Trentino, la provincia vara la riforma degli aiuti agli investimenti delle imprese

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METALSISTEM 103 alessandro olivi ass industria pat 1Olivi: “incentivi più mirati alla crescita e allo sviluppo”

La Giunta provinciale, su proposta degli assessori Alessandro Olivi, Tiziano Mellarini e Franco Panizza, ha approvato i nuovi criteri e modalità per l’applicazione della legge provinciale 6/1999 in materia di concessione degli incentivi per gli investimenti fissi effettuati dalle imprese. Il provvedimento approvato a seguito di un ampio ed approfondito confronto con le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni dei lavoratori e del parere favorevole della seconda Commissione permanente del Consiglio provinciale, s’inscrive nel percorso della riforma degli incentivi alle imprese, che ha già interessato gli aiuti per i progetti di ricerca, la semplificazione delle procedure amministrative e l’introduzione degli incentivi a favore dell’imprenditorialità femminile e giovanile.

La novità più importante è quella che concerne la selettività, ovvero le condizioni di accesso ai contributi. Esse sono determinate da una griglia di priorità o criteri di accesso, in sintesi: sviluppo di attività sostitutive e subentri in attività precedenti; nascita di nuove iniziative e riconversioni imprenditoriali; sviluppo di reti di imprese; miglioramento della qualità dell’impresa; innovazione aziendale; crescita dimensionale dell’azienda. L’adozione di queste priorità consentirà di concentrare le risorse finanziarie su investimenti più strategici.

“I punti cardine della riforma degli incentivi per gli investimenti realizzati dalle imprese – sottolinea l’assessore all’industria, artigianato e commercio, Alessandro Olivi – possiamo riassumerli così: aiuti meno numerosi e più mirati; stimolare l’innovazione anche nelle piccole e medie imprese; coinvolgere il sistema creditizio nel sostegno agli investimenti produttivi. Con queste nuove misure il fine che vogliamo perseguire è quello di orientare le aziende a ricorrere alla finanza pubblica per realizzare quegli investimenti che possono essere decisivi, e quindi non meramente automatici, per migliorare la propria efficienza e la propria competitività. Per evitare che l’effetto degli aiuti si trasferisca sui prezzi, si è voluto che le agevolazioni per gli acquisti di immobili siano limitate soltanto a chi avvia una nuova iniziativa o sostituisce un’attività”.

Sul versante finanziario la riforma introduce una maggiore corresponsabilità della finanza privata negli investimenti agevolati. “E’ previsto – evidenzia Olivi – che per gli investimenti di maggiore entità l’incentivo sia concesso nella forma del pacchetto integrato – contributo in conto capitale su metà investimento, mutuo parzialmente agevolato e garantito per il 50% sulla restante metà – e che per gli investimenti di importo superiore a 300.000 euro la valutazione economico-finanziaria sia svolta dalla banca finanziatrice. La ‘bancabilità’ di metà del fabbisogno finanziario legato agli investimenti e la richiesta di requisiti patrimoniali – almeno il 20% del capitale investito coperto da mezzi propri – rispondono all’obiettivo di dare un giusto equilibrio fra il rischio cui si espone la finanza pubblica con gli incentivi e quello cui si espongono gli altri investitori, in particolare la proprietà e le banche”.

Un’ulteriore novità introdotta dalla riforma riguarda il rapporto tra gli aiuti e il fisco: per gli aiuti che vengono concessi con proceduta automatica si prevede che questi ultimi non possano superare l’ammontare di Irpef, Ires, Irap e IMU versate dall’azienda negli ultimi tre anni. E’ pure previsto che per gli investimenti più consistenti (le domande di importo superiore a 2,5 milioni di euro) gli effetti economico-sociali per il territorio siano chiaramente evidenziati. La procedura di valutazione di tali domande è particolarmente articolata e prevede un coinvolgimento delle parti sociali.

Sul fronte infine dell’innovazione l’assessore Olivi sottolinea come, recependo anche le utili osservazioni delle categorie interessate, si è cercato di coinvolgere la piccola impresa in processi di innovazione incrementale che possono riguardare tanto l’aspetto tecnologico quanto quello organizzativo e dei servizi. Al fine di declinare l’innovazione nella microimpresa si prevede che l’investimento debba soddisfare alcune condizioni quali l’aumento di capacità produttiva, l’incremento occupazionale di almeno un’unità lavorativa, il miglioramento degli standard ambientali e l’introduzione di nuovi macchinari non previsti a libro cespiti negli ultimi 3 anni.