Regione Veneto, attivata la “Fase 3” con 120 milioni di euro

Iniziativa presentata dagli assessori Donazzan, Corazzari, Caner e Lanzarin. Disponibili contributi per le imprese e per l’occupazione dei giovani, a partire dai settori più colpiti, come turismo e cultura.

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In Veneto decolla la "Fase 3". Da sx gli assessori Cristiano Corazzari, Elena Donazzan e Federico Caner.

La regione del Veneto attiva la “Fase 3” della ripresa post pandemica da Coronavirus con lo stanziamento di 120 milioni di euro per garantire bonus occupazionali per i giovani, contributi a fondo perduto per comuni e operatori del privato sociale che erogano servizi alle famiglie (dai centri estivi, ai servizi all’infanzia e scolastici, all’assistenza diurna ad anziani e disabili), indennità integrativa per i lavoratori dello spettacolo, contributi alle imprese, incentivi agli ambiti territoriali (comuni e distretti) per migliorare i servizi in epoca di pandemia e di contenimento del rischio di contagio.

Le nuove misure del “pacchetto” di interventi emergenziali sono finanziati con i fondi FSE attivati dalla Regione in funzione anti-COVID per aiutare lavoratori, giovani, imprese in crisi (in particolare nei settori più colpiti del turismo e della cultura), servizi di welfare e famiglie a superare la crisi derivante dal Coronavirus e a cogliere le opportunità della ripartenza.

La “Fase 3”, battezzata “Il Veneto che cresce”, attinge alla programmazione dei fondi Fse e mobilita quasi 120 milioni di euro, di cui 77,7 milioni per interventi regionali emergenziali di sostegno a lavoratori, imprese e famiglie e 42 milioni a copertura di spese sostenute a livello nazionale, ma con dirette ricadute a favore del territorio veneto, relative alla cassa integrazione in deroga.

«Per la prima volta in Veneto, ma credo in Italia, una amministrazione regionale ha impostato un lavoro di revisione organica dei propri programmi di spesa sui fondi Ue mettendo al centro il sostegno attivo alle imprese, al lavoro e alle famiglie», ha premesso l’assessore al lavoro Elena Donazzan, presentando il pacchetto di misure di inclusione e coesione sociale, a valere sui fondi Fse, impostato insieme ai colleghi al turismo, Federico Caner, alla cultura, Cristiano Corazzari, e alle politiche sociali, Manuela Lanzarin. 

«Abbiamo pensato ai settori più colpiti, in particolare turismo e cultura, che sono strategici per l’economia del Veneto, e alla prima esigenza delle imprese che è quella di ridurre il costo del lavoro per mantenere il proprio capitale umano e non perdere competitività – dettaglia Donazzan -. Con questa manovra interveniamo sul costo del lavoro rendendo disponibili quasi 35 milioni di euro per offrire alle imprese contributi fino all’80% della retribuzione lorda mensile per tre mesi per ogni lavoratore non licenziato. Abbiamo pensato ai giovani, che insieme alle donne sono i più colpiti dalla crisi occupazionale, prevedendo bonus occupazionali per gli imprenditori che assumeranno o confermeranno dipendenti “under 35”. Infine, abbiamo predisposto un supporto indiretto alle famiglie, in particolare a quelle numerose, perché non ci potrà essere ripartenza se i nuclei familiari continuano a impoverirsi».

L’organicità di una manovra complessiva che orienta la risorse dai sostegni passivi alle politiche attive è sottolineata anche dall’assessore al turismo Caner: «oltre alle misure specifiche di sostegno al settore (i 3,8 milioni di risorse aggiuntive per gli incentivi alle strutture turistiche “di pianura” che migliorano la propria offerta qualitativa, i finanziamenti fino al 70% per la promozione di reti di impresa e di pacchetti innovativi, i contributi a fondo perduto per gli investimenti in sicurezza e digitalizzazione) con questo intervento “di sistema” aiutiamo le imprese dell’ospitalità a mantenere i propri dipendenti e a superare l’emergenza Covid. Vorremmo però che anche le migliaia di lavoratori stagionali del turismo (attualmente esclusi dalle norme vigenti) potessero beneficiare dei contributi salariali per la riduzione del lavoro. Il Veneto, insieme alla Conferenza delle Regioni, sta interloquendo con il governo per ottenere una modifica normativa che consenta di estendere il sostegno regionale anche a questa categoria di lavoratori, la più penalizzata dalla crisi. La Regione ci mette le risorse economiche, lo Stato dovrebbe solo modificare le regole».

«Anche nel settore della cultura e dello spettacolo, che rappresenta il 5% del Pil regionale e il 6% degli occupati – ha aggiunto l’assessore Corazzari – la Regione si è impegnata a sostenere le partite Iva, i lavoratori saltuari e precari, quelle professionalità che non beneficiano del Fus e che più di altre stanno pagando l’inattività generata dal confinamento imposto e la difficile ripartenza. Due le misure specifiche attivate dal pacchetto, per un valore complessivo di 6 milioni di euro: un assegno integrativo da mille euro per gli operatori della cultura e dello spettacolo dal vivo e un bando da 3 milioni a sostegno delle imprese. Si tratta di interventi mirati che vanno ad aggiungersi ai cospicui interventi già adottati a sostegno del teatro, dello spettacolo dal vivo e dell’attività ordinaria degli enti culturali».

Queste, nel dettaglio, le misure regionali del pacchetto “Il Veneto che cresce”.

Sostegni alle attività economiche 

Laboratorio Veneto – Strumenti per il settore cultura: con una dotazione di 3 milioni di euro il bando finanzia progetti per gli operatori della cultura, dello spettacolo dal vivo e dell’intrattenimento volti al rilancio dell’offerta di servizi e prodotti culturali attraverso strumenti operativi, formativi e di accompagnamento per la ripartenza delle attività culturali e dello spettacolo dal vivo. L’obiettivo è creare un volano per far ripartire il settore supportando la progettazione e la realizzazione di nuove proposte culturali. Le domande possono essere presentate entro il 30 luglio 2020.

Ri-partiamo! – Per il rilancio del turismo in Veneto: bando da 3 milioni di euro per gli enti accreditati della formazione per finanziare progetti per gli operatori del settore turistico volti a adeguare e rilanciare i servizi/prodotti turistici, mettendo al centro il cliente/utente ed i suoi bisogni, mutati in seguito alla pandemia di COVID-19. Le domande possono essere presentate entro il 10 settembre 2020.

Bonus lavoratori autonomi – Per un ulteriore sostegno ai lavoratori della cultura e dello spettacolo: la Regione integra le indennità erogate da INPS a valere sulle risorse nazionali del Decreto Cura Italia e del Decreto Rilancio a favore dei lavoratori iscritti al fondo dello spettacolo. Il budget disponibile ammonta a 3 milioni di euro. L’indennità integrativa sarà erogata da INPS.

Sostegno al lavoro

Contributi salariali – Per contenere il costo del lavoro e salvaguardare i livelli occupazionali: la Regione mobilita 34,7 milioni di euro per erogare un contributo per abbattere il costo del lavoro e evitare i licenziamenti dando così attuazione alle misure previste dall’art. 60 del Decreto Rilancio. La misura è attuata da Veneto Lavoro. Si calcola che ne possano beneficiare sino a 10 mila dipendenti dei settori più colpiti dalla crisi, in particolare turismo e cultura.

Bonus occupazionali per i giovani – Per favorire l’occupazione dei giovani nelle imprese venete: è una delle novità del ‘pacchetto’ di interventi emergenziali. La Regione destina 10 milioni di euro per incentivi alle imprese venete che assumono giovani e che trasformano rapporti di lavoro a termine in contratti a tempo indeterminato. Il bonus varia dai 3 ai 5 mila euro per neoassunto, importo aumentato di mille euro se il nuovo collaboratore è una giovane donna. Le domande sono aperte dal 24 luglio.

Sostegno alle famiglie

“Prendiamoci cura” – Supporto indiretto alle famiglie attraverso il sostegno dell’offerta di servizi di cura. E’ un’altra delle novità del ‘pacchetto anti-COVID”: la Regione mette a bando (dal 24 luglio) 15 milioni di euro per dare un contributo a fondo perduto a soggetti di natura privata che erogano servizi all’infanzia, servizi scolastici e altri servizi educativi-assistenziali e socio-assistenziali rivolti ai minori e alle persone anziane non autosufficienti e alle persone con disabilità con l’obiettivo di dare continuità alle attività con servizi e tariffe sostenibili per le famiglie.

Sostegno alle famiglie numerose (con almeno 4 figli minori e parti trigemellari): la Regione ha stanziato 3 milioni di euro per contributi alle 6 mila famiglie con almeno 4 figli minori, a cui si aggiungono le famiglie che hanno avuto parti trigemellari, per sostenerne l’accesso alle attività didattiche a distanza e extrascolastiche, in particolare quelle sportive.i Le domande potranno essere presentate entro il 4 agosto 2020.

Potenziamento della pubblica amministrazione:

Smart Work nella PA – Dall’emergenza un nuovo modello di organizzazione del lavoro nella PA: con 2,5 milioni di euro si mira a sostenere gli operatori della PA attraverso progetti per la riorganizzazione dei processi lavorativi in chiave smart, rafforzando la cultura digitale dei lavoratori pubblici, implementando le diverse competenze necessarie a fare smart work, ridisegnando processi e spazi fisici, incrementando la dotazione strumentale a supporto (per 500.000 euro). Le domande potranno essere presentate entro il 30 luglio 2020.

Una Rete di Opportunità – Percorsi per il rafforzamento degli ambiti territoriali sociali: con una dotazione pari a 1,5 milione di euro si sostengono progetti per il miglioramento delle prestazioni degli ambiti territoriali sociali, chiamati a prestare il proprio servizio a un numero crescente di persone, che a causa dell’emergenza sanitaria si troveranno sempre più in condizioni di povertà o fragilità, e ad organizzare il servizio stesso in maniera nuova, capillare e più incisiva. Le domande potranno essere presentate entro il 1 settembre 2020.

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