Fondo trasporti locali: protesta degli assessori regionali

Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Liguria contestano al governo BisConte il mancato indennizzo per l’emergenza Coronavirus.

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fondo trasporti locali Actv Venezia

La mancata integrazione del fondo trasporti locali da parte del governo BisConte a seguito dei buchi nei bilanci delle aziende di trasporto locale causati dalla pandemia da Coronavirus ha scatenato la reazione degli assessori ai trasporti delle regioni di Veneto (Elisa De Berti), Lombardia (Claudia Maria Terzi), Piemonte (Marco Gabusi), Liguria (Giovanni Berrino) e Friuli Venezia Giulia (Graziano Pizzimenti).

Secondo gli assessori le misure contenute nel decreto Rilancio «a sostegno del trasporto pubblico assomiglia a una tragica presa in giro. I 500 milioni previsti coprono a malapena un terzo delle perdite per le imprese del settore stimate per il 2020 in almeno 1,5 miliardi a livello nazionale, secondo le analisi delle associazioni di categoria».

«Lo stanziamento – proseguono gli assessori – è insufficiente addirittura per ristorare i mancati ricavi di questa prima fase dell’emergenza sanitaria: per i primi due mesi di confinamento, il danno economico subito dal trasporto pubblico locale, compreso il servizio ferroviario, a livello nazionale ammonta ad almeno 600 milioni di euro. Se poi il fondo da 500 milioni a livello nazionale dovesse anche includere i rimborsi degli abbonamenti, allora alle aziende resterebbero davvero le briciole. Per rimborsare gli utenti è bene che il Governo preveda un capitolo a parte con risorse importanti».

Gli assessori ai trasporti si domandano «come può pensare il Governo di affrontare una crisi di queste dimensioni con soli 500 milioni da dividere tra tutte le Regioni. Le imprese del Tpl rischiano di chiudere – concludono –, con tutto quello che ne consegue in termini di drammi occupazionali per i lavoratori che perderanno il posto e problemi per l’erogazione del servizio. Il Governo rimedi subito, finora abbiamo assistito solo a tentennamenti e vergognosi balletti di cifre: dall’ipotesi di 800 milioni si è passati rapidamente a 500 milioni a livello nazionale. Le imprese, i lavoratori del settore e gli stessi utenti non meritano tutto questo. Sono in gioco i servizi per i cittadini e tanti posti di lavoro. Consideriamo, infine, che il Gruppo Fs, società statale, ha dichiarato utili nel 2019 per 584 milioni di euro: il Governo investa una parte di questo tesoretto per integrare il fondo di supporto al settore».

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