Post tempesta Vaia, Aiel e Uncem alleate per la ricostruzione

Brugnoni e Bussone: «necessario fare il punto degli interventi della più grande catastrofe delle foreste italiane con tutti i soggetti interessati». 

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tempesta vaia

Sono centinaia di migliaia i turisti che in questi mesi estivi hanno scoperto e visto con i loro occhi gli effetti drammatici della tempesta Vaia: 41.000 ettari di boschi rasi al suolo, 16 milioni di alberi, 8,6 milioni di metri cubi di legno abbattuti in pochi minuti da raffiche di vento fino a 190 km all’ora, valli alpine di quattro regioni coinvolte, Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

«Chi è salito nelle valli, nelle località turistiche, negli alberghi e nei rifugi, percorrendo sulle strade asfaltate e i sentieri ha visto gli effetti della più grande catastrofe forestale italiana. L’aveva distrattamente guardata in tv, non ne aveva forse capito la portata… ma vedendola direttamente, sulle montagne che è abituato a frequentare per svago, sport e relax, il turista ha scoperto quanto sia grave e quanto sia necessario intervenire sull’intero sistema, senza perdere tempo», affermano Domenico Brugnoni, presidente Aiel, Associazione italiana Energie agroforestali, e Marco Bussone, presidente nazionale Uncem.

Aiel e Uncem, insieme sono impegnate su numerosi fronti istituzionali e operativi lungo la filiera forestale. Il post-emergenza Vaia è uno di questi, in stretto accordo con le università e i soggetti istituzionali che se ne stanno occupando.

«In diverse occasioni di convegni ed eventi dedicati al ripristino di quei boschi abbiamo evidenziato come la tempesta Vaia sia un effetto dei cambiamenti climatici in atto – puntualizzano Bussone e Brugnoni -. Non è un evento isolato, potrà ripetersi, e dobbiamo farci trovare preparati. Questo va spiegato a tutto il Paese, non solo agli addetti ai lavori».

In questo caldo agosto per la politica italiana, Aiel e Uncem chiedono ai rappresentanti istituzionali di fare tre cose. «Primo punto – sottolineano Brugnoni e Bussone – è proprio legato al ruolo delle istituzioni. Nel post tempesta Vaia hanno agito non sempre dialogando e confrontandosi attorno alle soluzioni. Lo scolitide dell’Abete Rosso, principale insetto che minaccia il legname schiantato, oggi rischia di compromettere anche le foreste dei territori colpiti rimaste in piedi. Per questo proponiamo che in sede di ministero per le Politiche agricole e forestali debba essere convocato urgentemente un tavolo con regioni, enti locali, rappresentanti di imprese, associazioni e università per fare il punto su cosa si sta facendo e cosa va fatto».

Secondo fronte quello della comunicazione: «serve una campagna informativa attorno al settore forestale fatta dalla tv pubblica e da tutti i b – proseguono Brugnoni e Bussone -. I turisti arrivati in questi giorni nelle valli sanno pochissimo o niente di quanto successo e quanto si sta facendo per gestire quella porzione di patrimonio forestale danneggiato ma non inutile. È anche molto importante far comprendere che questo grave evento non deve togliere attenzione al tema più generale della gestione attiva dell’intero nostro patrimonio forestale costituito da 11 milioni di ettari di boschi, più di un terzo di tutta la superficie del nostro paese, che vanno governati e non abbandonati. Solo così potranno essere valorizzati i beni che ci fornisce il bosco i servizi ecosistemici e lo sviluppo locale». Il recente Rapporto annuale sulle Foreste coordinato dalla Direzione foreste del ministero dell’Agricoltura è un esempio positivo che va esteso nel tempo e nei contenuti e può essere una base utile per trasferire al grande pubblico informazioni e approfondimenti.

Ultimo ambito urgente di azione, è legato all’attuazione del Testo unico forestale. «Vaia ci insegna – aggiungono Brugnoni e Bussone – che un bosco gestito, è più resiliente ma serve anche un Piano per la gestione degli eventi estremi e un adeguamento della pianificazione forestale per affrontare nel lungo periodo situazioni analoghe. Come Uncem e Aiel ci impegniamo a dare il nostro contributo nei tavoli tecnici a supporto della predisposizione dei decreti attuativi della nuova legge forestale nazionale, in particolare sulla Strategia forestale. Ringraziamo il team che sta lavorando su questi temi. Faremo la nostra parte, dobbiamo lavorare celermente e senza lasciare nulla al caso. Il sistema forestale italiano ha bisogno di gestione, comunicazione, strategie chiare, condivise, conosciute dagli italiani».

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