Cresce (+3,7%) la domanda mondiale di latte trainata da Asia e Africa

Per i prossimi 6 mesi attesi prezzi stabili anche sul mercato italiano. Per una maggiore sostenibilità del settore, si punta ad un incremento della produzione di latte per vacca.

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latte zootecnia trentina

Cresce la domanda mondiale di latte, con importazioni globali fra gennaio e dicembre 2019 nell’ordine in aumento del 3,7% su base tendenziale, trainate dall’Asia e dal SudEst asiatico (+6,7% rispetto ai 12 mesi precedenti) e con l’Africa che mostra una domanda in crescita del 4,7%.

I dati elaborati da Clal.it, portale di riferimento per il settore lattiero caseario, sono «una premessa positiva per una sostanziale stabilità dei prezzi, almeno per il primo semestre del 2020». Uno scenario che dovrebbe rassicurare i produttori di latte anche in Italia e spingerli a investire non tanto in una maggiore produzione lattiera, quanto a miglioraregli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, puntando anche sul benessere animale e sulla riduzione dei costi di produzione, senza intaccare la qualità che contraddistingue il prodotto italiano.

Questi sono elementi che incideranno sempre più sia nell’approccio ai consumi che, di rimbalzo, nei prezzi riconosciuti agli allevatori. Il futuro, secondo Giuseppe Pulina, professore ordinario di Zootecnica speciale all’Università di Sassari, va verso la direzione di una più elevata produttività per capo. «Una vacca che produce molti litri di latte è più sostenibile rispetto a una vacca che produce poco – ha detto Pulina -. Se portassimo la produzione per singolo capo a 20.000 litriall’anno, obiettivo alla portata, oggi saremmo al 25% di emissioni rispetto alle emissioni globali per i gas climalteranti rilevati nel 1990, saremmo a poco meno della metà per il fosforo e meno della metà per l’azoto».

Le strategie per incrementare la resa delle bovine devono, per Pulina, «essere inevitabilmente congiunte e passare da un approccio sistemico, prevedendo allo stesso tempo un miglioramento genetico, l’adozione di strumenti di agricoltura e zootecnia di precisione, aumentando il benessere animale e gli spazi in stalla».

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