Presentata a Villa Contarini la certificazione biologica del parco

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Villa contarini bioparco firma 1Ora è il primo polmone verde biologico d’Italia

È stata presentata ufficialmente a Villa Contarini la certificazione di parco biologico, secondo il metodo Bio-Habitat, ottenuta di recente dal parco della reggia di Piazzola sul Brenta che diventa, in questo modo, il più grande polmone verde in Italia certificato come tale. Esso copre un’area di 500.000 metri quadri, di cui 60.000 metri quadri sono a bosco, 200.000 metri quadri sono coltivati a prato, 30.000 sono dati da strade e viali. Uno di essi si estende per 2.200 metri e vanta un filare di circa 200 esemplari di robinia (alcuni anche molto antichi). E ancora, 40.000 metri quadri sono costituiti da specchi d’acqua. 150.000, tra parco e giardini, sono di pertinenza stretta della villa e oltre 80 ettari sono vincolati a verde.

L’importante riconoscimento e più in generale il tema “La qualità del bene ambientale per la valorizzazione della Villa Veneta” sono stati l’oggetto di una tavola rotonda coordinata da Giovanni De Luca, direttore di Rai Veneto. Ai lavori hanno partecipato Maurizio Conte, assessore regionale all’ambiente, Giuliana Fontanella, presidente dell’Istituto Regionale Ville Venete, Roberto Gioachin, responsabile di Serbios srl, Giuseppe Antonello di Unisef Scarl Treviso, Graziano Chiaro, ordinario di marketing strategico, Paolo Pizzolato, amministratore unico di Veneto Agricoltura, e Cino Augusto Cecchini, comandante della Polizia Provinciale di Padova. Era presente, tra il pubblico, anche Enrico Pavanetto, assessore alla polizia provinciale di Padova.

Ad aprire il confronto è stato Maurizio Moffa, amministratore unico di Villa Contarini, che ha espresso la sua soddisfazione per la certificazione conferita al parco. Essa va ad aggiungere ulteriore prestigio a quella che è una delle più grandi aree verdi nel cuore del Veneto, e  testimonia la qualità dell’offerta nei confronti delle migliaia di visitatori che ogni anno vi si soffermano. 

L’assessore Maurizio Conte ha evidenziato come una villa sia tale quando, oltre al bene storico e culturale, si considera anche l’aspetto ambientale: “oggi ci viene data l’occasione di comprendere il legame forte che esiste tra la villa, la sua monumentalità e il territorio. Tutto ciò, però, deve essere preservato attraverso un monitoraggio e un controllo costanti”. L’assessore ha quindi ricevuto dalle mani di Giuseppe Antonello di Unisef Scarl, azienda promotrice dell’iniziativa realizzata da Serbios, il certificato di parco biologico di Villa Contarini. L’importanza della salvaguardia dell’ambiente e del territorio è stata al centro dell’intervento di Roberto Gioachin, che l’ha definita la linea guida dell’agricoltura biologica e, analogamente, della conservazione dell’ambiente esterno alle ville. Il responsabile di Serbios ha poi spiegato come funziona il metodo Bio-Habitat. Quest’ultimo si avvale di un disciplinare che riporta le norme da seguire per la gestione del verde a destinazione non agricola, ispirandosi ai principi e alle tecniche dell’agricoltura biologica per cercare di trasformare un sistema colturale in un modello culturale nuovo e moderno. Quello della cultura del verde bio, appunto. 

Del biologico ha parlato anche Paolo Pizzolato, amministratore di Veneto Agricoltura, che ha specificato come il territorio abbia ancora tanto da offrirci, sotto diversi profili, ma è necessario possedere buone capacità gestionali per raggiungere gli obiettivi prefissati. Giuliana Fontanella, reduce dal Festival delle Ville Venete, che quest’anno era dedicato proprio al tema dei parchi e dei giardini e all’armonia nel paesaggio, ha sottolineato come il verde delle dimore storiche vada valorizzato per diventare anch’esso, come gli stessi splendidi edifici, attrattiva turistica. La presidente dell’IRVV e il comandante della Polizia Provinciale patavina hanno infine parlato del ruolo della scuola nel formare “una cittadinanza educata”. Entrambi hanno espresso la necessità di insegnare l’educazione civica e ambientale a scuola per trasmettere alle giovani generazioni quel senso di appartenenza ad un territorio che permette di rispettarlo e amarlo.