Cna Veneto, allarme liquidità per 2 su 3 imprese del comparto moda ed edilizia

Conte: «tanta delusione per la proroga del blocco delle attività per altre due settimane». 

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Alessandro Conte presidente Cna Veneto

Le imprese dei settori edilizia e moda aderenti a Cna Veneto sono in allarme per la proroga del blocco delle attività. «La delusione degli artigiani dei settori moda e costruzioni è tanta – commenta il presidente di Cna Veneto, Alessandro Conte -. Fino all’ ultimo speravano in un via libera alla ripresa già dalla prossima settimana. Così invece dovranno fare i conti con i danni di altre due settimane di stop».

Il blocco colpisce 27.000 imprese venete se si sommano quelle attive nei due settori: edile (17.649) e della moda(9.500). «Se si considera che – spiega Conte – circa due imprese su tre, già due settimane fa, dichiaravano problemi di liquidità non è difficile immaginare che, senza possibilità di lavorare e senza soldi a disposizione per pagare le tasse e pianificare la ripartenza, alcune di loro chiuderanno per sempre. Per evitare il disastro, il Governo dovrà intervenire con decisione nel prossimo Dpcm con un’ulteriore iniezione di liquidità e misurestrutturali per la ripartenza».

Si stima che le imprese artigiane in Veneto nel comparto delle costruzioni siano l’80% del totale. Le realtà con dipendenti sono circa il 30,3% per un fatturato che ammonta a 18 miliardi di euro.

«Nel 2019 – rileva il presidente di Cna Veneto – il Pil del Veneto era cresciuto dello 0,6%, grazie ad una ripresadell’export, di una maggiore stabilità della domanda interna e dei consumi delle famiglie. Il dato dell’ultimomese ha fatto registrare un crollo della produzione interna lorda delle imprese artigiane venete del 4,4%. Un dato comprensivo anche dei due settori presi in considerazione».

Per fronteggiare le difficoltà di questi mesi, per la Cna l’82% ha fatto ricorso alla cassa integrazione, mentre un ulteriore 16% pensa di farne ricorso a breve. Il 50% ha messo in ferie tutti o parte dei dipendenti, mentre il 10% ha attivato il lavoro da remoto ed il 14% lo farà a breve.

«Oltre al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali – conclude Conte – bisognerà ragionare con azioni più strutturate in grado di supportare le imprese ad affrontare le problematiche dei prossimi mesi».

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