Crisi Ferrarini: la Cooperazione è con Bonterre, ma la famiglia non molla

Mercuri: «bene la proposta Bonterre-Gsi». Centinaio: «sostenere i migliori prodotti italiani». Beneamati: «ok alla proposta Bonterre».

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Continua il dislocamento delle varie parti in gioco nella crisi del gruppo Ferrarini, tra chi è a favore della soluzione presentata da Bonterre-Grandi salumifici italiani e chi preferisce quella proposta dalla famiglia fondatrice.

«Siamo soddisfatti per la presentazione della proposta di concordato avanzata da BonterreGrandi Salumifici Italiani per il salvataggio della Ferrarini – afferma il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentare, Giorgio Mercuri -: la riteniamo l’unica in grado di garantire sicurezza per la filiera, trasparenza nell’operazione e di rilanciare una importante realtà agroindustriale, salvaguardando i livelli occupazionali e lo sviluppo del territorio». 

La nuova proposta di concordato per il salvataggio e il rilancio della Ferrarini presentata dal Gruppo Bonterre-Grandi Salumifici Italiani è salutata positivamente da Alleanza Cooperative, leader nel settore del Parmigiano Reggiano e dei salumi di qualità e titolari di marchi come Parmareggio, Casa Modena, Alcisa, Senfter, insieme all’Op Opas, la più grande organizzazione italiana di allevatori di suini, ad Hp, società attiva nel settore dell’innovazione, a Banca Intesa e Unicredit.

«Riponiamo grande fiducia nel successo dell’operazione – prosegue Mercuri -. La solidità finanziaria del gruppo e il suo know-how in fatto di produzione, trasformazione e commercializzazione, danno lo spessore giusto e il valore corretto alla proposta di salvataggio di una realtà tutta italiana come Ferrarini. Il mondo della cooperazione ha già dato prova in moltissime occasioni di essere garanzia della salvaguardia delle filiere agroalimentari, agendo a tutela del lavoro, dei lavoratori e di interi territori».

Tra chi è contraria alla proposta della cordata Bonterre Gsi è la famiglia fondatrice del gruppo: «abbiamo appreso dalla stampa della proposta concorrente di cui non conosciamo il contenuto, nei prossimi giorni e nei tempi stabiliti dal tribunale depositeremo la nuova proposta di concordato che possiamo anticipare sarà decisamente più conveniente per i creditori e più garantita» ha dichiarato alle agenzie un portavoce dell’azienda che ha tempo fino a settembre per presentare un nuovo piano.

Sul salvataggio Ferrarini scende in campo anche la politica. Gianluca Benamati, deputato Pd, commenta favorevolmente la proposta della cordata Bonterre: «bene che si concretizzino le proposte per il salvataggio di una rilevante realtà del comparto agroalimentare nazionale che valorizza i prodotti tipici del “Made in Italy”. Il rilancio della Ferrarini rappresenta non solo un importante intervento per il nostro territorio Emiliano Romagnolo, ma una grande occasione per un’intera filiera produttiva».

Positiva reazione anche da parte dell’ex ministro all’agricoltura e turismo, il leghista Gian Marco Centinaio: «riteniamo positivo il salvataggio di una realtà agroalimentare così importante per il “Made in Italy” come Ferrarini. Sostenere la produzione italiana è l’unico modo che abbiamo per contrastare il fenomeno dell’“Italian sounding”, della carne straniera spacciata per italiana che alberga in molti prodotti nazionali. Soprattutto è una mano tesa agli allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e al settore della norcineria che in Italia vale 20 miliardi».

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