Mercato auto: ad agosto aumentano le radiazioni di auto e moto

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Secondo i dati Aci, boom di radiazioni per esportazione di auto nuove o quasi per sfuggire alle ganasce del Fisco

Ad agosto sono aumentate le radiazioni di veicoli. Le auto eliminate dalla circolazione sono state 83.681 (+5,6% rispetto allo stesso mese del 2011), le moto 7.848 (+9,3%). Un risultato derivante soprattutto dalla crescita delle radiazioni per esportazione, una pratica sempre più utilizzata che solo in questo anno nel settore auto è arrivata ad incidere quasi per il 40% a fronte di un calo delle demolizioni di quasi il 5%.

Ogni 100 autovetture nuove ne sono state radiate 126 ad agosto e 97 nei primi otto mesi del 2012. Il numero delle radiazioni da gennaio ad oggi ha fatto rilevare una crescita dell’1,5% per le autovetture e dell’11,2% per i motocicli. Radiazioni che interessano per un buon 20% veicoli nuovi di classe Euro 4/5/6. Quello che dovrebbe fare riflettere i tecnici del Governo Monti è il dato che interessa la radiazione di questi ultimi, che tra marzo ed agosto del 2012 hanno registrato un vero e proprio boom a causa delle penalizzante pressione fiscale che grava sui veicoli che sono finiti sotto le ganasce del fisco perché ritenuti di lusso.

Suv, auto sportive, ammiraglie hanno preso la via dell’estero per evitare il pagamento del superbollo per i veicoli potenti oltre i 250 Cv o per evitare di fine continuamente fermati dagli occhiuti agenti del Fisco che chiedono ai malcapitati guidatori se essi siano in grado di giustificare e mantenere il veicolo che possiedono. Per evitare questo genere di vessazioni, molti proprietari hanno preferito vendere la propria auto ad aziende di leasing estere per poi continuare a utilizzarle con una nuova targatura straniera (con conseguente risparmio di bolli e di tasse e anche franchigia dalle contravvenzioni), oppure liberandosene definitivamente, accettando anche una notevole svalutazione che va a beneficio dell’intermediario che la esporta sui mercati tedeschi e dell’Europa dell’Est guadagnando un cospicuo margine.

Chi ci perde in questa situazione che ha semplicemente del vergognoso e dell’indegno per un Paese che vorrebbe essere civile e moderno è quello Stato che dalla tassazione sul presunto lusso a quattro ruote incasserà meno di un terzo di quanto previsto, non senza prima aver distrutto il relativo settore, con vendite a picco e chiusura di molte concessionarie e relativa perdita di posti di lavoro (sono negli ultimi mesi hanno chiuso 350 concessionari). Vale ancora la pena per il Governo Monti perseverare con un’azione eccessivamente penalizzante sui veicoli prestazionali? Inoltre, chi pagherà il frutto di cotanta dissennatezza politica che da qui alla fine dell’anno genererà un bel buco nei conti dello Stato che andrà inevitabilmente coperto, pena ulteriori strali dell’Europa?