma di averci investito, a differenza di altre regioni che non cito. Questo è un biglietto da visita importante, anche perché Provincia è in buone mani. Io vengo qui non solo per “buon vicinato”, ma perché abbiamo un sacco di progetti: a me interessa il dialogo, parlo con tutti e penso che valga la pena valutare progetti come quello che abbiamo per Rovereto con Andrea Zambelli che sono certo saprà essere il sindaco di tutti».
Per Zaia il mandato di sindaco riveste una grande responsabilità: «il sindaco deve essere rintracciabile, di tutti, vicino ai cittadini e il segreto di un buon sindaco è di “un culo, una poltrona”: diffidate dagli amministratori che con un piede stanno in ufficio e con l’altro si guardano intorno per vedere altri incarichi». Un riferimento esplicito a Valduga, che già prima di incassare l’eventuale rielezione a sindaco, guarda ad una possibile scalata alla guida della Provincia nel 2023, ben prima di cessare il suo mandato alla guida della città.
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