La Corte di Appello di Venezia, presieduta dalla giudice Caterina Passarelli, con sentenza pubblicata il 10 febbraio scorso, ha riconosciuto le ragioni della società Bagni dal Moro di Rosolina Mare, assistita dagli avvocati Gianluigi Ceruti e Francesco Acerboni, contro l’Agenzia del Demanio e il Comune di Rosolina.
Si tratta di una vicenda nata nel 2010 quando Bagni dal Moro, gestore di uno stabilimento balenare nella località balneare di Rosolina Mare, aveva chiamato in giudizio l’Agenzia del Demanio e il Comune di Rosolina per chiedere la corretta determinazione del canone annuale di concessione demaniale.
Nel 2015 era stato il Tribunale di Venezia, a fronte dei circa 90 mila euro richiesti dal Comune di Rosolina, ad accertare un canone demaniale di quasi 50 mila euro per l’anno 2010, di cui circa 30 mila erano già stati versati dalla ditta Bagni dal Moro.
La decisione della Corte di Appello di Venezia, chiamata a pronunciarsi su ricorso del Demanio – si legge nella nota – “verte sull’interpretazione di una parte dell’art. 1 della legge di stabilità 2014 (la legge n. 147 del 2013) che, in attesa del riordino di tutta la materia dei canoni demaniali marittimi non ancora approvata dal Parlamento in più legislature, ha concesso ai titolari di stabilimenti balneari la possibilità di deflazionare il contenzioso in corso alla data del 30 settembre 2013 scegliendo, in alternativa fra due forme di pagamento del canone richiesto dal Comune competente per territorio: il versamento del 30% in unica soluzione entro pochi giorni oppure di un importo superiore con rateizzazione entro un termine più ampio.” La soluzione scelta da Bagni dal Moro è stata quella di versare subito il 30% delle somme dovute estinguendo le pretese del Demanio.
Così il giudice di secondo grado ha rigettato l’appello e confermato la decisione del 2015, condannando l’amministrazione al pagamento delle spese di lite.
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