Scuola, puntuale torna il “caro libri” per la frequenza degli studenti

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libri-icona colonna 1Divina: “indispensabile agire per ridurre i costi a carico delle famiglie. I mezzi ci sono: spetta a Governo e scuole intervenire”

Il nuovo anno scolastico sta per iniziare e le famiglie si trovano nuovamente a combattere con il caro libri, visto che il corredo per le scuole medie inferiori (laddove non sono forniti in comodato d’uso dagli enti locali o dai singoli istituti) e superiori s’aggira dai 200 ai 400 euro. Una somma ragguardevole, specie per le famiglie con più di un figlio che studia, già provate dai continui rincari e aumento della pressione fiscale. Ogni anno, lo scenario è lo stesso: le case editrici ritoccano all’insù il prezzo dei libri, magari col pretesto di edizioni aggiornate; gli insegnanti in sede di adozione dei libri cambiano i testi; il mercato dei libri usati in conseguenza, non possiede l’edizione prescritta dalle liste rilasciate dai vari istituti scolastici.

Nella pesante situazione di crisi economica in cui sono precipitate tante famiglie italiane è indispensabile agire per limitare al massimo i costi per chi frequenta la scuola superiore: se si vuole favorire la frequenza delle scuole superiori, è indispensabile mettere le famiglie nelle condizioni di non spendere cifre fuori la loro portata. Ne è cosciente il presidente della Commissione prezzi e tariffe del Senato, Lega Nord Trentino campagna tasse Divina 1Sergio Divina, secondo il quale “agire sul costo dei libri di testo, spesso utilizzati durante la didattica scolastica solo per piccole parti, si può e si deve”.

Divina ipotizza diversi scenari, tra cui due sono particolarmente interessanti e realizzabili rapidamente con costi oltretutto limitati, ma che consentirebbero alle famiglie un notevole risparmio economico: “si può ipotizzare che le scuole, all’atto dell’adozione dei libri di testo, provvedano pure all’acquisto in stock di tutti i volumi necessari usufruendo degli sconti che il mercato riserva normalmente a chi fa acquisti di volume e valore ingente. I libri così acquistati potrebbero venir concessi in comodato d’uso agli alunni iscritti alla scuola, previa la corresponsione di un contributo parametrato in una percentuale del prezzo d’acquisto sulla base del suo presumibile utilizzo”. Divina fa un esempio pratico: “un volume del costo di 60 euro potrebbe essere utilmente impiegato per tre anni da parte di tre alunni differenti. In questo modo, il costo a carico della famiglia dello studente sarà di soli 20 euro. In questo modo, i costi per il corredo dei libri di testo a carico delle famiglie si potrebbero ridurre ad un terzo e pure anche meno se i singoli istituti scolastici ricorressero a qualche sponsor interessato ad investire nel settore dell’educazione”.

Si può agire anche su altri fronti: per il presidente della Commissione prezzi e tariffe del Senato “se il Ministero della Pubblica Istruzione volesse, potrebbe valorizzare il sapere e la professionalità dei singoli docenti durante i mesi di pausa estiva: a luglio e agosto, quando le scuole sono chiuse ma gli insegnanti sono regolarmente stipendiati – sottolinea Divina – , si potrebbe prevedere l’obbligo da parte del personale docente di realizzare dispense didattiche sulla loro materia da utilizzare poi nel corso dell’anno scolastico. Ciascun docente potrebbe in questo modo realizzare un percorso didattico personalizzato, da aggiornare progressivamente nel tempo, su cui basare la propria didattica, distribuendo agli studenti dispense a capitoli stampate direttamente dalla scuola”.

Secondo Divina “esempi come questi sono realizzabili in poco tempo e con poco sforzo da parte di tutti, e consentirebbero alle famiglie con figli alle prese con il ciclo scolastico un notevole sollievo economico”. La palla è lanciata: “al Governo Monti, propongo questi pochi suggerimenti, poi vigilerò se sarà in grado di cimentarsi con successo in questa sfida a favore delle famiglie”.

Politica

Scuola, puntuale torna il “caro libri” per la frequenza degli studenti

Divina: “indispensabile agire per ridurre i costi a carico delle famiglie. I mezzi ci sono: spetta a Governo e scuole intervenire”

Il nuovo anno scolastico sta per iniziare e le famiglie si trovano nuovamente a combattere con il caro libri, visto che il corredo per le scuole medie inferiori (laddove non sono forniti in comodato d’uso dagli enti locali o dai singoli istituti) e superiori s’aggira dai 200 ai 400 euro. Una somma ragguardevole, specie per le famiglie con più di un figlio che studia, già provate dai continui rincari e aumento della pressione fiscale.

Ogni anno, lo scenario è lo stesso: le case editrici ritoccano all’insù il prezzo dei libri, magari col pretesto di edizioni aggiornate; gli insegnanti in sede di adozione dei libri cambiano i testi; il mercato dei libri usati in conseguenza, non possiede l’edizione prescritta dalle liste rilasciate dai vari istituti scolastici.

Nella pesante situazione di crisi economica in cui sono precipitate tante famiglie italiane è indispensabile agire per limitare al massimo i costi per chi frequenta la scuola superiore: se si vuole favorire la frequenza delle scuole superiori, è indispensabile mettere le famiglie nelle condizioni di non spendere cifre fuori la loro portata. Ne è cosciente il presidente della Commissione prezzi e tariffe del Senato, Sergio Divina, secondo il quale “agire sul costo dei libri di testo, spesso utilizzati durante la didattica scolastica solo per piccole parti, si può e si deve”.

Divina ipotizza diversi scenari, tra cui due sono particolarmente interessanti e realizzabili rapidamente con costi oltretutto limitati, ma che consentirebbero alle famiglie un notevole risparmio economico: “si può ipotizzare che le scuole, all’atto dell’adozione dei libri di testo, provvedano pure all’acquisto in stock di tutti i volumi necessari usufruendo degli sconti che il mercato riserva normalmente a chi fa acquisti di volume e valore ingente. I libri così acquistati potrebbero venir concessi in comodato d’uso agli alunni iscritti alla scuola, previa la corresponsione di un contributo parametrato in una percentuale del prezzo d’acquisto sulla base del suo presumibile utilizzo”. Divina fa un esempio pratico: “un volume del costo di 60 euro potrebbe essere utilmente impiegato per tre anni da parte di tre alunni differenti. In questo modo, il costo a carico della famiglia dello studente sarà di soli 20 euro. In questo modo, i costi per il corredo dei libri di testo a carico delle famiglie si potrebbero ridurre ad un terzo e pure anche meno se i singoli istituti scolastici ricorressero a qualche sponsor interessato ad investire nel settore dell’educazione”.

Si può agire anche su altri fronti: per il presidente della Commissione prezzi e tariffe del Senato “se il Ministero della Pubblica Istruzione volesse, potrebbe valorizzare il sapere e la professionalità dei singoli docenti durante i mesi di pausa estiva: a luglio e agosto, quando le scuole sono chiuse ma gli insegnanti sono regolarmente stipendiati – sottolinea Divina – , si potrebbe prevedere l’obbligo da parte del personale docente di realizzare dispense didattiche sulla loro materia da utilizzare poi nel corso dell’anno scolastico. Ciascun docente potrebbe in questo modo realizzare un percorso didattico personalizzato, da aggiornare progressivamente nel tempo, su cui basare la propria didattica, distribuendo agli studenti dispense a capitoli stampate direttamente dalla scuola”.

Secondo Divina “esempi come questi sono realizzabili in poco tempo e con poco sforzo da parte di tutti, e consentirebbero alle famiglie con figli alle prese con il ciclo scolastico un notevole sollievo economico”. La palla è lanciata: “al Governo Monti, propongo questi pochi suggerimenti, poi vigilerò se sarà in grado di cimentarsi con successo in questa sfida a favore delle famiglie”.