Aggressione al gazebo della Lega in Corso Martiri della Libertà, a Ferrara, dove un gruppo di attivisti, probabilmente legati a collettivi o a centri sociali, ha minacciato e insultato – al grido di “razzisti di merda” – militanti, volontari e cittadini, che firmavano per le candidature del Carroccio per le prossime regionali.
A un signore, intento a bere un caffè, un esponente dei “bravi ragazzi” ha rovesciato la tazzina addosso e, non pago, lo ha pure schernito dicendogli: «pagami un caffè». Sono stati anche fatti esplodere petardi, scagliati verso il banchetto della Lega. Sul posto il vicesindaco di Ferrara, Nicola Lodi, che ha contattato le forze dell’ordine, prontamente intervenute.
Sono arrivati agenti di polizia, Digos e polizia Municipale. Gli aggressori sono stati identificati e portati in questura, salvo ripresentarsi poco dopo al banchetto della Lega, poi presidiato dalle forze di polizia per consentire a cittadini e simpatizzanti di avvicinarsi liberamente e sottoscrivere le candidature.
«L’ennesima, vergognosa, aggressione al gazebo della Lega dei “soliti noti” che si dicono democratici – dice il vicesindaco Lodi -. Sono vicino a militanti e cittadini insultati e minacciati da questi balordi. È grave che non si possa scendere in piazza senza incorrere in queste aggressioni da parte di certa sinistra. Grazie alle forze dell’ordine, subito intervenute, che hanno evitato il peggio e protetto cittadini e militanti. Ci batteremo per cacciare da Ferrara i violenti e questi fascisti rossi».
Solidarietà è stata espressa ai militanti e cittadini coinvolti loro malgrado nell’aggressione al gazebo della Lega dei “bravi ragazzi” da parte della deputata Lucia Borgonzoni, candidata governatore della regione Emilia Romagna per il centro destra: «i soliti“democratici” nemmeno alla vigilia di Natale hanno altro da fare che andare in giro a sfogare il proprio odio e la propria frustrazione? Non facciamoci intimidire: l’Emilia Romagna è di tutti».
Se questo è l’inizio di una campagna elettorale che nel giro di un mese (si vota il 26 gennaio per le regionali), è probabile che si assista ad un innalzamento della tensione, soprattutto se da parte di coloro che hanno “coltivato” questi “democratici” non arriverà un chiaro ed univoco segnale di condanna e di presa di distanza, contribuendo a mantenere la campagna elettorale all’interno di un corretto, libero e democratico confronto tra idee e programmi politici per il governo dell’Emilia Romagna per i prossimi cinque anni.
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