+EXTREME- alla Biennale Musica 2012

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AnthonyBraxton 1
AnthonyBraxton 1Un grande Anthony Braxton, accompagnato dal suo complesso di 13 elementi, si è esibito il 13 ottobre al Teatro alle Tese di Venezia
di Giovanni Greto

Nel festival veneziano di fine autunno, che ha consegnato quest’anno il Leone d’oro alla carriera a Pierre Boulez, l’appuntamento più atteso era l’arrivo di Anthony Braxton, impegnato in un tour europeo iniziato il lunedì precedente a Berlino. Sulla scia del progetto GTM, “Ghost Trance Music” (1996-2006), una delle tante modalità di controllo dell’improvvisazione, i 13 musicisti producono una musica piena, possente, che affascina.

Progressioni ascendenti e discendenti, gli strumenti che si toccano l’uno con l’altro, creano una trama che potrebbe ben fungere da colonna sonora per una pellicola di suspense. A tratti pacate, a tratti più concitate, le improvvisazioni ricordano il Free tempestoso. Ma ci sono, grazie all’uso frequente delle sordine per i fiati, atmosfere ‘jungle’, care a Duke Ellington. I suoni sono chiari, nitidi, nemmeno per un istante impastati. Anche senza guardarlo, si distinguono i sassofoni soprano e contralto del leader. C’è spazio, in situazioni maggiormente sussurrate, per gli interventi di Mary Halvorson alla chitarra elettrica, mentre il batterista Aaron Siegel si fa apprezzare anche negli episodi al vibrafono. Ho Bynum alla tromba, nei suoi momenti di silenzio chiama gli stacchi per la batteria e per i fraseggi dei fiati.

Si realizza con apparente naturalezza la capacità di tirar fuori dal proprio corpo tutto quanto contribuisce a destare interesse nell’esecuzione. E’, anche, un mostrarsi a nudo di ognuno, come a voler dire, “ecco, io sono così, cercate di capirmi”. Ci sono anche ragli, barriti, grida disperate, mentre la libertà è meditata, lontana dal Free anarchico, spesso sconclusionato. Ognuno tesse la propria tela per avvicinarsi agli altri. Certo, è una musica che necessita più di un ascolto, affascinante e teatrale dal vivo, interessante nella fruizione solitaria, che potrebbe portare a sorprendenti riflessioni sulla vera natura dell’uomo. L’esecuzione ha sforato il tempo scandito da una clessidra in altri concerti (un’ora circa), messa in funzione dal leader, attestandosi sui 75 minuti.