“Basta aiuti agli extracomunitari. Prima i trentini”

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indovina chi è ultimo 1
indovina chi è ultimo 1La Lega Nord Trentino denuncia l’abnorme livello di contributi pubblici a favore degli immigrati disoccupati con carichi di famiglia. Rossi: “cifre fuorvianti”

La Lega Nord Trentino imbraccia una nuova campagna politica, forse con un retrogusto un po’ demagogico, ma le cifre esposte sono destinate a far discutere e ad innescare la riflessione sull’opportunità o meno del mantenimento di un simile livello di assistenzialismo pubblico, specie nei confronti di immigrati disoccupati con carichi di famiglia. Il problema alla base è legato al calcolo dell’ICEF, il cui valore individuato dalla Giunta provinciale di Trento per la richiesta di esenzioni, contributi e le diverse sovvenzioni, è stato fissato a 0,13. Per i leghisti un residente trentino che possieda un piccolo immobile, che abbia un mutuo in banca o abbia un piccolo risparmio in banca è già penalizzato e quindi, nonostante gli aiuti siano rivolti a tutti, questo in verità non accade poiché il cittadino trentino, a causa del valore troppo elevato dell’indicatore economico, viene discriminato per aver investito nel suo futuro, risparmiando o indebitandosi.

Per non parlare del fatto che l’ICEF utilizzato per la richiesta di aiuti economici, è riferito al reddito dell’anno precedente, che può anche essere molto differente al momento dell’insorgenza del bisogno, come nel caso della perdita del lavoro.

Il segretario nazionale On. Maurizio Fugatti sottolinea come “l’autore di queste politiche a sfavore dei trentini sia un assessore del PATT, di quel partito autonomista che in verità, invece di tutelare chi per anni ha contribuito allo sviluppo economico del Trentino, favorisce gli immigrati presenti sul territorio. Un affronto, questo, a coloro che con il sudore della fronte e senza mai chiedere nulla in cambio, hanno fatto sì che la nostra terra potesse essere produttiva in tutti i settori”.

Per la presidente delle Donne della Lega Nord e consigliera comunale a Rovereto, Mara Dalzocchio, aggiunge come “secondo alcune ricerche compiute nei mesi precedenti, chiara emergerebbe la discrepanza tra gli aiuti dati ai trentini da parte della Provincia e quelli invece che quest’ultima destina agli stranieri. Emerge in maniera evidente il fatto che chi non lavora viene aiutato con i soldi dei contribuenti trentini, mentre i nativi devono fare i conti ogni giorno con le numerose tasse da pagare, le spese della propria famiglia, magari non riuscendo neppure ad arrivare a fine mese, con un muto da pagare e un genitore disoccupato”. C’èpoi anche il problema del controllo della concordanza delle autocertificazioni: “gli immigrati che fanno richiesta di aiuti economici tramite un’autocertificazione, ma chi controlla i possedimenti di queste persone, sia dal punto di vista immobiliare sia finanziario, nel loro Paese di origine? Chi assicura la veridicità della documentazione? Durante i controlli effettuati molti sono stati gli alias di extracomunitari trovati e quindi si è data la conferma al fatto che numerosi stranieri hanno chiesto più volte, con nomi diversi, lo stesso aiuto economico” denuncia il consigliere provinciale Claudio Civettini.

Per gli esponenti della Lega Nord dopo un quadro simile, si chiedono davvero “chi sia lo straniero in terra propria: il trentino o l’extracomunitario? A voi l’ardua sentenza, anche se, viste le cifre presentate, la risposta non può che essere una sola”.

Triato direttamente in ballo, risponde l’assessore alle politiche sociali della provincia di Trento, Ugo Rossi: “non solo demagogiche, ma anche strumentali le dichiarazioni della Lega Nord, visto che sono fuorvianti le cifre diffuse in una conferenza stampa che ha rilanciato lo slogan di smetterla con gli aiuti agli extracomunitari per favorire i trentini. In Trentino – continua Rossi – il nostro modello di welfare e di aiuti sociali prevede, come è giusto, che non ci sia distinzione in base al colore della pelle delle persone, bensì che la distinzione sia fra chi ha un periodo di vita stabile sul nostro territorio e chi invece non lo ha. Per capirci: solo coloro che hanno tre anni di residenza continuativa in Trentino possono accedere ai benefici sociali”.

I dati forniti dalla Lega Nord sono, secondo Rossi, fuorvianti per un altro motivo: “s’indicano cifre prese soltanto al livello più alto di intervento, il che ovviamente non accade quasi mai, e poi si sommano tra di loro dati relativi ad interventi una tantum e non strutturali. A questo proposito va peraltro ricordato che il reddito di garanzia è stato comunque sottoposto ad un’ampia revisione proprio per evitare comportamenti assistenzialisti ed esiste un limite preciso di volte in cui si può richiedere questa misura, che vale per tutti i cittadini”.

Sarà anche come dice Rossi, ma dalla Lega Nord rimandano al mittente le critiche: per il presidente Alessandro Savoi, “le giustificazioni di Rossi sono pretestuose. Gli stranieri che in Trentino vengono mantenuti alle spalle dei cittadini. La classe politica regionale e provinciale preferisce favorire gli extracomunitari piuttosto che i trentini disoccupati e in difficoltà. Senza considerare il fatto che gli extracomunitari mandano i soldi che percepiscono in Trentino nei loro Paesi, non incrementando quindi l’economia locale”.