A un anno dalla sua entrata in carica, il bilancio della presidenza di Friulia Spa, la finanziaria della regione Friuli Venezia Giulia, con la presidente Federica Seganti, che presenta l’oggi e il domani del braccio dello sviluppo regionale, chiamato sempre più a supportare la crescita e l’internazionalizzazione delle aziende della Regione e di quelle attive nel NordEst.
Presidente Seganti, qual è il programma della sua presidenza di Friulia Spa?
Il piano industriale 2019-2022, che ha definito le azioni e gli strumenti attraverso i quali Friulia Spa intende favorire la crescita del tessuto imprenditoriale regionale, è entrato nel vivo con previsione di investimenti per 25 milioni di Euro nel corso del 2020 e 100 milioni di Euro nell’arco di un quadriennio.
Il nuovo corso di Friulia, condiviso con la Regione Friuli Venezia Giulia e inaugurato nel marzo 2019, è un giusto mix tra nuove proposte pensate per Pmi e start up insieme a strumenti più tradizionali a supporto delle realtà territoriali. La principale novità è rappresentata dai minibond, pensati per fornire una fonte alternativa ai finanziamenti bancari per le imprese. A questi interventi saranno affiancati gli altri strumenti di successo di Friulia, come il “Money and Coaching” e i finanziamenti di rilancio aziendale. L’obiettivo è fornire un supporto finanziario e, se necessario, manageriale/consulenziale alle imprese, soprattutto a quelle meno strutturate, che intendano crescere e investire in progetti innovativi.
Quante aziende sono partecipate al momento da Friulia e per quale ammontare di capitale?
Ad oggi Friulia ha investito complessivamente 162 milioni di euro in 94 aziende partecipate, il cui fatturato aggregato è pari a circa 2,2 miliardi di euro con 7.700 dipendenti occupati complessivi. Sono numeri significativi se si pensa che tali dati corrispondono a circa il 10% dei dipendenti e dei ricavi delle società di capitali del Friuli Venezia Giulia.
In futuro vogliamo aumentare le collaborazioni con le realtà più interessanti della Regione, premiando progetti che puntano sull’innovazione tecnologica e digitale, due componenti fondamentali per rimanere competitivi non solo in Italia, ma anche in ambito internazionale.
Ci sono filoni particolari di attività che s’intende supportare?
Crediamo fortemente che l’obiettivo primario di Friulia sia agevolare la crescita delle imprese del territorio proponendo strumenti appositamente pensati per le diverse attività che costituiscono il tessuto economico regionale.
Il target principale degli investimenti da parte della finanziaria regionale è composto dalle Pmi, che costituiscono l’80% delle partecipazioni. Si tratta di un settore fondamentale per lo sviluppo imprenditoriale della Regione che Friulia supporta con interventi tradizionali, come finanziamenti e “project financing”, strumenti per l’affiancamento manageriale come il “Money and Coaching”, o nuove soluzioni come i minbond.
Oltre alle Pmi, la missione del piano industriale della mia presidenza è facilitare l’accesso ai finanziamenti per le micro e piccole imprese, un comparto che rappresenta oltre il 95% delle aziende presenti oggi in Italia. Si tratta di un settore cruciale perché è composto da imprenditori locali, famiglie e start up promettenti che devono poter contare sulla fiducia e su un capitale sufficiente per poter investire e crescere sul territorio. A tal proposito, i nuovi strumenti del nuovo “business plan” di Friulia, come il “tranched cover”, il microcredito e la “liquidity facility”, permetteranno un più agevole accesso al credito e tassi agevolati a tutte quelle aziende di recente costituzione difficilmente finanziabili a causa della scarsa storicità bancaria.
Qual è lo stato di salute dell’imprenditoria regionale dal suo osservatorio?
Il Friuli Venezia Giulia è una regione solida con tante imprese che fondano il proprio successo investendo sul territorio e sfruttando le grandi opportunità offerte dall’export. Secondo l’ultimo rapporto “Regione in cifre” elaborato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, nel 2018 l’export si è confermato elemento trainante dell’economia locale con un valore delle merci esportate pari a 15.610 milioni di euro, aumentato del 5,9% rispetto al 2017, e con un saldo commerciale con l’estero positivo per 6,91 miliardi di euro. Il Pil regionale del 2019 è inoltre stimato in crescita dello 0,3% in linea con il dato nazionale, anche se in calo rispetto al 2017.
Nonostante i numeri siano complessivamente positivi, questi non sono sufficienti. Le imprese devono continuare ad investire in tecnologia e innovazione per continuare a competere a livello globale anche in futuro. Per raggiungere questo obiettivo, Friulia sarà al fianco delle migliori realtà regionali garantendo la propria expertise e il supporto consulenziale e finanziario necessario per sfruttare le opportunità offerte dal mercato globale e sostenere la crescita delle aziende.
Friulia intende farsi parte attiva, assieme ai vari incubatori di start up attivi in regione, nel promuovere una nuova imprenditoria e nel diffondere nelle scuole la “voglia” di investire su di sé con nuove idee?
L’attenzione di Friulia verso le Pmi è dimostrata dalla struttura “BIC incubatori FVG”, società del Gruppo Friulia e hub di riferimento per le start up del Friuli Venezia Giulia anche grazie al riconoscimento di “incubatore certificato di start up innovative” ottenuto fin dal 2015. Disponendo di un sistema integrato di servizi e di una struttura dedicata, 48 start up con un fatturato aggregato di oltre 60 milioni di euro, possono concentrarsi su percorsi innovativi di imprenditorialità potendo contare su un sistema più agevole per il reperimento di capitali oltre che su facilitazioni per i contatti con il mercato.
Condividere gli spazi di lavoro e le idee con altre aziende del settore rappresenta oggi un plus fondamentale per quelle realtà che ancora non possono contare su un capitale strutturato. Friulia è fiera di essere parte integrante di questo progetto che oggi dà lavoro ad oltre 350 persone e che speriamo possa convogliare anche in futuro tanti giovani talenti.
In riferimento alla presenza dell’euroregione “Senza confini”, Friulia collabora con analoghe realtà di Veneto e Carinzia?
Il progetto Euroregione Senza Confini ha come obiettivi la promozione e la facilitazione della cooperazione tra le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto con il Land austriaco della Carinzia per portare avanti progetti comuni di sviluppo dei territori e delle popolazioni di riferimento.
Friulia è da sempre impegnata nella crescita delle imprese della Regione anche attraverso piani di espansione che abbiano una visione e uno spirito transnazionale, con l’obiettivo di sfruttare le opportunità offerte dall’export, fattore trainante per lo sviluppo dell’economia regionale e nazionale.
Per questo motivo Friulia sta portando avanti iniziative che coinvolgono, in particolare, aziende del territorio veneto e friulano.
Quanto è praticabile un’alleanza tra finanziarie pubbliche del NordEst per allargare la “potenza” finanziaria per supportare l’espansione delle imprese del territorio all’estero?
Di fatto è già attiva: abbiamo un’ottima collaborazione con Veneto Sviluppo e FinEst per supportare le aziende del NordEst nella loro attività che guardano al consolidamento e allo sviluppo, soprattutto quelle di maggiori dimensioni che hanno bisogno di maggiori coperture finanziarie per realizzare i loro progetti. Ottima è anche la collaborazione con le banche del territorio.
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