Dopo l’Austria, anche la Slovenia ha rafforzato i controlli al confine su chi entra nel paese slavo. L’ingresso delle persone è consentito solo ai cittadini sloveni o ai possessori di un permesso di residenza permanente o temporanea.
Il governo di Lubiana aveva annunciato la decisione di chiudere il confine con l’Italia per contenere il contagio da coronavirus. L’ingresso secondo quanto comunicato dal ministro della Salute, Ales Sabeder, è consentito attraverso sei valichi (Fernetti, Racchia, Robis, San Pietro-Vertoiba, Rabuiese-Skofije, e il passaggio di Krvavi potok nei pressi di Cosina) alle persone solo se in possesso di un certificato medico, in sloveno, inglese o italiano, rilasciato dall’autorità competente non più di 3 giorni precedenti all’ingresso, che attesti la negatività al Covid-19.
Sul versante italiano, polizia ed esercito controllano i veicoli in transito chiedendo per il passaggio il modulo di autocertificazione, compilato o anche da compilare sul posto.
Sul fronte del confine austriaco, Vienna ha compiuto il rafforzamento dei controlli provvedendo pure ad interrompere il collegamento passeggeri via ferrovia all’ultima stazione di confine, costringendo i passeggeri che devono recarsi in Austria o in Germania a scendere dai treni e a cercare un taxi o un autobus per raggiungere la stazione ferroviaria più vicina, visto che l’ingresso a piedi in territorio austriaco non è consentito.
Secondo il decreto firmato la scorsa notte a Vienna, può entrare solo chi è residente in Austria oppure chi attraversa il Paese senza fare soste: la polizia controlla se i serbatoi delle automobili sono pieni, penalizzando così chi pensava di approfittare del più basso prezzo dei carburanti vigente in Austria.
Il rafforzamento dei controlli al confine del Brennero ha causato in autostrada una coda di veicoli leggeri e pesanti lunga 80 chilometri: praticamente un serpentone di lamiere da Bolzano fino al valico.
Interessante notare come il provvedimento austriaco che lede uno dei principi della Comunità europea sia stato preso unilateralmente dal governo viennese senza rispettare le regole comunitarie: «non abbiamo ancora ricevuto una notifica, che riguarda le regole di Schengen, da parte dell’Austria» per reintrodurre controlli interni alla frontiera europea secondo quanto affermato da un portavoce della Commissione europea ad una domanda da parte della stampa.
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