ROMA (ITALPRESS) – “All’inizio emergenza si realizzavano 7 tamponi ogni 100mila abitanti, il 1 marzo questi tamponi erano diventati 34,9, il 30 marzo erano 789 ogni 100mila abitanti ed eravamo il Paese che al mondo realizzava il numero maggiore di tamponi, il 5 maggio ne realizzavamo 3.157. Siamo passati da febbraio con 7 tamponi ogni 100mila abitanti a maggio con 3.157”. Lo ha detto il commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, in audizione presso la commissione Affari sociali alla Camera. “Abbiamo distribuito fino ad oggi 5 milioni di tamponi, questo grazie alla dotazione di reagenti che erano disponibili nei 211 diversi laboratori sul territorio nazionale che erano in condizione di somministrare questi test. L’Italia – ha sottolineato il commissario – è stata il paese o tra i paesi che ha somministrato più tamponi e ha potuto reggere una curva esponenzialmente crescente nella somministrazione dei test. Venivano effettuati 39.500 tamponi al giorno all’inizio della pandemia, a maggio a 61mila, con la dotazione che stiamo garantendo a tutte le regioni arriveremo a 92mila tamponi al giorno fino al 31 dicembre 2020. Riusciremo a incrementare di un ulteriore 50% la possibilità conferita alle regioni di somministrare test molecolari ai cittadini”. Per quanto riguarda l’utilizzo della app Immuni che ha preso il via una settimana fa in 4 regioni pilota, il commissario ha ribadito come questo sistema di contact tracing sia stato già scaricato da 2 milioni di persone. Sulla produzione di mascherine, infine, Arcuri ha ricordato che due mesi fa c’era una importazione totale di questi dispositivi. “Oggi il 55% delle mascherine che abbiamo sono prodotte in Italia, il 45% sono residui delle importazioni. Abbiamo detto che a partire da settembre il 100% delle mascherine saranno prodotte in Italia, noi non importeremo più nulla dall’estero, una parte di questo saranno le mascherine prodotte da noi a 12 centesimi. Vorrà dire che si dovrà fare un ragionamento, che probabilmente il prezzo calmierato di 50 centesimi sarà troppo alto e forse dovremo convincerci che lo dobbiamo abbassare ancora”.
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