Conte: “al 60,5% del totale la raccolta differenziata media sul territorio regionale. In testa la provincia di Treviso con il 74%”
Nella gestione dei rifiuti si conferma la posizione di avanguardia del Veneto nel panorama nazionale. La produzione totale di rifiuti urbani nel 2011 è stata di oltre 2.305.000 tonnellate, con una diminuzione del 4,3% rispetto all’anno precedente, attribuibile principalmente agli effetti della crisi economica. La produzione annuale pro capite è stata di 465 kg. per abitante. La raccolta differenziata ha raggiunto il 60,5% del totale, per una quantità pari a 1.394.000 tonnellate, con un calo dello 0,7% rispetto al 2009. La quantità del rifiuto residuo è stata pari a 911.000 tonnellate (-9,3%). La provincia di Treviso con il 74% si conferma al primo posto nella classifica regionale della raccolta differenziata, seguita da Belluno (66%), Rovigo (64%), Vicenza (62%), Padova e Verona (60%) e Venezia (50%). Per tutte, quindi, superato o raggiunto l’obiettivo del 50% previsto dal Piano regionale e dalla normativa nazionale per il 2009.
Il rapporto sulla produzione e la gestione dei rifiuti (urbani e speciali) nel Veneto, realizzato dall’Osservatorio regionale rifiuti, è stato presentato dall’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte e dal direttore generale dell’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, Carlo Emanuele Pepe. “Sono dati positivi – ha sottolineato Conte – che sono l’effetto di un sistema che si è creato sul territorio e che funziona”. Pepe da parte sua ha posto l’accento sul contributo fondamentale dei cittadini al corretto recupero dei rifiuti. Per quanto riguarda i rifiuti urbani, il 68% dei comuni del Veneto ha già conseguito l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata dei rifiuti. Maser (Treviso) ha raggiunto la percentuale più alta (83,65%) tra i comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti; Salgareda (Treviso) è in testa (con l’83,68%) nella graduatoria dei comuni con popolazione tra i 5.000 e i 15.000 abitanti; Preganziol (Treviso) ha la percentuale più elevata (82,79%) tra i comuni con popolazione compresa tra i 15.000 e i 50.000 abitanti; Rovigo con il 60,32% guida la graduatoria dei comuni con più di 50.000 abitanti. Il rapporto fa inoltre il punto sul recupero di quanto raccolto e i diversi tipi di trattamento, fino all’incenerimento nei tre impianti attualmente esistenti o lo smaltimento nelle dieci discariche ancora attive nel Veneto. Dall’analisi sul 2011, risulta infine che il costo medio annuale pro capite per il servizio di gestione dei rifiuti urbani nel Veneto si attesta a 128,69 euro per abitante.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali, i dati (riferiti al 2010) mostrano una produzione di circa 15 milioni di tonnellate, di cui un milione di rifiuti pericolosi, 7,9 milioni di non pericolosi e 6,1 milioni di rifiuti non pericolosi derivanti da costruzione e demolizione. Questi ultimi sono in forte diminuzione a causa delle difficoltà del settore delle costruzioni. Del totale dei rifiuti speciali, 11,5 milioni di tonnellate sono state avviate ad impianti di recupero e il resto ad impianti di smaltimento. Anche per gli speciali, negli ultimi anni si registra un significativo incremento del recupero di materia e, parallelamente, un decremento dello smaltimento in discarica.
L’assessore Conte ha detto che per il futuro si proseguirà sulla strada intrapresa, puntando ad aumentare ancora il recupero dei materiali con l’obiettivo di arrivare a zero conferimenti in discarica. L’altro versante sarà quello del recupero ai fini energetici che avrà ricadute anche per quanto riguarda i “business plan” degli impianti, al fine di garantire da un lato gli investimenti e dall’altro di tenere basse le tariffe. Conte ha evidenziato, tra l’altro, che l’ecotassa nel Veneto è stata investita sul territorio per realizzare ecocentri, che stanno funzionando bene. Infine, l’assessore ha detto che in questo quadro si innesterà anche la riorganizzazione delle autorità di gestione dei rifiuti, come è già stato fatto per i servizi idrici, che sarà impostata in ambiti provinciali ma con la necessaria flessibilità per adattarsi alle realtà costituite sul territorio.