La giunta regionale guidata dal presidente Dem Stefano Bonaccini ha presentato l’ultimo bilancio dell’Emilia Romagna della legislatura condotta dalla maggioranza di sinistra vede tra i suoi principali cardini l’invarianza della leva fiscale che farà risparmiare ai residenti oltre 80 milioni di euro.
Secondo Bonaccini il bilancio regionale 2020 contiene «una restituzione molto robusta di risorse verso i ceti poveri e medi». Il bilancio della Regione avrà una valenza triennale e sarà approvato in Assemblea legislativa nella prima settimanadi dicembre, in anticipo rispetto al solito, dato che il 26 gennaio prossimo si va al voto per il rinnovo del Consiglio regionale.
Il volume totale del bilancio dell’Emilia Romagna è di 12,2 miliardi di euro, di cui 8,4 miliardi per la sanità regionale. I risparmi per i cittadini nascono dall’abolizione dei superticket sanitari (33 milioni), dal dimezzamento dell’Irap per le imprese della montagna (12 milioni), dall’abbattimento delle rette dei nidi (18 milioni), dal bonus affitto per le famiglie in difficoltà (12 milioni) e dai bus gratis per gli abbonati al servizio ferroviario regionale (6,2 milioni).
Cresce, invece, la spesa per gli investimenti che salgono a 1,4 miliardi, compresi gli stanziamenti per la riqualificazione della costa adriatica, la realizzazione del Tecnopolo di Bologna e il via alla Cispadana.
Per l’assessore Dem al bilancio dell’Emilia Romagna, Emma Petitti, si tratta di «un bilancio politico dove sono centrali le infrastrutture per mantenere competitività e dinamismo della nostra Regione». Per il sottosegretario Giammaria Manghi, «si tratta di una manovra popolare, molto vicina ai bisogni delle persone». E sulla sua durata triennale, Manghi esclude la volontà di ipotecare le risorse dell’ente indipendentemente da chi vincerà a gennaio: «non lavorare fino all’ultimo giorno significherebbe non assumersi le proprie responsabilità, chiunque governerà, avrà la possibilità di intervenire come riterrà opportuno». Già a partire dall’assestamento di bilancio che dovrà essere votato tra maggio e giugno del prossimo anno.
Il bilancio dell’Emilia Romagna presentato dalla maggioranza uscente di sinistra è criticato dalla candidata governatore del centro destra, Lucia Borgonzoni: «la narrazione di Bonaccini secondo cui “tutto va bene” viene smontata proprio da quei sindacati che dovrebbero essere suoi alleati. La Uil rileva che nell’ultimo anno il ricorso alla cassa integrazione, in Emilia Romagna, è aumentato del 268%. Un settore che va ad aggiungersi ad una sanità regionale traballante. Piuttosto Bonaccini e il suo Partito Democratico dovrebbe spiegare ai cittadini e agli elettori dell’Emilia Romagna perché ha contributo, assieme al M5s, a proporre orrori come la tassa sulla plastica, quella sullo zucchero (che va a colpire l’unico zuccherificio italianorimasto situato a Minerbio), quella sui dipendenti con le auto aziendali che si vedono espropriato un mese di stipendio, oltre alla stretta sulle partite Iva che perdono oltre un miliardo all’anno di taglio di tasse con l’abrogazione della “flat tax” al 20%».
Secondo Borgonzoni «in Emilia Romagna esistono tante, troppe realtà in sofferenza di cui Bonaccini non parla, forse per non trovarsi costretto a occuparsene». Cosa che, dopo il 26 gennaio prossimo, probabilmente non farà se i sondaggi sulle intenzioni di voto che danno il centro destra per la prima volta in vantaggio sulla sinistra per la prima volta nella storia politica della Regione saranno confermati nelle urne dalla popolazione.
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