Protesta in versione digitale per i 2,4 milioni di professionisti italiani che hanno protestato contro i provvedimenti del governo BisConte che penalizza fortemente la categoria che, nel corso degli Stati generali delle professioni, ha stilato anche un manifesto delle rivendicazioni della categoria.
Durante gli Stati Generali delle Professioni italiane, svoltasi sul canale youtube “Professioni italiane” e su www.professionitaliane.it (dove è pure rivedibile l’intera manifestazione in podcast), i professionisti iscritti agli ordini hanno rivendicato il loro ruolo economico, sociale e sussidiario «di fronte ad un governo che – con il Decreto “Rilancio” – ha disatteso, in tutto o in parte, le richieste di una componente essenziale del Paese».
La manifestazione di protesta è stata organizzata dal Comitato Unitario delle Professioni, presieduto da Marina Calderone, e dalla Rete delle Professioni Tecniche, guidata da Armando Zambrano, con l’obiettivo di far sentire la voce e il peso degli ordini al decisore politico. Potere politico che non ha fatto mancare la sua presenza ai massimi livelli.
«Gli ordini ritengono necessario ribadire, soprattutto in questo momento delicato per il Paese, il senso di responsabilità con cui ogni giorno i professionisti sono al fianco delle imprese per evitare che queste – in assenza di liquidità – si rivolgano alla criminalità organizzata per avere risorse finanziarie. Un lavoro quotidiano e silenzioso, che non di rado subisce attacchi mediatici ingiustificati, frutto della scarsa conoscenza del contributo di legalità che tutte le professioni esprimono nell’esercizio della loro attività e che è necessario riaffermare».
Dagli Stati generali delle professioni esce il «Manifesto delle professioni per la rinascita dell’Italia” sottoscritto dai rappresentanti dei 23 ordini professionali attivi in Italia, dove si chiede attenzione al governo nei provvedimenti che sta mettendo a punto per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e far ripartire il Paese.
Nei dieci punti del “Manifesto”, si chiede di garantire il diritto alla salute, alla prevenzione e alla sicurezza delle cure; garantire la parità di accesso dei professionisti alle misure di incentivo al lavoro e di sostegno nella fase di emergenza; rafforzare le misure in materia di politiche di investimento, programmi industriali sostenibili e innovazione. E, ancora, realizzare un piano credibile di semplificazione normativa; garantire l’applicazione del principio di sussidiarietà; ridurre la pressione fiscale; avviare un “Green New Deal” per progettare opere innovative e sostenibili e promuovere un fondo per lo sviluppo professionale sostenibile; avviare un piano di catalogazione dei patrimoni ambientali e culturali del Paese, di riprogettazione e manutenzione, di investimento nella rigenerazione urbana e di mitigazione del rischio sismico e idrogeologico del territorio e delle opere; valorizzare e tutelare il patrimonio ambientale, artistico, paesaggistico e culturale per nuovi percorsi di crescita; garantire affidabilità e sicurezza nel settore ICT, delle informazioni e delle telecomunicazioni accelerando un processo di digitalizzazione del Paese.
Da parte della politica, rilevante l’intervento di alcuni segretari di partito, oltre che del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che apre al coinvolgimento dei professionisti nell’elaborazione finale del decreto “Rilancio.
Per la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, «l’esclusione dei professionisti dal contributo a fondo perduto non ha assolutamente alcuna ragione e le spiegazioni del ministro Roberto Gualtieri sono surreali perché tradiscono un problema culturale: la sinistra, e questo è il governo più a sinistra della storia della Repubblica, pensa che il professionista sia un privilegiato, che in quanto tale vada colpito ed in quanto tale è l’unico a non avere sostegno». Meloni ha aggiunto che Fd’I ha presentato un emendamento al decreto “Rilancio” per inserire i professionisti tra i beneficiari dei contributi a fondo perduto. Quanto alla disponibilità al dialogo con le opposizioni mostrata ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, Meloni ha commentato dicendo «non abbiamo mai fatto una critica senza fare una proposta. Mi devono dire dove sia questa disponibilità del governo».
Apertura anche dalla Lega di Matteo Salvini, che ha dichiarato «di fare proprie tutte le rivendicazione avanzata dagli Stati generali delle professioni con una serie di emendamenti al decreto in discussione».
Degno di nota l’intervento del portavoce di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: «sono il segretario di un partito che si chiama Sinistra Italiana e so che nell’immaginario collettivo la sinistra è quella forza politica che viene definita più distante da voi, vi dico invece che, come partito politico e come parlamentari, abbiamo portato avanti e stiamo promuovendo da sette anni, ovvero da quando siamo in Parlamento, delle iniziative legislative proprio a favore dei liberi professionisti che noi vogliamo considerare lavoratori. Il lavoro intellettuale che tutti voi svolgete non può essere comparato a merce/impresa ed è impensabile che un professionista – prosegue Fratoianni – possa essere definito ed equiparato ad operatore economico che entra nel mercato dove vigono le leggi della libera concorrenza».
Fratoianni porta lo sguardo su un altro tema carissimo al mondo delle professioni: quello dei minimi tariffari: «la cancellazione dei minimi tariffari, lo dico con determinazione, è stato un errore enorme. La libera concorrenza ha distrutto la relazione tra il professionista che dà fiducia e il committente che avrà sempre necessità per la soluzione di ogni problema. Con le attività parlamentari di questi ultimi anni ci siamo battuti per l’introduzione dell’equo compenso che, sebbene sia sostanzialmente un pannicello caldo, ci permette di affrontare il tema della giusta remunerazione in modo organico».
Quanto alla crisi economica che attanaglia il mondo delle professioni, per Fratoianni «la fotografia dell’ultimo mese che ha visto moltissimi di voi richiedere l’accesso al reddito di emergenza ha fatto emergere la gravità della situazione in cui versa il nostro Paese dove i professionisti non raggiungono i 20.000 euro/annuo lordi. Su cui devono pagare tasse e spese di mantenimento dello studio. Questo a noi è ben chiaro e non perdiamo occasione per batterci e ribadirlo al governo quando si trova nelle condizioni di fare le scelte. Continueremo ad ascoltarvi e a stare al vostro fianco».
Infine, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha dato agli Stati generali delle professioni una notizia attesa dai professionisti ordinistici, ancora in attesa delle promesse erogazioni da 600 euro di aprile (giugno è già iniziato…) e dei 1.000 di maggio: «io e il ministro Gualtieri abbiamo firmato il decreto interministeriale per il bonus per i professionisti per il mese di aprile, in questo momento è alla Corte dei Conti e spero che in breve tempo la Corte dei Conti possa dare l’ok in modo tale da partire con l’erogazione. Subito dopo seguirà l’altro decreto per il mese di maggio. Gli indennizzi sono previsti, allarghiamo la platea e il primo decreto è stato già firmato». Certo che, già che c’erano, avrebbero potuto fare un decreto unitario per entrambe le erogazioni, che sono già in clamoroso ritardo rispetto agli altri lavoratori autonomi iscritti all’Inps, e autorizzare da subito l’erogazione totale dei 1.600 spettanti, anche per ridurre un pochino la burocrazia. Ovviamente, rimanendo in attesa degli indennizzi a fondo perduto, cui nessun professionista intende rinunciare.
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, consultate i canali social:
Telegram
https://twitter.com/nestquotidiano
https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/
https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/
© Riproduzione Riservata