Il vetro di Murano, che attraversa una lunga crisi, anche per il diffuso “Made in China”, ulteriormente colpito nella produzione, anche per gli effetti della pandemia, cerca di risollevarsi grazie a manifestazioni/festival internazionali come “The Venice Glass Week” (5-13 settembre), giunta alla quarta edizione, iniziativa promossa dal comune di Venezia e ideata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE), Fondazione Cini-Le stanze del vetro, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e Consorzio Promovetro di Murano.
Il titolo scelto quest’anno, #TheHeartOfGlass, pone l’accento sulla produzione del vetro per sostenere una ripartenza del settore, provato da mesi di chiusura. L’obiettivo è far appassionare muranesi, veneziani (lagunari e “terrafermieri”), veneti ed italiani a un’arte unica come il vetro, con l’ideazione di “The Floating Furnace”: portare la lavorazione del prezioso materiale fuori dalle fornaci incontro ai cittadini.
Nel 1574, in occasione della visita a Venezia del re di Francia, Enrico III, furono organizzate dimostrazioni di lavorazione del vetro su una chiatta galleggiante collocata davanti a Ca’Foscari: traendo ispirazione da tale precedente storico, “The Floating Furnace” porterà la magia del “fare Vetro” in un percorso spettacolare-educativo in 7 tappe: dall’Isola di san Giorgio al Campo san Donato di Murano, attraverso campo san Vio e campo dell’erbaria a Rialto. La fornace galleggiante sosterà per circa due ore, dando la possibilità al pubblico da terra di vedere i maestri vetrai all’opera che si cimenteranno ogni giorno in una lavorazione diversa.
Il giorno della presentazione alla stampa, ho assistito ai piedi del ponte dell’Accademia, alla creazione di uno stilizzato nudo di donna, quasi una sirenetta, ad opera di due giovani maestri, Roberto Beltrami, d’origine bresciana e Cristian Ballarin, veneziano doc, che in poco più di mezz’ora hanno ultimato il manufatto, sorprendendo i numerosi giornalisti e addetti ai lavori.
Uno dei centri nevralgici della manifestazione in città è “The Venice Glass Week HUB” a Palazzo Loredan, in campo S.Stefano, sede dell’Istituto Veneto. Il progetto propone al pubblico al primo piano una selezione di opere di 17 artisti nazionali ed internazionali, scelti sia tra coloro che hanno chiesto di partecipare, sia su invito del Comitato scientifico del Festival, sei eminenze presiedute dalla curatrice e storica del vetro Rosa Barovier Mentasti. Gli artisti e designer internazionali partecipanti provengono principalmente da Cina, Sud Corea, Danimarca, Francia, Hong Kong, Lituania, Polonia, USA, Svizzera e Turchia.
Ci sarà la seconda edizione del “Bonhams Prize for The Venice Glass Week”, istituito nel 2019 per premiare il miglior progetto del festival, grazie al supporto del Dipartimento di Arti Decorative del ‘900 e Design di New York della casa d’aste Bonhams.
Per poter comunicare con tutte le persone impossibilitate a venire in città a causa delle restrizioni sanitarie, ci sarà “Conversations on Glass by Apice” (prestigiosa società di trasporti di opere d’arte).
Le conversazioni dal 7 al 13 settembre, saranno trasmesse in diretta streaming sul canale you tube di “The Venice Glass Week”: si tratta di una riflessione sul mondo del vetro, dal rapporto tra vetro e arte contemporanea, al collezionismo, all’impatto del vetro muranese nel mondo.
Tra le numerose mostre, da segnalare “Venezia e lo studio Glass Americano” (fino al 10 gennaio 2021, orario 10-19). Con 155 eccezionali pezzi tra cui vasi, sculture e installazioni in vetro create da 60 artisti, americani e veneziani, questa mostra è la prima a esaminare attentamente l’influenza che l’estetica e le tradizionali tecniche di lavorazione del vetro veneziano hanno avuto sullo Studio Glass americano dagli anni Sessanta ad oggi. Al centro della mostra c’è la monumentale installazione di Dale Chihuly, Laguna Murano Chandelier, realizzata nel 1996 a Murano con i maestri veneziani Lino Tagliapietra e Pino Signoretto ed esposta nella Sala Carnelutti della Fondazione Giorgio Cini. Il lampadario, formato da cinque enormi componenti, incorpora elementi scultorei che rimandano alla laguna veneziana.
“Le stanze del vetro” sono un progetto culturale e uno spazio espositivo permanente situato sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, e dedicato allo studio e all’esposizione delle forme moderne e contemporanee dell’arte vetraria. Ogni anno vengono realizzate due mostre: la prima in primavera dedicata all’utilizzo del vetro negli ambiti dell’arte e del design del ventesimo e del ventunesimo secolo; la seconda durante l’autunno dedicata ai talenti che nel Novecento hanno disegnato e progettato per la vetreria Venini.
Spostandosi in terraferma, nella Biblioteca civica di Mestre, VEZ, dal 5 settembre al 4 ottobre, dalle 9 alle 19, “Perlere e Impiraresse”, immagini tra ieri e oggi per raccontare un’arte. È una mostra che esplora attraverso una serie di fotografie dal ‘900 ad oggi l’antico mestiere delle perlere e delle impiraresse. E proprio intorno all’antichissima tradizione veneziana di produzione, d’arte e di commercio, ancora oggi viva, verterà un’intera giornata di incontri, sabato 12 settembre dalle 10 alle 17, tra studiosi, storici e artigiani del settore, all’interno del Padiglione Venezia della Biennale, per ripercorrere la nascita, l’evoluzione e le prospettive future di questo originale settore della lavorazione del vetro muranese, in cui si inserisce la candidatura “dell’arte delle perle di vetro” a Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Nell’area delle ex Conterie di Murano – le conterie sono una specialità particolare della lavorazione del vetro che ha caratterizzato il tessuto economico e sociale di Murano a partire dal XIV secolo – il comune di Venezia il 14 settembre alle 10.30 ne vuole onorare la memoria con l’intitolazione di 7 luoghi dell’originale area in cui avveniva la produzione di queste perle, all’arte vetraria e a figure femminili che ne hanno tramandato la tradizione.
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