Sul fronte Nord e Est l’Italia è ancora isolata dal permanere del divieto di circolazione voluto dall’Austria ai valichi di confine (con l’eccezione del Brennero dove è stato creato un corridoio di libero transito per gli spostamenti tra Italia e Germania), mentre con la Slovenia il Friuli Venezia Giulia sta trattando per accelerare la riapertura, rafforzando la cooperazione transfrontaliera con un incontro che si è svolto nella sede della Regione a Trieste tra il governatore Massimiliano Fedriga e Tomaz Kunstelj, ambasciatore della vicina Repubblica a Roma.
Fedriga si è soffermato sull’importanza di riaprire le frontiere a beneficio non solo degli scambi commerciali e dei flussi turistici ma, ben di più, per ripristinare quell’area di convivenza, sviluppo e relazione che abbraccia i territori italiani e sloveni in prossimità del confine.
«Auspico – ha sottolineato Fedriga – che, anche alla luce dell’evoluzione della pandemia, si possa giungere a una soluzione ragionevole nel reciproco interesse delle due comunità: la giornata di ieri, la prima ad aver segnato zero contagi in Friuli Venezia Giulia, testimonia infatti i progressi compiuti nella lotta al coronavirus e rappresenta un segnale estremamente positivo sul piano dei rapporti bilaterali».
Se la Slovenia è possibilistà, più rigido il governo di Vienna che ha deliberato di mantenere chiusi i propri confini con l’Italia almeno fino al prossimo 15 giugno: il ministro degli Esteri austriaco, Alexander Schallenberg, ha dichiarato che «apriamo verso 7 Paesi confinanti e non ci saranno più controlli, come prima dell’emergenza Coronavirus. I dati non lo consentono invece con l’Italia, ma intendiamo farlo il prima possibile. Non è una decisione contro l’Italia.
Il governo austriaco la settimana prossima effettuerà una nuova valutazione in merito a una possibile apertura verso l’Italia, ha annunciato Schallenberg «vediamo che la situazione in Italia è molto migliorata e che alcune regioni, come l’Alto Adige, hanno buoni dati Covid». Vienna valuterà «seriamente la proposta di Bolzano di consentire viaggi in alcune regioni italiane, con l’obiettivo finale che l’apertura verso l’Italia, appena i dati lo consentiranno».
La posizione tetragona dell’Austria ha fatto scattare la risposta piccata della politica italiana. «L’Austria rimuove i controlli con tutti paesi confinanti tranne che con l’Italia; la Slovenia continua indisturbata a filtrare a suo piacimento gli ingressi italiani, salvo poi voltarsi dall’altra parte quando ad attraversare il confine con il Friuli Venezia Giulia sono i migranti – sbotta la deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia regionale, Sandra Savino -. Inutile che il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio faccia la voce grossa dicendo che l’Italia non è un lazzaretto e pretendendo rispetto da parte dei paesi europei che ci chiudono la porta in faccia: i fatti dimostrano che la sua è una voce flebile e inascoltata, con il risultato che l’Italia sta continuando a subire un danno economico e d’immagine devastante. Non è più tempo di colloqui telefonici o incontri di cortesia: i prossimi appuntamenti con i suoi omologhi di numerosi stati europei diranno agli italiani se Di Maio ha o no il peso specifico per continuare a ricoprire quel ruolo».
Reazione parlamentare anche per la senatrice della Lega trentina, Elena Testor, che ha presentato un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, affermando che «è urgente ripristinare in sicurezza il normale funzionamento dello spazio Schengen di libera circolazione che deve affrontato in modo coordinato. La mancata riapertura delle frontiere tra gli stati sarebbe penalizzante per il Trentino e conseguentemente per tutto l’asse del Brennero, da cui dipende un ecosistema cruciale per tutta l’Italia. Il ministro Di Maio – conclude Testor – adotti subito tutte le misure necessarie per evitare qualsiasi discriminazione».
In Alto Adige, gli Schützen hanno colto l’occasione per uno dei loro “colpi di mano”, coprendo i cartelli di confine ufficiali, spostandoli più a sud, rivendicando così la loro aspirazione alla riunificazione sotto l’Austria di quello che loro definiscono il Tirolo del Sud, noto anche come Alto Adige. Una provocazione su cui interviene il vicepresidente leghista della Provincia di Bolzano, Giuliano Vettorato: «in un momento delicato come questo, l’arma delle inutili provocazioni politiche è assolutamente fuori luogo. L’esempio messo in atto dagli Schützen, che attraverso un blitz hanno pensato bene di “mostrare” i muscoli, coprendo i cartelli ufficiali dell’Alto Adige e spostando (non si sa perché) i cartelli a sud rischia di danneggiare pesantemente questo sforzo comune che la politica locale sta cercando di portare avanti, per ritrovare la normalità. Da Roma servono ben altri segnali, di questo ne sono certo, ma il secessionismo rappresenta solo una banale leva. L’unica strada maestra rimane il ragionamento politico, il resto è solo inutile propaganda che alimenta inutili tensioni. Non abbiamo bisogno di questo: ricordiamocelo sempre».
Sul tema della riapertura dei confini verso Nord interviene anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, secondo cui «spero che questa vicenda si risolva con l’Austria dove è nato il gruppo, parlamentari compresi, di “Amici dell’Italia” favorevole alla riapertura. L’Austria ha un fatturato di 23 miliardi di euro dato da attività relative con l’Italia. Tenere questa chiusura non aiuta e spero che anche l’Austria si ravveda sulle sue decisioni».
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