La seconda Commissione del Consiglio provinciale di Trento ha esaminato e approvato la manovra anticrisi della Provincia di Trento da 108 milioni di euro volta ad arginare gli effetti della crisi economica derivata dalla pandemia da Coronavirus che ha colpito in particolare le aziende, i lavoratori autonomi e i professionisti. Logico che un governo locale a maggioranza di centro destra, il primo della storia trentina, fosse attento a dare un segnale a queste categorie piuttosto che a quelle tutelate e garantite del lavoro dipendente, da sempre nel cuore delle maggioranze di centro sinistra.
Peccato che la doverosa attenzione verso chi lavora, intraprende senza alcuna garanzia e crea posti di lavorosia andata di traverso agli esponenti della Triplice sindacale, soprattutto quando la Giunta provinciale ha ridotto le poste in bilancio destinate al rinnovo dei contratti del settore pubblico.
Una protesta che è rintuzzata dal senatore trentino di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi: «i segretari della Triplice sindacale Cgil Cisl e Uil attaccano la Giunta provinciale, rea di aver previsto nella manovra anticrisi della Provincia di Trento norme per supportare le imprese ed il lavoro autonomo “a danno” dei dipendenti. Rappresentano quel mondo anacronistico e sconfitto dalla storia, che ora esprime pure il candidato sindaco di Trento delle Sinistre, e che senza vergogna arriva a considerare le partite Iva degli evasori fiscali a prescindere».
Secondo De Bertoldi «quei cittadini, che determinano il Pil e l’occupazione, che si accollano il rischio d’impresa senza alcuna tutela sul proprio futuro lavorativo e, di fatto, senza aiuti, sono degli “evasori” per i compagni del futuro candidato sindaco di Trento (ed ex segretario della Cgil trentina) Franco Ianeselli. Per noi di Fdi e del Centrodestra sono invece degli eroi, ai quali garantire ogni aiuto per il mantenimento del ciclo produttivo, evitando il tracollo del Paese».
Il senatore di Fratelli d’Italia si dichiara «indignato per l’ennesima dimostrazione di inadeguatezza del sindacalismo trentino, cui consiglierei un corso di aggiornamento, magari proprio nella vicina Germania, dove il “fare impresa” è visto come fondamento dell’economia, tanto da garantire proprio agli imprenditori i primi e principali supporti finanziari anche a fondo perduto che in Italia la maggioranza delle quattro sinistre del governo BisConte si ostina a negare».
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