Il bilancio del I semestre 2019 di Volksbank Banca popolare dell’Alto Adige è caratterizzato dalla rettifica una tantum dell’avviamento per 99,6 milioni di euro. Sempre nel primo semestre, l’applicazione proattiva di rettifiche di valore sui crediti deteriorati ha rafforzato i presidi sul rischio del credito. Questi interventi, che non incidono sulla solidità, la liquidità e la capacità reddituale della banca, comportano una perdita netta contabile di 101,5 milioni di euro.
Sotto il profilo della redditività caratteristica, lo sviluppo dei ricavi e le componenti da interessi e commissioni hanno evidenziato un andamento migliore rispetto allo stesso periodo del 2018. Si conferma pertanto l’evoluzione positiva del profilo reddituale.
La rettifica, riporta la nota diffusa da Volksbank, ha impatto esclusivamente sulle scritture contabili e comporta la cancellazione della voce dell’avviamento che costituisce un’attività immateriale a vita indefinita, che si è generata negli anni passati nell’ambito delle operazioni di crescita legate all’acquisizione degli sportelli di Banca Intesa (2008) e Banca Popolaredi Marostica (2015). Gli attivi non tangibili a vita indefinita sono sottoposti a verifica di “impairment” almeno una volta all’anno e ogni volta che si renda necessario. Ai fini della verifica di “impairment” hanno inciso le aspettative della BCE sull’evoluzione e sulla volatilità dei parametri di mercato, nonché le incertezze sull’andamento macroeconomico, così come confermate dalle recenti analisi di settore.
Tale rettifica, avendo natura meramente contabile, non ha alcun impatto sulla patrimonializzazione della banca. Il “tangible book value” (valore contabile dell’azione al netto delle attività intangibili), passa da 14,75 euro per azione, al netto del dividendo, a 14,94 euro per azione.
Secondo la nota diffusa da Volksbank, i livelli di patrimonializzazione, ampiamente superiori ai limiti posti dall’Autorità di vigilanza, sono più che adeguati a sostenere la strategia di crescita. Il CET 1 ratio (IFRS9 phased-in) è pari all’11,7% (11,3% al 31 dicembre 2018); il Total Capital Ratio (IFRS9 phased-in) è pari al 13,8% (13,3% al 31 dicembre 2018). Le azioni di rafforzamento patrimoniale pianificate consentiranno un ulteriore miglioramento dei requisiti già a fine 2019.
Le rettifiche sui crediti deteriorati, superiori a quanto pianificato, s’inseriscono in un quadro di progressivo rafforzamento dei presidi del costo del credito e di revisione dei processi di valutazione e classificazione introdotto dagli organi di vigilanza europea inizialmente sulle banche di maggiori dimensioni e progressivamente esteso alle banche di minore dimensione. Ne consegue che i crediti facenti capo a questi ultimi sono progressivamente sottoposti alle stesse regole valutative previste per le posizioni a sofferenza.
L’incidenza dei crediti deteriorati lordi (“NPL ratio”), pari all’8,8%, si colloca su livelli tra i migliori del sistema ed è sostanzialmente invariata rispetto all’8,7% del 31 dicembre 2018. Il tasso di copertura dei crediti deteriorati si rafforza ulteriormente al 50,9%, rispetto al 44,0% del 31 dicembre 2018. Il “Texas ratio” migliora, scendendo al 46,3% dal 51,8% del 31 dicembre 2018.
L’evoluzione positiva del core business è confermata dalla forte crescita, pari al 62,4%, del risultato netto della gestione operativa rispetto allo stesso periodo del 2018. I volumi sono in crescita in tutto il bacino d’utenza. Il margine di interessecresce del 9,6% a 90,9 milioni, le commissioni nette crescono del 3,7% a 44,7 milioni. Sul fronte patrimoniale si registra una crescita del 7,5% della raccolta e del 4,0% degli impieghi.
Grazie agli ulteriori sforzi sul fronte dei costi, le spese amministrative sono in ulteriore diminuzione (89,1 milioni di euro / -9%).
L’attivo di bilancio ammonta a 10,4 miliardi di euro (rispetto ai 9,9 miliardi di euro al 30 giugno 2018.
Si conferma pertanto l’evoluzione positiva della redditività caratteristica anche per il secondo semestre.
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