Orsi, lupi & C. la Coldiretti in piazza a Trento per protestare

E il giorno dopo replicano gli ambientalisti con una contro manifestazione. 

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Trento invasa da 1.500 allevatori giunti in città con 15 pullman e con 150 trattori su invito di Coldiretti Trento per difendere la loro sicurezza ed i loro greggi dalle incursioni di lupi ed orsi che in Trentino hanno trovato un ambiente idoneo al loro insediamento e riproduzione, tant’è che a detta degli agricoltori sono troppi e minacciano pure la sussistenza delle attività, specie quelle marginali in montagna, territorio più esposto alle razzie dei carnivori.

Mentre le forze dispiegate dalla provincia di Trento per catturare l’orso M49Mauriziosi stanno rivelando un flop, con il plantigrado che evita di cadere nelle imboscate preparatagli dai forestali, gli agricoltori di Coldiretti capeggiati dal presidenteprovinciale Gianluca Barbacovi hanno occupato la “piazza del poteretrentino, quella piazza Dante su cui s’affacciano i palazzi della provincia e della regione Trentino Alto Adige, cui hanno dato manforte anche gli agricoltori del vicino Alto Adige con una delegazione del Bauerbund guidata dal vicepresidente Bernard Burger.

La mobilitazionein giallo” ha avuto un indiscutibile successo, con la politica trentina accorsa in forze a dar manforte alle richieste degli agricoltori, che reclamano maggiore attenzione al loro settore, anche se va detto che con i piani di reinserimento di lupi e orsi portati avanti negli ultimi vent’anni da parte della provincia di Trento era logico che qualcosa fosse destinato a cambiare, non fosse altro che gli allevatori fossero chiamati a confrontarsi con una presenza cui si erano dimenticati, ma che i loro predecessori avevano ben chiara e dalla quale si difendevano predisponendo opportune contromosse, ad iniziare dal recintare gli spazi di pascolo degli animali d’allevamento e a proteggere adeguatamente le stalle e i ricoveri durante le ore notturne.

Difficile per gli agricoltori tornare al passato, quando la montagna trentina era popolata al più di due-tre orsi e non la sessantina abbondate di oggi, quando il lupo era scomparso e non i trequattro branchi di oggi (dato che cresce rapidamente anche grazie all’arrivo di esemplari da fuori provincia). Difficile anche attrezzarsi per attivare opere di difesa attiva e passiva contro i grandi carnivori, nonostante la provincia di Trento metta loro a disposizione adeguati sostegni economici. Parimenti, facile, forse troppo, per i tanti politici intervenuti vellicare le corde del popolo di Coldiretti, facendo promesse di rapido intervento e di messa in sicurezza del territorio provinciale dalle razzie di orsi e lupi, la cui unica colpa è di comportarsi da animali selvatici.

Anche lo scenario ipotizzato dalla maggioranza leghista che governa la provincia di Trento di chiedere un’estensione delle competenze autonomistiche per avere mano libera nella gestione dei grandi selvatici che attualmente sono patrimonio indisponibile dello Stato e severamente protetti, che porterebbe ad avere una piena regolamentazione locale che potrebbe pure aprire ad una caccia di selezione che potrebbe avere ripercussioni anche sull’immagine di un Trentino naturale e con un ambiente immacolato.

Comunque sia, alla manifestazione riuscita degli agricoltori, ha fatto eco quella dei protezionisti che si è rivelata un flop con la partecipazione di solo pochi attivisti e pochi privati cittadini, con gli animalisti arrabbiati per una mobilitazione che non ha avuto successo.

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