Fondazione Gimbe: disparità inaccettabili sull’applicazione dei Lea

Cure ai cittadini garantite quasi integralmente in Emilia Romagna. Campania in coda in compagnia con l’Alto Adige. 

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La mappa dell'applicazione dei Lea tra le regioni italiane secondo la ricerca della Fondazione Gimbe il Sole 24Ore

Secondo la ricerca condotta dalla Fondazione Gimbe in collaborazione con il Sole 24Ore sull’applicazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, tra il 2010 e il 2017, emerge che oltre un quarto (il 26,3%) delle risorse assegnate negli anni dallo Stato alle Regioni per garantire le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale dà gratuitamente o dietro pagamento di un ticket, sono andate a vuoto non producendo servizi.

La Fondazione Gimbe evidenzia anche una “inaccettabileforbice tra le regioni nei risultati complessivi che è pari al 73,7%: al vertice per l’erogazione delle prestazioni c’è l’Emilia Romagna con il 92,5% di adempimento, in coda la Campania con il 53,9% in buona compagna con l’Alto Adige (penultimo), Calabria, Sardegna e Valle d’Aosta.

La ricerca sui Lea della Fondazione Gimbe arriva nel bel mezzo della discussione sull’ipotesi di nuovi commissariamenti della sanità regionale, anche per inadempienza sui Lea. Secondo i risultati, Oltre all’Emilia Romagna, in buona posizione sono anche Toscana, Piemonte, Veneto e Lombardia, mentre nelle posizioni di rincalzo si piazzano Umbria, Marche, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Trentino e Basilicata. Con l’eccezione dell’Alto Adige, il NordEst e, più in generale, la sanità del Nord è qualitativamente buona.

Per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, questa è «una partita fondamentale per cui servono strumenti adeguati, mentre negli anni soglie e indicatori così come lo score minimo di adempimento fermo a 160 su 225 punti non hanno subito variazioni. La griglia Lea si è progressivamente appiattita e non è più uno strumento adeguato per verificare la reale erogazione dei Livelli essenziali di assistenza e la loro effettiva esigibilità da parte dei cittadini». Per questo secondo la Fondazione il miglioramento complessivo della performance di tutte le Regioni dal 64,1% del 2010 all’81,3% del 2017 risulterebbe «sovrastimato».

Di fatto, secondo Cartabellotta, «è giunto il momento che la griglia Lea ceda il passo al Nuovo sistema di garanzia (Nsg) che scatterà a gennaio 2020. La nostra valutazione pluriennale fornisce numerosi spunti per definire le regole di implementazione del Nuovo sistema di garanzia che, salvo ulteriori ritardi, dovrebbe mandare in soffitta la griglia Lea dal gennaio 2020».

Il nuovo strumento è stato sviluppato per meglio documentare gli adempimenti regionali, oltre a mettere in atto strategie per prevenirne il progressivoappiattimento”. Non solo: «è necessario utilizzarlo per rivedere interamente le modalità di attuazione dei Piani di rientro e permettere al ministero di effettuare “interventi chirurgici” selettivi sia per struttura, sia per indicatore, evitando di paralizzare con lo strumento del commissariamento l’intera Regione. In un momento storico per il Ssn – conclude Cartabellotta – in cui il ministro Speranza ha ripetutamente dichiarato che l’articolo 32 è il faro del suo programma di Governo, i dati del nostro report parlano chiaro. Senza una nuova stagione di collaborazione politica tra Governo e Regionie un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei Lea, sarà impossibile ridurre diseguaglianze e mobilità sanitaria e il diritto alla tutela della salute continuerà ad essere legato al Cap di residenza delle persone».

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