Etra vince in Cassazione: il ricorso del Fisco è inammissibile.

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É stata la Suprema Corte, presieduta dal giudice Giacomo Maria Stalla, a riconoscere le ragioni della multiutility veneta Etra contro le pretese dell’Agenzia del Territorio e del Comune di Tezze sul Brenta. Etra è stata assistita dall’avvocato Umberto Santi, fondatore dell’omonimo studio legale padovano.

La vicenda riguarda il pagamento dell’ICI nel triennio 2007- 2009 relativo ad un impianto di depurazione delle acque reflue nel comune vicentino di Tezze sul Brenta. In primo e in secondo grado la società, assistita dalla commercialista vicentina Mara Pilla, aveva ottenuto due decisioni favorevoli dalle rispettive Commissioni Tributarie di Vicenza e del Veneto che avevano riconosciuto l’esenzione ICI della struttura e la categoria catastale E riservata agli impianti costruiti per speciali esigenze pubbliche.

In particolare la Commissione Tributaria del Veneto aveva riconosciuto da una parte “non fondati i relativi appelli riuniti proposti dal Comune di Tezze sul Brenta e dall’Agenzia del Territorio” perché ad Etra, emanazione dei Comuni che ne costituiscono la compagine sociale, spetta l’esenzione dall’Ici e dall’altra aveva riconosciuto nel merito che “la contribuente aveva diritto al riconoscimento dell’esenzione ICI in applicazione del citato D.Lgs. n. 504 del 1992, art. 7” per la categoria catastale dell’impianto.

Decisioni confermate dalla Cassazione che, con sentenza pubblicata lo scorso 6 luglio, ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’Agenzia del Territorio che è stata così condannata al pagamento delle spese del giudizio.

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