Riforma del lavoro, per Confindustria del Friuli Venezia Giulia e del Trentino è”un’occasione mancata”

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logo confindustria 1Seminari di approfondimento a Udine e a Trento sulla portata del nuovo assetto nomativo

Non cessa di far discutere la riforma del mercato del lavoro, entrata in vigore lo scorso 18 luglio, che è stata oggetto di seminari d’approfondimento organizzati da Confindustria a Udine e a Trento, alla presenza di numerosi associati e di giuristi che hanno esaminato la portata della nuova normativa.

A Udine, nell’aprire i lavori del convegno, coordinato da Maria Grimaldi responsabile dell’area lavoro e relazioni industriali, il direttore di Confindustria Udine, Ezio Lugnani, ha evidenziato come questa riforma che presenti diverse criticità legate all’incremento del costo del lavoro e ad una incompiuta flessibilità, viva la contraddizione di ambire ad un mercato del lavoro dinamico ed inclusivo, frenato da vincoli che rischiano invece di acuire la precarietà del rapporto di lavoro stesso. Per il professor Maresca si è in presenza di “una legge importante, seppure complessa, che ha cambiato aspetti un tempo intoccabili con la revisione invero parziale dell’articolo 18 e l’inserimento del contratto a termine acausale”. Secondo Maresca “la portata di questa riforma sta nell’aver voluto toccare la flessibilità in uscita. Una finalità che tuttavia non si è realizzata in quanto permangono diverse incertezze e ambiguità interpretative. Non per questo, però – ha ammonito il professore -, dobbiamo cadere nell’errore di non utilizzare questa legge a causa della sua complessità. Vanno infatti ricercati quei percorsi applicativi per le opportunità che comunque questa riforma offre al mondo delle imprese”. “Su questi temi – ha confermato Maresca, impegnato in questi giorni in una serie di convegni in tutta Italia per illustrare i contenuti della riforma – ho registrato davvero molta attenzione da parte del sistema produttivo. Le imprese si dimostrano particolarmente preoccupate per le incertezze applicative che, di fatto, demandano al giudice la soluzione delle potenziali controversie con il lavoratore”.

Nel suo intervento Maresca ha pure ricordato come questa riforma non incida sulla diminuzione del costo del lavoro, anzi lo incrementi per finanziare le indennità di disoccupazione. “L’auspicio è che, in futuro, vengano prese in considerazione le ipotesi di detassare e agevolare tutto ciò che incrementa la produttività”.

Nella sede di Confindustria Trento si è sottolineato come “la riforma Fornero sia come un’aspirina con cui si cerca di curare una grave malattia”. Anche a Trento, Maresca ha presentato gli aspetti della riforma, mentre il direttore dell’associazione trentina Roberto Busato ha evidenziato le difficoltà gestionali insite nell’impossibilità di prorogare i contratti a termine dopo 12 mesi se non dopo una pausa di almeno 90 giorni, cosa che “andrà a discapito specie dei giovani che avrebbero potuto essere inseriti nelle aziende”. Secondo Andrea Marsonet, responsabile dell’area lavoro e formazione di Confindustria Trento, “la riforma comporta notevoli incrementi di costo a carico delle aziende a causa dell’aumento del’1,4% della tassazione su questo genere di contratti e dell’introduzione dell’indennità di licenziamento”. Netta nella sua critica l’ex presidente di Confindustria Trento, Ilaria Vescovi: “la ritengo una riforma inutile, che certo non aiuta l’occupazione che non può essere garantita dallo Stato. L’occupazione la fa il mercato e l’unica cosa che serve alle aziende è la flessibilità in entrata e in uscita”.