Decreto liquidità: scontenta anche Conftrasporto Confcommercio

Uggè: «procedure e tempi di erogazione decisamente inadeguate alle esigenze delle imprese, specie di quelle più piccole e meno strutturate». 

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Tra chi fa impresa o svolge una professione tra la vita e la morte dell’attività la discriminante è il fattore tempo e secondo il vicepresidente vicario di Conftrasporto Confcommercio (oltre 30.000 imprese trasporti e logistica rappresentate, gran parte attive proprio nel NordEst), Paolo Uggè, nel decreto liquidità appena pubblicato «c’è il micidiale rischio di vederne crollare i propositi sotto il peso del tempo che passa».

«Fate presto, qui si rischia di non risolvere i problemi della gente e delle impreseavverte accorato Uggè -. La liquidità necessaria dev’essere messa a disposizione subito, se non si vuole che le attività, soprattutto quelle medio-piccole, chiudano per sempre. Le misure messe in campo da Germania e Svizzera sono le stesse che Conftrasporto Confcommercio invoca da giorni, inascolata dal nostro esecutivo».

A giudizio di Uggè «il decreto liquidità rischia di non curare il Paese e la sua muscolatura economica. Bisogna fornire risorse a fondo perduto per le micro aziende, alzare al 100% le garanzie e spostare al 2021 la sospensione dei contributie dell’Iva. Senza queste misure, l’ammontare di garanzie, seppur adeguate, sarà vanificato da una complessità operativa che potrebbe azzerarne gli effetti costringendo le imprese ad attendere mesi e mesi per ricevere i soldi che aspettano».

Uggè evidenzia un’incongruenza: «lo Stato si finanzia attraverso la BCE con tassi che attualmente sono negativi. Perché far pagare interessi ai cittadini e alle aziende che chiedono aiuto? Il tempo per le modifiche esiste, il Governo faccia uno sforzo ulteriore per recepire questo grido d’allarme», aggiungendo che ritiene è «indispensabile reagire come di fronte alle calamità naturali, dando cioè soldi a fondo perduto».

«Il Governo per l’emergenza sanitaria si è circondato di esperti ed eminenti scienziati che talvolta forniscono pareri molto contrastanti tra loro. Perché non si avvale, per i temi economici, di esperti industriali, logistici, banchieri ed economistiper provvedimenti che hanno la necessità di essere affrontati sentendo il parere di chi opera direttamente sul campo?» si domanda il vicepresidente di Conftrasporto Confcommercio, conscio dell’attuale preparazione professionale del governo BisConte, ben sotto il livello di minima accettabilità.

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