Aumento Iva su ristoranti e alberghi: autodafè della maggioranza del BisConte

Bond: «se passasse l’aumento della tassazione, l’Italia sarebbe ancora meno competitiva in un settore che oggi è trainante e che genera il 13% del Pil nazionale e 3,4 milioni di posti di lavoro». 

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Dario Bond, presidente del Fondo Comuni Confinanti.

Se dovesse effettivamente essere approvata, la proposta lanciata dalla maggioranza di governo del BisConte di aumentare l’Iva su ristoranti e alberghi per finanziare qualche taglio alle tasse sulle aliquote più basse dell’Irpef (che già oggi pagano poco o nulla in termini reali al netto di deduzioni e detrazioni), «il turismo italiano diverrebbe ancora meno competitivo di oggi nei confronti dei paesi confinanti»: ne è fermamente convinto il deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond.

Attualmente, l’Iva gravante su ristoranti e alberghi in Italia è del 10%, quando all’estero viaggia dal 4% al 13% della Grecia. «Ovvio che se si portasse l’Iva italiana su ristorazione e alberghi al 22% o, peggio, al 25,5% come qualcuno della maggioranza di governo ha proposto- sottolinea Bond -, il settore andrebbe a catafascio e con esso gran parte di quel 13% di Pil che produce e buona parte dei 3,4 milioni di posti di lavoro».

Secondo il parlamentare azzurro «davvero Gualteri, Di Maio & C. pensano che l’economia nazionale, già in pesante rallentamento come autorevolmente certificato dall’Istat e dall’Ufficio parlamentare di bilancio, si possa risollevare stangando uno dei pochi settori che ancora funziona e che negli ultimi tempi – fino all’avvento del coronavirus – era l’unico in salute con prospettive incoraggianti di crescita?»

«Già oggi il turismo italiano è poco competitivo, stretto com’è tra una tassazione al 60% sugli utili d’impresa, un’Iva tra le più elevate, il costo dell’energia (elettricità, gas metano e gasolio) decisamente superiore, senza considerare l’apporto di una burocrazia senz’equali – afferma Bond -: gli esponenti della maggioranza di governo delle sinistre vogliono metterci il carico ferale e mandare in malora anche questo settore, dopo che hanno colpito e affondato la filiera dell’automotive italiano a suon di tasse ideologiche e contrarie alla logica di mercato come il “Bonus-Malus” e la lotta al Diesel? Davvero credono che il reddito di cittadinanza sia la panacea per tutti i mali del Paese? Davvero credono che con il solo assistenzialismo possano cercare di rimanere in sella ad un Paese in stato catatonico prossimo all’ennesimarecessione

Agli esponenti della maggioranza del governo BisConte l’ardua risposta.

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