Tortellini senza maiale per il Patrono, è polemica politica a Bologna

Salvini attacca. La Curia: «strumentalizzazioni inaccettabili». Le comunità islamiche buttano acqua sul fuoco. 

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E’ polemica a Bologna su uno dei simboli della città: i tortellini. A scatenarla la scelta della Curia, in occasione della festadel Patrono, di prepararne una variante – da affiancare rigorosamente a quelli tradizionali – con ripieno di pollo al posto di quello a base di maiale per venire incontro a chi, anche per ragioni religiose, non avrebbe potuto gustarli.

Per il centrodestra, da Matteo Salvini in giù, si tratta «di un’offesa alle nostre tradizioni». Secca – e con pochi precedenti – la replica della diocesi, guidata dall’arcivescovo Matteo Zuppi che sabato sarà ordinato cardinale a Roma: «alcune polemiche e strumentalizzazioni non sono accettabili neanche in campagna elettorale».

Venerdì prossimo è in programma la tradizionale festa di San Petronio, patrono della città. E come ogni anno, la Curia ha coinvolto le “sfogline”, le donne che preparano a mano e mattarello la pasta da farcire con carne di maiale, prosciutto e mortadella, per sfornare decine di chili di tortellini da distribuire ai b. Tra questi, anche alcuni con ripieno di pollo al postodel maiale, per venire incontro sia a chi è di religione differente, come gli islamici e gli ebrei, sia a chi preferisce un pasto più leggero, come gli anziani.

Non una novità, se non che quest’anno il piatto alleggerito è stato definito “il tortellino dell’accoglienza” tema conduttore di tutte le celebrazioni diocesane. La reazione del centrodestra è stata feroce. Matteo Salvini, leader nazionale della Legache si batte per la conquista della regione rossa il prossimo 26 gennaio 2020, si è scagliato contro chi «chiede tortellinisenza carne, come proporre il vino senza uva. Aveva ragione Oriana Fallaci: il problema sono alcuni italiani che dimenticano le loro radici, negano la nostra storia, dal tortellino al crocifisso».

A ruota si sono accodati anche i due candidati del centrodestra alle prossime regionali, la leghista Lucia Borgonzoni e il deputato di Fdi, Galeazzo Bignami, trasformando il caso in una polemica tutta politica. Il sindaco Dem Virginio Merola ha risposto a Salvini, ricordando che «la tradizione di Bologna è di innovare e accogliere».

Secca la presa di posizione della Curia: «alcune polemiche e strumentalizzazioni non sono accettabili neanche in campagna elettorale. E’ sorprendente che una notizia infondata sia utilizzata per confondere e una normale regola di accoglienza e di riguardo verso gli invitati sia interpretata come offesa alla tradizione», precisando come «la preoccupazione è che tutti possano partecipare alla festa, anche chi ha problemi o altre abitudini alimentari o motivi religiosi».

Da chi dovrebbe essere il diretto interessato della polemica, ovvero gli esponenti della comunità islamica, si getta acqua sul fuoco: secondo il presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e delle Comunità del mondo arabo in Italia (Co-Mai), Foad Aodi, «l’integrazione non si fa con un tortellino. Anche se ci fossero solamente tortellini secondo la tradizione, nessun mussulmano si sarebbe sentito meno accolto. Modificare le ricette oppure togliere il crocifisso dalle scuole sono iniziative individuali non richieste dalle nostre comunità». Di più: «chi decide di vivere in Europa, dove ci sono culture e tradizioni diverse da quelle del mondo arabo – prosegue Aodideve essere in grado di rispettare le diversità. Integrazione è rispetto e solidarietà reciproca».

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