“Made in”: la bocciatura della Commissione Europea è una batosta per il “Made in Italy”

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Roberto Ditri delegato internazionalizzazione Confindustria veneto 1 1Ditri (Confindustria Veneto): “la battaglia non deve essere abbandonata”

Continuano le reazioni a seguito della bocciatura da parte della Commissione Europea del regolamento europeo relativo alla marchiatura di provenienza dei manufatti messi in circolazione sul territorio continentale. Secondo Roberto Ditri, delegato all’internazionalizzazione di Confindustria Veneto, “la bocciatura della Commissione Europea del ‘Made in’ è una sonora batosta per le imprese venete, una decisione che potrebbe costare molto a quel ‘Made in Italy’ che tutto il mondo ci invidia. Le imprese si sentono sempre più sole e meno tutelate, tanto più in questo momento in cui ci si attenderebbe che l’Europa facesse ancora di più per aiutare le aziende”.

Secondo Ditri “questa è l’Europa che noi non vogliamo. E’ una grave penalizzazione per gli imprenditori che producono beni di qualità, in assoluta sicurezza e in completa osservanza delle normative ma anche e sopratutto per i consumatori che si vedono negato il diritto a un’informazione trasparente sulla provenienza delle merci acquistate. In un mercato sempre più globalizzato è fondamentale poter fornire una chiara identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, sia per un giusto processo di trasparenza sia perché sono tantissimi i consumatori nel mondo disposti a pagare anche un plus pur di avere un prodotto certificato, e il ‘Made in Italy’ è indubbiamente un valore aggiunto. E’ pertanto una penalizzazione – continua Ditri – per il nostro Paese e per regioni come il Veneto dove a causa dell’aumento esponenziale delle merci contraffatte e illegali, l’esigenza di potersi muovere in un mercato corretto e trasparente per il consumatore e la creazione di una vera politica commerciale comune sono diventati elementi fondamentali della competizione e dello sviluppo”.

Malgrado la difficile fase economica e la limitata capacità di assorbimento della domanda interna, le imprese venete negli ultimi anni si sono sempre più rivolte ai mercati esteri per trovare nuove opportunità di crescita. Nei primi mesi del 2012 il tasso di propensione all’export (le esportazioni costituiscono il 34,4% del Pil regionale) ha rilevato un incremento del 5% (rispetto all’anno precedente), evidenziando tassi di crescita delle esportazioni verso i Paesi BRIC che hanno raggiunto percentuali ragguardevoli (Brasile + 25,4%; Russia +19,7%; India +26,1%; Cina +30,6% rispetto al 2010). “La certificazione del ‘Made in’ potrebbe essere un ulteriore strumento per rafforzare la nostra presenza nei mercati internazionali, ritengo pertanto –dice Ditri – che la battaglia per il regolamento sul ‘Made in’ non debba essere abbandonata e ribadisco a coloro che non si sono dimostrati sensibili a questa problematica di attivarsi per promuovere un deciso intervento. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato per mantenere aperta una prospettiva futura, attivando un nuovo e più stretto coordinamento con il Governo, il commissario Tajani e gli stakeholder coinvolti. L’export è la chiave della ripresa dell’Italia e non possiamo più permettere sgambetti da parte di altri Paesi che evidentemente sono più abili di noi a fare lobby in Europa”.

Vedremo se il Governo Monti avrà forza sufficiente per imporre nell’agenda europea questo tema di fondamentale importanza per il settore manifatturiero del NordEst, strategica pure per il rilancio e la crescita del Pil nazionale.